Please enable JavaScript.
Coggle requires JavaScript to display documents.
Dopo la seconda guerra Persiana la grecia era guidata da Atene e Sparta, a…
Dopo la seconda guerra Persiana la grecia era guidata da Atene e Sparta, a capo rispettivamente di due leghe.
1) Lega di DELO (Atene)
Le città al suo interno erano democratiche ma dovevano pagare un tributo sempre più pesante ad Atene alla quale erano di fatto assoggettate; questo creava malcontento. Atene era democratica al suo interno ma imperialista all'esterno; voleva espandersi.
-
3) La situazione precipitò a causa di contrasti tra Atene e Corinto (città alleata di Sparta). Atene intervenne nei commerci tra le città alleate di Sparta.
Sparta inizialmente cercò di mediare ma davanti ad un irrigidimento di Atene considerò violata la tregua, stipulata anni prima e nel 431 a.C. dichiarò guerra ad Atene.
Dopo 23 anni (431 - 404 a.C.) la Grecia diventò più povera e marginale. La guerra del Peloponneso fu una vera e propria guerra civile tra poichè coinvolse tutte le città della Grecia. Lo storico Tucilide (contemporaneo ai fatti) ritenne che la causa del conflitto fosse individuabile nei timori di Sparta; contribuì notevolmente l'imperialismo ateniese.
4) PRIMA FASE: Nel 431 Sparta e i suoi alleati attaccarono l'Attica e la devastarono; Atene non intervenne perchè voleva sfruttare la sua superiorità marittima.
Gli Ateniesi, guidati da Pericle, si rinchiusero in città che, assediata, resisteva grazie alle sue mura che garantivano i rifornimenti di cibo via mare. Atene, dalle coste, poteva attaccare Sparta con brevi incursioni.
Nel 430 a.C. una terribile pestilenza decimò la popolazione ateniese; lo stesso Pericle morì e fù sostituito da Cleone, che morì durante uno scontro con gli Spartani, nel 422 a.C.
Nel 421 a.C. Atene firmò la PACE DI NICIA (dal nome del mediatore ateniese). l'accordo prevedeva la fine delle ostilità, aiuto reciproco in caso di aggressione e restituzione dei prigionieri.
5) SECONDA FASE: Ad Atene e Sparta molti volovano riprtendere la guerra. Tra questi vi era ALCIBIADE (esponente democratico ateniese, nipote di Pericle) che fù eletto stratego.
Il casus belli fù la richiesta di aiuto di Segesta, città siciliana che per cause locali si trovava in lotta con Siraccusa (alleata di Sparta).
La sicilia era in quel periodo il territorio più ricco del mondo greco (aveva immensi granai); Alcibiade voleva impadronirsene per avere un vantaggio decisivo su Sparta. Fece quindi approvare un intervento militare da parte della assemblea popolare nonostante l'opposizione di Nicia.
La flotta ateniese, guidata da Nicia, Alcibiade e Lamaco, si mosse per attaccare Siraccusa (415 a.C.). Il giorno prima della partenza ad Atene furono mutilate tutte le Erme (statue religiose che garantivano la protezione delle strade e delle case); di questo fù accusato Alcibiade che fu richiamato ad Atene per difendersi dalle accuse.
Alcibiade, temendo per la sua incolumità, si rifugiò a Sparta e consigliò di inviare rinforzi a Siraccusa, che resisteva sotto assedio ateniese.
La flotta ateniese rimase bloccata in porto a Siraccusa e gli assedianti divennero assediati. Le truppe di Atene cercarono di fuggire nell'entroterra ma furono raggiunte e massacrate, insieme a Nicia (che fù giustiziato) nel 413 a.C.
6) TERZA FASE: Dopo la sconfitta di Siraccusa ad atene un gruppo di oligarchici prese il potere e cercò la pace con Sparta.
Le pesanti condizioni di pace provocarono l'opposizione della città di Samo che non voleva ridurre la sua potenza marittima.
Alcibiade (nel frattempo tornato ad Atene) e i democratici, sostenuti da Samo, reagirono e ripresero il potere.
-
-