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La grammatica di un’educazione possibile, L’educatore artigiano,…
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L’educatore artigiano
Ritiene che l’educazione sia un’arte poiché sia l’edizione che l’arte hanno a che fare con qualcosa di unico e irripetibile.
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È colui che deve cercare di nominare e non di reificare, cioè deve aiutare l’altro a dare un nome alle cose che gli accadono.
Dev’essere capace egli stesso di gestire la vulnerabilità e l’incertezza della relazione d’aiuto.
Questo però non significa negare l’utilità delle diagnosi ma è giusto che rimangano solo uno strumento.
L’educatore creativo
Essere un educatore creativo significa costruire nuovi sguardi, vedere la realtà da più punti di vista, assecondare lo stupore e la curiosità che gli permette di guardare l'altro oltre il suo personaggio, ed essere capaci di sollecitare e favorire l'emersione della creatività nell'altro.
È colui che si trasforma in un animatore creativo nelle arti espressive ma nella vita quotidiana nel modo in cui affronta le relazioni e i problemi di tutti i giorni. L'educazione attraverso la creatività e lo stupore può proprio favorire la "meraviglia" di un incontro inedito con sé e con il mondo come qualcosa di non già decodificato e previsto.
La creatività richiede la persona intera e prova a superare la moderna alienazione che ci vorrebbe sganciati dalle nostre capacità di creare e di comprendere la nostra vita quotidiana.
È creativa una mente sempre al lavoro, sempre a far domande, a scoprire problemi dove gli altri trovano risposte soddisfacenti, a suo agio nelle situazioni fluide nelle quali gli altri fiutano solo pericoli.
L’educatore politico
È colui che ritiene che l’educazione è strettamente legata alla politica poiché entrambe hanno a che fare con la costruzione di un progetto di vita futura individuale o collettiva.
È sperazoso ed ha uno sguardo al futuro tenendo conto dei cambiamenti poiché vede del potenziale nello sviluppo delle persone e dei gruppi.
Per lui, l’educazione ha alla base una logica politica infatti educare significa aiutare l’altro ad appropriarsi del mondo in cui vive.
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L’educatore errante
Il problema dell'apprendere dall'errore non è però una questione che riguarda solo i singoli individui, ma è un tema fondamentale anche per le organizzazioni.
È colui che pone l’errore al centro di un percorso di emersione e riflessione che ci permette di distillare quante più informazioni e innovazioni per il futuro.