«Da una parte, esse usavano questo termine in senso letterale per descrivere l’atto di negare il presente, atto che credono di realizzare ogni volta che cominciano a leggere un libro e si fanno prendere dalla sua storia. Dall’altra, esse usavano questa parola in modo più figurato per dar corpo al sentimento di sollievo un po’ vago, ma nondimeno intenso che provavano identificandosi con una eroina la cui vita, sotto certi aspetti cruciali, non assomiglia affatto alla loro» [Radway 1987, cit. in Moores 1993, p. 86].