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3.LA MEMORIA A BREVE TERMINE - Coggle Diagram
3.LA MEMORIA A BREVE TERMINE
MEMORIA A BREVE TERMINE E MEMORIA DI LAVORO: QUALE E' LA DIFFERENZA?
la memoria a breve termine è un processo di immagazzinamento di piccole quantità di informazione per un breve intervallo di tempo
nozione teoricamente neutra: si limita a descrivere fenomeni osservati in laboratorio
confronto con ML
MBT fa parte della ML
ML è uno spazio di lavoro temporaneo
immagazzina l'informazione temporaneamente
ma
anche la manipola
rende possibili attività complesse come ragionamento, comprensione, ...
la ML si basa su assunto teorico, mentre la MBT deriva da osservazione sperimentale
LO SPAN DI MEMORIA
gli span di memoria richiedono di:
ricordare gli item
ricordare l'ordine
MECCANISMI/STRATEGIE CHE FACILITANO IL FUNZIONAMENTO
RAGGRUPPAMENTO
George Miller, 1956 ha proposto che la capacità di memoria sia limitata non al numero di item ma al numero di raggruppamenti, i CHUNKS
in questo caso è basato su insiemi di leggere conformi a regolarità linguistiche a lungo termine, il che dimostra una cosa importante: che la MLT può influenzare la MBT
il raggruppamento può essere anche prodotto dal ritmo della presentazione di una sequenza di item
anche la pause che vanno a formare gruppi di tre numeri sembrano quelle più funzionanti
è verosimile che il raggruppamento sfrutti informazioni legate alla prosodia, i ritmi naturali che organizzano il linguaggio e che ne rendono più chiaro il significato suddividendo in unità discrete il continuum di suoni che costituisce il normale flusso del linguaggio
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I MODELLI DELLA MEMORIA A BREVE TERMINE VERBALE
il più influente tra i modelli proposti negli anni 60 era quello di ATKINSON e SHRIFFIN: il MODELLO MODALE
esso prevede che l'informazione fluisca dall'ambiente a una serie di sistemi di memoria sensoriale paralleli, i sistemi iconici ed ecoici
da qui l'informazione passa a una memoria a breve termine che funge anche da memoria di lavoro, in grado di immagazzinare ed elaborare il materiale, che viene poi trasferito in un magazzino a lungo termine di maggiore durata
LOOP FONOLOGICO
ha due sottocomponenti: un magazzino a breve termine e un processo di ripasso (rehearsal) di natura articolatoria
il magazzino ha capacità limitata e gli item vi sono registrati come tracce di memoria che decadono nel giro di qualche secondo; le tracce però possono essere "rinfrescate" per ripasso articolatorio, cioè ripetendo gli item a sè stessi attraverso un processo che può essere vocale o subvocale
effetti
EFFETTO DI SOMIGLIANZA FONOLOGICA
nel 1966, Baddeley, indaga l'influenza della similarità fonologica sul ricordo di liste di 5 parole
i risultati dimostrano che la somiglianza di un suono può creare qualche problema, ed è in accordo con l'idea di Conrad che la MBT usi un codice "acustico"
altra osservazione: l'effetto di somiglianza fonologica viene meno se la lunghezza delle liste aumenta e i partecipanti possono giovarsi di una fase d'apprendimento - in queste condizioni, la somiglianza di significato diventa molto più importante
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EFFETTO DELLA LUNGHEZZA DELLA PAROLA
man mano che la lunghezza delle parole aumenta, la prestazione peggiora
la relazione tra rievocazione e velocità di articolazione si può riassumere dicendo che si possono ricordare all'incirca tante parole quante se ne possono pronunciare in due secondi
spiegazione: il ripasso si svolge nel tempo, come pure il decadimento della traccia; di conseguenza, le parole più lunghe, che richiedono più tempo per essere pronunciate, lasciano più tempo anche al decadimento - l'oblio avviene durante la ripetizione in codifica
EFFETTO DEI SUONI IRRILEVANTI
effetto di suoni linguistici irrilevanti potrebbe rappresentare l'equivalente del mascheramento della percezione uditiva: l'ipotesi è che i suoni linguistici irrilevanti abbiano accesso al magazzino fonologico e aggiungano rumore alla traccia di memoria
con la musica? Salamè e Baddeley, 1989, hanno mostrato che anche la musica interferisce con il ricordo di cifre, e la musica vocale più di quella strumentale
IL PROBLEMA DELL'ORDINE SERIALE
ad un certo punto dello sviluppo del modello del loop fonologico, è apparso chiaro che la sua specificazione in termini puramente verbali presentava due gravi problemi
in primo luogo, non spiegava adeguatamente come è immagazzinato l'ordine seriale
in secondo luogo, il modello non specifica chiaramente i processi all'opera nel recupero dal magazzino fonologico
per superare queste due limitazioni occorreva un modello più dettagliato, preferibilmente in forma computazionale o matematica, che permettesse di elaborare e controllare previsioni esplicite
sono stati proposti diversi modelli che hanno affrontato la questione dell'ordine seriale in una varietà di modi proponendo diverse possibili spiegazioni:
CONCATENAMENTO
CONTESTO
PRIMACY
LA RIEVOCAZIONE LIBERA
la sua caratteristica più notevole è l'influenza dell'ordine in cui le parole sono state presentate, cioè l'effetto di posizione seriale
i risultati più evidenti sono:
la tendenza a rievocare meglio gli ultimi elementi della lista - EFFETTO RECENCY
la tendenza a rievocare relativamente bene i primi elementi - EFFETTO PRIMACY
spiegazione: i primi item sono in MLT, gli ultimi ancora in MBT
spiegazione effetto recenza: basato su un meccanismo di ricupero che rende più disponibile l'item più recente - rapporto di discriminazione basata sulla distanza temporale dell'item da rievocare rispetto a quella del suo vicino
LA MEMORIA A BREVE TERMINE VISUO-SPAZIALE
ricordare cosa: MBT visiva
ha un limite di capacità di circa quattro elementi ed è stata interpretata come un sistema di immagazzinamento comprendente 4 slot: spazi fissi - la memoria comprende un numero limitato di slot che possono contenere oggetti complessi, indipendentemente dal grado di complessità
tuttavia, è vero anche che la limitata capacità attentiva disponibile può essere utilizzata per immagazzinare meno item in modo più dettagliato: modello a risorse continue - il numero degli oggetti conservati nella memoria può ridursi all'aumentare della loro complessità
ricordare dove: MBT spaziale
è separabile dal suo equivalente visivo e dipende da sistemi neurali in parte diversi
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