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La grammatica di un'educazione possibile, PROGTETTO SVOLTO DA BAGNANO…

- - - - a quest'idea di IMPOSSIBILTA dell'azione educativa vi è il senso di ONNIPOTENZA
        
        cioè l'ONNIPOTENZA del educatore che si immagina come il creatore che plasma, da vita e offre un progetto all'educando
- - - - cioè parte con la sua ESPERIENZA ricalibrando le proprie strategie e imparando dagli errori
        
        COAZIONE A RIPETERE e quando le ISTITUZIONI richiedono inseguendo la FANTASIA di rendere standard quello che nella relazione umane e UNICO è IRRIPETIBILE
- - - - In secondo luogo perché sia l'artista che l'educatore si muovono all'interno di una dimensione soggettiva ed espressiva del proprio Io
      - in primo luogo perché sia l'educazione sia l'arte hanno a che fare con un qualcosa di unico e straordinario, infatti è unica la persona che ci troviamo di fronte ed è unica la relazione che si crea tra educatore ed educando
      - nonostante le regole e buone prassi, una parte del comportamento è degli atteggiamenti dell'educatore sono particolarmente legate a chi è lui e alle ragioni per cui svolge questo mestiere
        
        Con questo si afferma che le dimensioni della soggettività è impossibile eliminarle, ma bisogna esserne sempre consapevoli
        
        Ci sono degli elementi diversi che rendono diverse l'arte e l'educazione, ma gli elementi di continuità è necessario non dimenticarli per non rendere "protocollo" la relazione educativa
        
        Su questa tematica Dewey afferma che l'educazione è sicuramente un'arte, ma non essendovi nessuna antitesi tra scienza e arte quando un educatore, psicologo o un osservatore riduce il risultato delle sue ricerche in una regola che deve essere adottata, solo allora il risultato è criticabile al libero gioco Dell'educazione intesa come arte, ma tutto ciò avviene dopo essersi allontanati dal metodo scientifico
        
        Questo è molto attuale se si pensa al delirio classificatorio e ai processi di patologizzazione del disagio sociale che stiamo vivendo nel campo sociale ed educativo e così sembra di ritrovare quelle pratiche che allontanano l'educazione dalla scienza e dall'arte
        
        Mierieu ci spiega come l'educatore rischia così di diventare una sorta di "doganiere" che si pone più nell'ottica della classificazione che dell'empowermen. Quindi l'educatore artigiano deve nominare e non reificare, aiutare la persona a dare un nome alle cose che gli accadono, alle proprie emozioni
        
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- - - - Fare politica non è un qualcosa di poco trasparente o fatto di sotterfugi ma è una spinta valoriale che serve a costruire collettivamente un cambiamento sociale.
        
        L'educazione è politica perché si parla del modo in cui si costruiscono le regole, i valori, le relazioni, i bisogni. La relazione educativa è anche una relazione di potere cioè tra due parti che non hanno egual potere.
        
        L'educatore politico è speranzoso: guarda al futuro e al cambiamento, infatti si dice sia agente del cambiamento, una persona che vede potenzialità.
        
        L'educatore deve essere anche speranzoso, però la speranza è merce rara: questo è il paradosso.
- - - - queste caratteristiche vanno stimolate anche nell’educando ,siccome la creatività e una dote che può riaffiorare in ciascuna persona poiché nel processo creativo le persone arrivano alla scoperta di loro stessi in maniera più profonda ed autentica
        
        ed è per questo che la realtà educativa ha bisogno del processo creativo per turbare le acque calme della quotidianità, offrendo all’educando un nuovo sguardo sulla realtà
        
        citando Rodari la creatività non è un qualcosa che si può trasmettere ma ognuno incontrando l’occasione di poterla sperimentare può accendersi, quindi il compito dell’educatore si base più che altro sulla facilitazione di questo tipo di esperienza, mettendo in conto l’ansia di prestazione, la competitività, il giudizio e tantissime cose che possono benissimamente influenzare l’educando
        
        citando Rodari possiamo mettere a confronto una scuola viva ed una morta, sostenendo che la scuola per i consumatori è considerata morta, mentre quella viva è per i creatori
        
        l'opportunità che offre la creatività è quella di incontrare i nostri desideri aldilà delle vetrine sociali, la creatività quindi può favorire l’incontro con se e con il mondo non decodificato e programmato secondo Rodari ce bisogno di uomini interi e non più di insegnanti e scolari
        
        secondo Morin la scuola cerca di inculcare nozioni scientifiche ed umanistiche che servono ad incanalare nel mondo del lavoro
        
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- - - - Dal punto di vista scolastico l'errore, in molti casi l'errore è visto come una mancanza. Ma l'errore è un'informazione utile sia per l'insegnante e sia per l'insegnato
        
        Questo fenomeno avviene anche in molti servizi educativi. Un sistema che sembra privilegiare l'efficienza a scapito dell'efficacia
        
        Infatti il nostro EDUCATORE ERRANTE non ha vita semplice di questi tempi. Ovviamente però non basta dire che bisogna imparare dai propri errori, ma bisogna anche saper facilitare questo approccio
        
        Bisognerebbe capire chi lo ha commesso; il contesto nel quale è stato commesso; lo stato emotivo nel momento in cui lo commetteva ed infine quali errori simili abbiamo commesso in passato per capire quanto quell'errore si inserisce in un modello di consuetudine