una ragione può essere che la stessa parte che aveva incaricato mediatore cambi idea e rinuncia a vendere: può farlo, perchè chi da incarico al mediatore non è obbligato a concludere affare con la persona con cui mediatore lo mette in contatto
→ ma in caso deve rimborsare spese al mediatore.
dall'altra parte, anche mediatore non è obbligato ad adoperarsi per mettere il cliente in contatto con possibili controparti(≠ ulteriore differenza con agente e mandatario che invece assumono obbligo di compiere/promuovere affari x cliente).
Tutto ciò, insieme con il rilevo che codice non defisse il contratto di mediazione, ha portato a pensare che mediazione non sia un contratto, cioè un atto volontario da cui nascono eff giuridici conformi alla volontà, ma sia una fattispecie composta da alcuni fatti materiali a cui la legge ricollega la nascita dell'obbligazione di pagare la provvigione.
→ una diversa teoria pensa che sia un contratto unilaterale, che genera obbligazioni non a carico del mediatore, ma solo a carico di chi sollecita/accetta il suo intervento.
è soggetta tuttavia ad alcune regole che individuano suoi obblighi e responsabilità, cioè il mediatore:
- deve comunicare alle parti circostanze, a lui note, relative alla valutazione e alla sicurezza dell'affare, che possano influire sulla conclusione di esso;
- risponde dell'autenticità della sottoscrizione dei documenti;
Disciplina particolare è dettata x i mediatori di commercio, c.d. broker, cioè coloro che individuano il tipo di servizio assicurativo + adatti x le esigenze di questo e lo mettono in contatto con la compagnia di assicurazione + idonea a fornirlo, x la stipula del relativo contratto (tale attività presuppone iscrizione all'albo).