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PSICO CLINICA (Rimondini 21) Psicopatologia 3 - Coggle Diagram
PSICO CLINICA (Rimondini 21) Psicopatologia 3
Quando si parla di PSICOPATOLOGIA?
DISAGIO, SOFFERENZA INDIVIDUALE
la sofferenza si basa su soglie soggettive
INCAPACITA' O DISFUNZIONE
compromissione nel funzionamento sociale, lavorativo (es. uso di sostanze, fobie...)
IMPREVEDIBILITA'
risposta incontrollata e sproporzionata (es. disturbo d'ansia, allucinazioni)
STATO CHE DESTA PREOCCUPAZIONE NEL SOGGETTO E IN CHI LO CIRCONDA
contesto sociale esteso e sanitario
VIOLAZIONE DELLE NORME SOCIALI
determina ansia o minaccia in chi è vicino
concetto relativo alla norma culturale prevalente (rischio di sovra o sottostima
INFREQUENZA STATISTICA
soggetti diversi dalla norma in una distribuzione gaussiana
comportamenti o sintomi rari
PSICOPATOLOGIA IPOTESI DIATESI-STRESS E FATTORI COMPRESENTI
DIATESI-VULNERABILITA'
insieme di caratteristiche individuali che aumentano la possibilità di sviluppo di un disturbo
APPROCCI ALLA PSICOPATOLOGIA
Modello ORGANO-GENETICO
(medico biologico)-
alterazione a carico di
struttura
funzione
conseguente ad anomalie fisiologiche o biochimiche a carico del
SNC
comportamento
Modello SOCIO-GENETICO
il comportamento anomalo è letto come
deviazione da una norma condivisa
, come conseguenza del contesto sociale
Modello PSICO-GENETICO
esito di
conflitto
intrapsichico
apprendimenti e modelli
disfunzionali
alterazione
di schemi cognitivi
deficit
dei processi di transazione (comunicazione)
Modello BIO-PSICO-SOCIALE
SINTOMI E SEGNI
Disturbo soggettivamente riferito dal paziente
sentirsi agitato
avere difficoltà ad addormentarsi
sono esempi di sintomi.
I
sintomi possono NON essere direttamente osservabili
da un esaminatore
sentirsi triste
alterazione direttamente osservabile
che appare spontaneamente
che può essere elicitata per mezzo dell'esame fisico o mentale
che può essere evidenziata con strumenti di laboratorio
SISTEMI DIAGNOSTICI
INTERPRETATIVO-ESPLICATIVI
Lo studio avviene mediante
assunti interpretativi
basati su
costrutti teorici
t
eoria eziologica
che permette di gerarchizzare i sintomi e individuare la sequenza temporale degli eventi (causa)
Modelli DIMENSIONALI
Misura dei tratti (coerenza della risposta individuale a svariate situazioni). Cerca di
misurare le differenze individuali e di quantificarle
non
si stabilisce un
confine tra normalità e psicopatologia
. Si basa su scale elaborate secondo i metodi della statistica multivariata
non si fanno assunzioni a priori sul numero di dimensioni psicopatologiche possibili
non
è stabilito a priori alcun
rapporto gerarchico tra le varie dimensioni psicopatologiche
. Si fa riferimento al singolo caso clinico sulla base dell'intensità, interferenza e durata dei sintomi che caratterizzano la dimensione
sono
flessibili
come nel modello categoriale, ogni dimensione (
sintomo
) corrisponde a un
meccanismo patofisiologico
Manuale Diagnostico Psicodinamico
propone una
diagnosi dimensionale
che si articola
su 3 assi
Asse M
profili individuali del funzionamento mentale
comprensione del profilo del FUNZIONAMENTO MENTALE del soggetto
Asse S
pattern sintomatici, compresi i loro significati soggettivi per i pazienti
valutazione dei PATTERN SINTOMATICI a partire dall'esperienza soggettiva del paziente
Asse P
configurazioni di personalità
valutazione dei pattern e dei disturbi di PERSONALITA'
il termine
ASSE
indica qui una dimensione, o
prospettiva osservativa
, della realtà del paziente che va sempre integrata con le altre dimensioni per la formulazione clinica della diagnosi
quindi non bisogna ragionare come se fosse in cerca di malattie o
disturbi da inquadrare e classificare in contenitori differenti
.
Così viene favorita sia la
molteplicità di sguard
i sia l'integrazione degli stessi come due momenti necessari per il ragionamento clinico e l'osservazione diagnostica
esempi valutazione
Asse P
disturbi narcisitici, schizoidi, parannoidi di personalità
disturbi ossessivo-compulsivi
disturbi dissociativi di personalita
Asse M
capacità di regolazione, attenzione, apprendimento
capacità di relazioni e intimità
capacità di auto-osservaizone
Asse S
disturbi d'ansia, di adattamento sessuali e dell'identità in genere
disturbi da dipendenza
disturbi dell'alimentazione
DESCRITTIVO-CLASSIFICATORI
Partendo da
costrutti teorici diversi
, i clinici giungeranno a formulare diagnosi indagando aree diverse di funzionamento o descriveranno le medesime funzioni utilizzando vocaboli e terminologie differenti
Il problema della classificazione
Analisi della relazione tra membri diversi di una popolazione, in modo da suddividerli in classi
ogni membro con le stesse caratteristiche appartiene alla stessa classe
ma alle caratteristiche degli individui si può attribuire peso diverso (riferimento
teorico
)
la caratteristica che definisce la classe è presente totalmente (sistema
monotetico
)
mutualmente escludentesi ed esaustive
difficoltà ad assegnare un individuo unicamente ad una categoria
in biologia i confini tra classi sono labili, ci si basa quindi su un criterio di affinità (sistema politetico)
Modelli CATEGORIALI
Esistono
disturbi psichici chiaramente identificabili
, come entità separate e indipendenti
costruite su
BASE CLINICA
categorie di pazienti con gli stessi pattern di sintomi hanno la stessa eziologia e hanno bisogno dello stesso trattamento
pazienti che presentano uno
STESSO PATTERN DI SINTOMI
afferiscono alla medesima categoria diagnostica
la somiglianza tra i soggetti che rientrano nella stessa categoria diagnostica è definita
STATISTICAMENTE
(clusterizzazione)
processo di attribuzione alle categorie diagnostiche di tipo
DICOTOMICO
presenza o assenza di elementi distintivi
la
CATEGORIA DIAGNOSTICA
è una SINTESI delle caratteristiche precipue dell'individuo dal punto di vista psicopatologico
Utilità della classificazione
è possibile
REPLICARE STUDI
su soggetti che hanno caratteristiche simili sulla base di definizioni comunemente condivise
fare
PREDIZIONI
e favorire i processi decisionali (diagnosi)
l'assegnazione di un paziente a una categoria diagnostica permette di
SINTETIZZARE
le informazioni che lo riguardano
le classi sono definite sulla base di un consenso di
ESPERTI e su DATI EMPIRICI
definire meglio i concetti e
FAVORIRE IL CONFRONTO TEORICO
fornire una
NOMENCLATURA COMUNE
che favorisca la comunicazione
INTERNATIONAL CLASSIFICATION OF DISEASE, INJURIES AND CAUSES OF DEATH (ICD WHO)
elenco
1948 ICD-6
prima inclusione disturbi psichici
1968 ICD-8
revisione dei sistemi classificatori-eziologia e sintomi soggettivi/comportamentali-scarse attendibilità e consenso
1969 ICD-9 + glossario
definizione operativa per classificare
ricerche di laboratorio
diagnosi differenziale
follow-up
descrizione clinica accurata
familiarità
1994 ICD-10
in uso nei Servizi
2019 ICD-11
DIAGNOSTIC AND STATISTICAL MANUAL OF MENTAL DISORDERS (DSM,APA)
elenco
1968 DSM- II
tentativo di uniformarsi all'ICD 8
1980 DSM-III e1987 DSM-III-R
approccio ateorico, consenso esperti
1994
DSM-IV
sistema multiassiale, criteri diagnostici di inclusione-esclusione (2000DSM-IV-TR Text Revision)
1952 DSM-I
2013 DSM 5 (2022 DSM 5-TR)
22 aree diagnostiche, introduce aspetti dimensionali (livelli di gravità)
sono stati indicati per ogni disturbo sia i codici dell'ICD-9 sia quelli dell'ICD-10-CM