Anche sulla validita di tale documento (peraltro non chiarita dal diffidante), ci si riserva di ritornare infra, accennando sin d’ora come sia proprio la data, riportata nella diffida, a rendere tale documento -che, comunque e in ogni caso, costituisce parere di soggetto privato- assolutamente non attuale alla data odierna.
Ad abundantiam, vale la pena rammentare come l’odierno diffidante lamenti “trasferimenti [transfrontalieri di dati degli utenti, NDR]”, “tracciamento e profilazione degli utenti” per Microsoft Office Online, OneDrive e molte app mobili di Microsoft. A parte le considerazioni che seguiranno, da una rapida ricerca testuale nel documento effettuata per le parole chiave sopra riportante, non emerge nessun risultato per Office Online e nessun risultato per OneDrive. Non risulta comprensibile, quindi, come il documento riportato risulti conferente rispetto alla tesi dedotta: anche il settimo documento proposto non dimostra in alcun modo l’illegittimità del comportamento dell’Istituto e risulta, comunque e in ogni caso, inconferente rispetto alla tesi, non dichiarata l’attinenza