Ciò che unisce i tre processi è la logica a rete: il potere no concentrato nelle istituzioni, organizzazioni o controllori simbolici, bensì diffuso in reti globali di informazioni, immagini, flussi finanziari e potere che circolano e mutano in continuazione, entro confini smaterializzati. La Network society= dall’impostazione verticale delle burocrazie dello Stato, dell’esercito, delle grandi aziende= in un’organizzazione a rete, flessibile, che sa adattarsi con maggiore facilità a nuove circostanze grazie a infrastruttura tecnologica su cui è basata.
Per Castells, le reti= nuova morfologia sociale delle nostre società: la contemporaneità costruita intorno a flussi e a un tempo senza tempo, grazie alle tecnologie digitali che rendono possibile comunicazione in tempo reale o in forma asincrona, slegata da tradizionali cronologie e da quel tempo biologico che caratterizza gli spazi materiali e fisici.
L’economia, il capitalismo, il lavoro, lo Stato, la cultura, città= sempre più informazionali. Il termine informazionale= l’attributo di specifica forma di organizzazione sociale in cui sviluppo, l’elaborazione e trasmissione delle informazioni= fonti basilari di produttività e potere grazie a nuove condizioni tecnologiche emerse in questo periodo. Senza i network informazionali, la new economy, globale e interconnessa, non esisterebbe, poiché si basa su mercati finanziari interdipendenti, fatti di computer che organizzano transazioni tra punto e l’altro del pianeta in tempo reale= modello che no configura come superamento del capitalismo quanto come ciò che ne favorisce l’espansione e la pervasività in un’ottica globale
Nel quadro interpretativo proposto da Castells anche Stati nazione>riorganizzando, diventando essi stessi dei network: da una parte, delegando il potere a forme sovranazionali di tipo federale, dall’altra, interno del singolo Stato, delegano potere a periferie e assegnano organizzazioni non governative compiti storicamente assegnati allo Stato= socialità stessa ad essere in rete, da comunità si passa al network, non nel senso che non vi sia più socialità legata al luogo fisico, ma che società contemporanee guardano a modelli di relazioni non più uniformi. Mutano rapporti, amicizie e famiglia stessa, pur fondamentale nel costruire legami intimi, no sede predefinita delle relazioni. Castells= nuovo di paradigma della tecnologia dell’informazione, basato sull’interconnessione e in cui tecnologie= parte integrante dell’intera attività umana.
circolo virtuoso di sviluppo così come spirale negativa di sottosviluppo, e direzione del processo no decisa da tecnologia ma da dinamiche conflittuali della società. Le società complesse non sono comunità omogenee, caratterizzate da valori e interessi comuni e condivisi, ma contraddittorie e attraversate da conflitti più o meno latenti. Per Castells internet> opportunità positiva. Il vero problema no inclusione nella società in rete ma l’esclusione> colpisce il sud del mondo, ma anche aree metropolitane più avanzate, dove esclusi vivono separati e ghettizzati.
È la questione del digital divide e più complesse forme della diseguaglianza digitale.
L’evoluzione tecnologie introdotto attori e contenuti nell’organizzazione sociale, autonomi rispetto centri di potere tradizionali e in grado di ridisegnare i rapporti di forza in scenario in cui il potere principale> quello della comunicazione= mass self-communication, comunicazione di massa individuale che, contrapposizione ai grandi network> possibilità ai movimenti sociali di intervenire con efficacia nella comunicazione.