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SECONDA PARTE TOTA - Coggle Diagram
SECONDA PARTE TOTA
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Modleski vede nel cinema di Hitchcock una messa in discussione delle nozioni di genere fisse. In Rebecca è il desiderio della donna, declinato nella forma del rapporto madre /figlia, che viene
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In La finestra sul cortile lo spettatore maschile si identifica fortemente col femminile, con posizioni anche masochiste. Le identificazioni sono per lo più mutevoli.
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Potere, media e produzione del discorso
Il potere è basato sul controllo della comunicazione e dell’informazione, sia che si tratti del macropotere dello stato o delle corporation dei media, o del micropotere di organizzazioni di ogni sorta.
Il potere è la capacità relazionale che permette a un attore sociale di influenzare asimmetricamente le decisioni di altri attori sociali in modo tale da favorire la volontà, gli interessi e i valori dell’attore che esercita il potere
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La coercizione: possibilità del ricorso alla forza, alla violenza fisica
Il discorso: costruzione di significato condiviso, definizione di ciò che è “valore”, insieme di linguaggi, valori e cornici interpretative che inquadrano l’azione umana.
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L’autrice evidenzia come nei film degli anni ’40 la donna e le dinamiche del desiderio femminile siano centrali.
Doane attraverso i testi della psicoanalisi ricostruisce o meglio immagina quale esperienza di fruizione la donna in sala possa vivere.
Fondata sul pathos, l’esperienza di fruizione della spettatrice si caratterizza per una «iperidentificazione con l’immagine». Ma il pathos connota sempre una perdita o una cancellazione della soggettività nel percorso di significazione.
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Elementi extra testuali: mobilità urbana delle donne, abbandono dell’ambiente domestico e impiego remunerato nei centri urbani, indipendenza economica, libertà dei costumi sessuali, consumer culture, riconfigurazione dell’esperienza della donna come spettatrice.
Elementi testuali: la figura del divo rappresenta una immagine di mascolinità antitetica rispetto a quella normativa e Valentino ha talvolta connotazioni femminili.
Questo studio è stato possibile perché si abbandona l’idea che l’esibizione e lo spettacolo del corpo femminile rappresentino semplicemente la subordinazione della donna.
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La FFT è stata criticata anche per essersi soffermata solo sul genere del soggetto, senza considerare il soggetto nella sua dimensione etnica e post-coloniale.
La critica si riferiva al fatto di aver costruito un modello di spettatrice femminile universale che in verità era identificabile con quello di donna bianca, borghese e occidentale.
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Attraverso l’analisi del discorso, l’Autore analizza il modo in cui i media contribuiscono a riprodurre le nuove forme di razzismo, individuando alcune strategie:
Argomenti: nel caso del razzismo riguardano nuovi immigrati in arrivo, problemi sociali (welfare, occupazione, ecc.), risposta della popolazione, caratterizzazioni negative della diversità ecc.
Citazioni: in genere si scelgono quelle fonti che confermano l’atteggiamento generale rispetto al gruppo in questione.
Significati locali: cioè la scelta lessicale di parole come per esempio «rivolta», «disturbo», «terrorista» piuttosto che «ribelle». Ad esempio i «signori della droga» sono sempre gli spacciatori del Sud America mai quelli statunitensi.
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Negli anni ‘90 la FFT perde la centralità conquistata nel decennio precedente mentre si affermano nuovi metodi di ricerca.
Rey Chow analizza il testo cinematografico come una pratica discorsiva in cui il rapporto io/altro, maschile/femminile si intreccia con quello oriente/occidente.
I film presi in considerazione sono L’ultimo imperatore di Bernardo Bertolucci e M. Butterfly di David Cronenberg.
La spettatrice tra gender e cultural studies L’approccio dei cultural studies porta a una ridefinizione della teoria della spettatrice
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Il rapporto tra soggetto e schermo dipende anche da discorsi culturali, mediali e sociali. È ipotizzata una convergenza tra elementi testuali ed extra-testuali.
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Relazioni di specificazione: generalmente si inizia con un riassunto generale di un evento nel titolo e nel sottotitolo e il resto della notizia specifica i dettagli. Tuttavia questa specificazione può aver luogo o meno a seconda della necessità di (de)enfatizzare alcuni aspetti.
Relazioni di contrasto: per esempio enfatizzando la «loro» mancanza di iniziativa e il «nostro» aiuto.
Altra strategia semantica è ad esempio quella delle negazioni «apparenti» [non abbiamo niente contro gli stranieri ma ...; naturalmente è triste per gli immigrati ma ...]. La struttura del discorso è fatta in modo tale che la parte negativa della frase viene fuori dall’insieme del discorso.
Forme e formulazioni del discorso: che possono enfatizzare o meno i significati. Così le violenze delle minoranze appaiono in grandi titoli mentre non accade per altre notizie su di loro.
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Il nuovo razzismo nega la natura stessa di razzismo. In altri termini, le forme del nuovo razzismo sono discorsive «sono espresse, agite e confermate dal testo e dal parlato» [p. 40]. Sembrano molto lontane dalla violenza aperta e dalla segregazione forzata del vecchio razzismo, ma sono altrettanto efficaci.
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L’analisi del discorso consiste in una descrizione delle diverse strutture e strategie del testo o del parlato in rapporto al contesto sociale o politico [analisi semantica del discorso rispetto a un contesto].
Il discorso come pratica sociale: «sistemi caratterizzati da precise regole di esistenza che esercitano una funzione concreta nella storia delle idee e delle istituzioni».