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L'ITALIA DEL '48 - Coggle Diagram
L'ITALIA DEL '48
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il risveglio culturale
l'idea di unificazione italiana è di retaggio rivoluzionario-napoleonico; i contemporanei italiani del 1848 chiamavano questo spirito Risorgimento italiano
Fu possibile quasi unicamente grazie al dibattito culturale che offrì la possibilità di far approdare questi nuovi concetti di INDIPENDENZA e UNIFICAZIONE
ESPONENTE É MAZZINI
Giuseppe Mazzini (1805-1872) credeva che l'unificazione fosse un dovere religioso più che una rivendicazione di un diritto individuale. Allo scopo di elevare politicamente e moralmente il popolo.
IL PROGRAMMA MAZZINI
Mazzini prese una nuova posizione, unendo i principi democratici e repubblicani dalla forte ispirazione MISTICO-RELIGIOSO
"DIO E POPOLO"
Dall'idea laica di fede nella libertà, egli faceva nascere il principio di associazione che si contrapponeva a quello individualista del '700.
Erano i popoli coesi in nazioni ad essere protagonisti della storia che lottavano per la loro condizione di UMANITÀ LIBERA E AFFRATELLATA.
ideale politico
Il contenuto della sua idea era CHIARA; egli ricercava l'INDIPENDENZA tramite l'INSURREZIONE DELL'INTERO POPOLO SENZA DISTINZIONE SOCIALE.
EGLI FAVORISCE LA NASCITA DI UNA REPUBBLICA.
ideale sociale
Mazzini parlava di coesione sociale basandosi sul principio di associazione rifiutando la "LOTTA DI CLASSE" (teorizzata da Marx).
Pertanto secondo Mazzini era necessario abolire tutti gli orientamenti di stampo Carbonaro che l'Italia aveva conosciuto.
Occorreva:
1) Un'azione unitaria e una visione nazionale del problema politico (non individuale).
2) Non riporre tutta la fiducia di un'azione
politica in un sovrano.
3) Un atteggiamento più chiaro e conciso sulle operazioni sociali (evitando ogni atteggiamento di segretezza).
4) Integrare il popolo nelle azioni sociali e politiche.
I PROGRAMMI MODERATI
In seguito a quello di Mazzini, nacquero un'insieme di altri importanti progetti politici di impornta MODERATA.
Essi prediligevano, NON L'INSURREZIONE, bensì un progetto politico PACIFICATORE (spesso di stampo cattolico e liberale)
Nel 1843, VINCENZO GIOBERTI (abate 1801-1852) promuove la sua visione politica.
Questo movimento ispirò numerosi scrittori della portata di Manzoni, Rosmini e Tommaseo.
Il problema però emerse ben presto:
Alla domanda: CHE FINE FACEVA L'OCCUPAZIONE AUSTRIACA? Secondo alcuni l'Austria avrebbe potuto O UNIRSI A QUESTO PROGETTO RAFFORZANDO IL CONTROLLO CON L'ITALIA O NON VENENDONE INCLUSA, ESCLUDENDO PER CUI, IMPORTANTI REGIONI ITALIANE.
Egli credeva che la religione potesse essere il collante di una nuova unificazione nazionale (come era avvenuto in Grecia) e che fosse garantita dal Pontefice Massimo.
Gioberti pensava ad una CONFEDERAZIONE CATTOLICA SOTTO LA PRESIDENZA DEL PONTEFICE; una riforma neoguelfa che riponeva fiducia nella sensibilizzazione del papa nell'adottare un pensiero nazionale e liberatore.
CESARE BALBO (1789-1853)
La sua idea nasceva dalla critica del sistema neoguelfo proposto da Gioberti.
Egli pensava che fosse necessario eliminare la componente Austriaca per ritornare in possesso dei territori del Lombardo-Veneto cosicché fosse possibile unificarsi integralmente.
Per operare in questo modo, Balbo, credeva fosse sufficiente corrompere l'Austria nella conquista dei Balcani (eliminando gli ottomani in crisi).
Questo era però possibile solo ed unicamente avendo a disposizione un forte esercito per aiutare l'Austria ( e per difendersi da essa).
Tale esercito poteva essere costituito solo grazie all'aiuto di un importante sovrano; rivisto proprio nella figura di CARLO ALBERTO DI SAVOIA, successore di CARLO FELICE dal 1831.
Egli pertanto credeva in una CONFEDERAZIONE PRESIEDUTA DALLA DINASTIA DEI SAVOIA DEL REGNO DI SARDEGNA.
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IL PROGRAMMA DI UNA REPUBBLICA FEDERALE (tale programma si contrapponeva contemporanei mazziniani e moderatori recentemente emersi).
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