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il mondo romano
solo la civiltà romana, dall'età tardo repubblicana, mostra la preoccupazione di salvaguardare il diritto della collettività sulle opere di interesse storico e artistico.
L'apprezzamento dei monumenti è considerato dovere civico: sono collocati nei templi e nei luoghi pubblici. E ne viene segnata la proprietà al popolo.
La coscienza che i romani hanno dalla proprietà privata delle opere d'arte è testimoniata da Plinio il vecchio che racconta le episodio di Tiberio, che aveva fatto trasportare nel suo palazzo l'Apoxyomenos di Lisippo.
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l'età moderna
Al termine del medioevo, Roma versa in uno stato di degrado e abbandono. Il suo aspetto suscita l'appello di Francesco Petrarca in una lettera a cola di Rienzo.
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Martino V Colonna, definisce sacrileghe le offese agli antichi edifici esortando i romani a restaurare le case in rovina.
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Papa secondo Piccolomini sancisce il divieto di procedere a demolizioni e spoliazioni di ruderi antichi. Senza impedire la manomissione di edifici medievali paleocristiani.
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Sisto quarto della Rovere, promuove interventi coordinati di tipo conservativo, restauri e realizzazione di grandiose opere urbanistiche. Vieta la spoliazione dei Marmi.