Please enable JavaScript.
Coggle requires JavaScript to display documents.
La grammatica di un'educazione possibile - Coggle Diagram
La grammatica di un'educazione possibile
intenzioni educative che appunto non
sono neutre, non sono solo parte di un apparato tecnico-professionale
ma raccontano chi siamo e che parte vogliamo giocare nel nostro mondo. Una spinta alla conformità
particolarmente paradossale in questi tempi di incertezza, per cui da una
parte si pretende, rispondendo a una vecchia tradizione, di avere degli
educandi che somiglino agli educatori, e che non siano di disturbo all`e-
quilibrio sociale, mentre dall`altra parte gli stessi educatori non sanno or-
mai più chi sono e le identità sociali sono in profonda crisi, poiché l`unico
Dunque è fondamentale essere coscienti di come
Chi svolge questo mestiere è
generalmente spinto da ragioni interne profonde che in qualche misura
non può tradire e, a differenza di altri mestieri, nelle professioni d`aiuto
o educative noi siamo "il nostro strumento di lavoro" e in qualche modo
anche il nostro stile.
Dunque è fondamentale essere coscienti di come
in maniera implicita agiamo delle intenzioni educative che appunto non
sono neutre, non sono solo parte di un apparato tecnico-professionale
spesso negli ultimi anni dell`educatore come un mestiere
impossibile, cosi come qualcuno ha parlato di "fine dell`educazione",
nella logica del moltiplicarsi degli stimoli delle fonti di informazione e
dei modelli della post-modernità (le grida di allarme sull`impossibilità
di gestire gli adolescenti nelle classi scolastiche sembrano andare proprio
in questa direzione).
Siamo alla ricerca di standard che ci dicano se il nostro lavoro è stato
valido o meno, ma se invece, per dirla con Mario Pollo: «La responsabilità
dell
educatore è solo quella di fornire all
educando un modello efficace per la
sua autocostruzione e quindi gli stimoli e gli strumenti necessari a scoprire
e realizzare il proprio progetto personale di vita»?, allora il nostro lavoro
diventa difficilmente misurabile in ragione del risultato da noi auspicato
e nei tempi che pretendiamo di definire a priori.
Dunque si sbaglia per caso ma invece nell
errore c
è del metodo, un di-
segno, un senso, un presupposto da esplorare: non è semplicemente frutto
di una disattenzione, ma di un`intenzione o quanto meno di una convin-
commettere un errore, o "errare" nel senso di vagare, essere alla ricerca di
qualcosa, essere in esplorazione. Inoltre mette in luce
come invece questi sistemi possano migliorare qualora adottino, in maniera
sistematica, metodologie di apprendimento dell`errore (come può essere
la scatola nera per l`aereo). Sicura-
mente questo vale per gli studenti in moltissimi casi, ma cosa succede
invece per i professionisti dell`educazione che abitano questo sistema,
può essere così diversa la cultura