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DA DIOCLEZIANO AD AUGUSTOLO - Coggle Diagram
DA DIOCLEZIANO AD AUGUSTOLO
DIOCLEZIANO
CHI ERA
Un imperatore che riportò una situazione politica stabile. Era un dominus, un monarca con poteri assoluti per avere un esercito forte e dei funzionari a lui fedeli.
POLITICA INTERNA
RIFORMA DELL'ESERCITO
: L'esercito fu diviso in due parti: Le truppe di frontiera, in accampamenti fortificati vicino ai
limes
e con il compito di difenderli; e le truppe da combattimento, sotto il comando dell'imperatore pronte ad andare dove fosse necessario.
Istituì la
TETRARCHIA
: Divise l'Impero in 12 diocesi divise in 4 prefetture affidate ad un funzionario imperiale tra 2 augusti e 2 cesari detti tetrarchi.
Impose una nuova
TASSAZIONE
: Ad ogni estensione di terra doveva corrispondere un cittadino da tassare, per evitare la fuga dei cittadini istituì una legge alla società dividendola in classi precise, vietando ai cittadini di cambiare residenza e attività lavorativa e di sposare persone dell'altra classe sociale.
Nel 301 impose un
CALMIERE
per bloccare i prezzi ed evitare l'inflazione ma con questo le merci scomparvero dal mercato e si verificò il contrabbando.
POLITICA ESTERA
EDITTI CONTRO I CRISTIANI
: I cristiani erano una minaccia per Diocleziano perchè continuavano a rifiutarsi di combattere nell'esercito, quindi, avviò una campagna di persecuzioni imponendo la distruzione di chiese, proibizione del celebrare i riti, reclusione del clero e esclusione dei cristiani dalle cariche pubbliche.
COSTANTINO
CHI ERA
Figlio di Costanzo Cloro che alla sua morte diventò augusto. Nel 321 d.C. diventò imperatore d’Occidente sconfiggendo Massenzio e ottenne per sé tutto il potere sconfiggendo l’imperatore d’Oriente Licinio nel 324 d.C. diventando l’ultimo grande imperatore romano
POLITICA ESTERA
EDITTO DI MILANO
: Costantino abbandonò il paganesimo e si alleò con i cristiani concedendogli la libertà di culto e istituendo delle leggi per difenderli con questo editto fatto nel 313 d.C.
Rimaneva pontefice massimo in quanto imperatore, quindi, la chiesa, infastidita dalle sue intromissioni, si dichiarò autonoma al potere imperiale.
CONCILIO DI NICEA
: Nel 325 d.C. Costantino convocò tutti i vescovi delle diocesi per risolvere ciò che poteva rompere l'unità d'Italia dovuto a contese teologiche tra i fedeli soprattutto con gli ariani in quanto sostenevano che Gesù fosse stato creato da una sostanza diversa da quella del Padre.
Costantino nel concilio intervenne dicendo le sue idee teologiche e obbligò i vescovi contrari all'esilio.
NUOVA CAPITALE
COSTANTINOPOLI
: Costantino costruì una nuova capitale sulle rovine di Bisanzio che dominava tra le vie commerciali tra Europa e Asia e venne abbellita da opere d'arte e destinata ad una grande fortuna
GIULIANO
CHI ERA
Dopo Costantino il potere andò ai suoi tre figli Costanzo II, Costantino II e Costante, l’ultimo si ribellò ai fratelli perché a differenza loro non aveva ottenuto nessun potere, quindi, uccise Costantino II ma fu ucciso da Costanzo II che scelse di dividere il potere con i suoi cugini Gallo e Giuliano. Giuliano dopo la morte di Costanzo II nel 361 d.C. rimase l’unico imperatore.
Giuliano decise di attaccare i sasanidi ma alle porte di Ctesifonte morì colpito da una freccia nel fegato.
POLITICA INTERNA
RITORNO AL PAGANESIMO
: Costantino ripudiò la religione cristiana per tornare a quella tradizionale per rivivere le antiche virtù civili e dimostrare che non si considerava padrone dello Stato ma il primo dei suoi magistrati. Si circondò di filosofi pagani e scrisse un'opera in cui metteva in dubbio i principi del cristianesimo.
TEODOSIO
CHI ERA
Dopo l'ammissione dei Visigoti nell'impero la coabitazione con i romani non andava bene e i Visigoti annientarono l'esercito romano ad Adrianopoli. Sul trono di Costantinopoli venne messo un generale spagnolo, Teododsio.
POLITICA ESTERA
ACCORDO CON I VISIGOTI: Teodosio non voleva combattere contro di loro quindi arrivò a stabilirci un accordo e i Visigoti si insediarono nelle province del Danubio come alleati. L'impero a questo punto aveva abili combattenti ma era nelle mani di truppe straniere
EDITTO DI TESSALONICA: Nel 380 d.C. lo emanò con Graziano per riconoscere il cristianesimo come unica religione dell'Impero, questo portò alla persecuzione del paganesimo. Gli abitanti di Tessalonica si ribellarono nel 390 d.C. e Teodosio li massacrò, il vescovo di Milano Ambrogio lo obbligò a fare penitenza pubblica.
STILICONE
CHI ERA
Alla morte di Teodosio il potere fu diviso tra i suoi due figli che però erano troppo deboli allora a capo della politica imperiale di Occidente si mise Stilicone che spostò la capitale da Milano a Ravenna che era più protetta
POLITICA ESTERA
Fermò i Germani che avevano oltrepassato il Reno ma nel mentre dai confini settentrionali lasciati incustoditi dall'esercito entrarono dei barbari nelle Gallie e in Spagna. Chiese dei finanziamenti ad Onorio per addestrare nuove truppe ma i patrizi li dissero di ribellarsi
VANDALI
SACCO DI ROMA
: Alarico scese senza problemi a Roma e la saccheggiò facendo capire che ormai la forza dominante erano i barbari ma morì improvvisamente e il suo successore fu Ataulfo che condusse i Visigoti a nord dove fondò il primo regno barbarico nei territori dell'Impero romano, sposò Galla Placidia (sorella di Onorio) e rimase in alleanza con i romani.
I Vandali sotto la guida di Genserico conquistarono Cartagine e s'impadronirono dell'intera regione.
ATTILA
: Gli Unni erano nomadi che sotto il comando di Attila avevano obbligato le tribù germaniche a farsi dare dei militari creando un regno nomade. Nel 477 d.C. Attila marciò contro Costantinopoli che si salvò grazie alle sue mura allora si interessò all'Occidente dove assalirono la Gallia. Ezio mosse l'esercito romano contro gli Unni e sconfisse Attila ai Campi Catalaunici. Attila si ritirò ma l'anno dopo invase l'Italia, conquistò Milano e fece del palazzo di Costantino la sua dimora. Ordinò ai suoi guerrieri di marciare su Roma ma prima incontrò papa Leone I con cui trovò un accordo. Tra gli Unni scoppiò una pestilenza ed Enzio riunì un forte esercito allora Attila si spostò a Budapest dove morì di morbo.