struttura concettuale che:
-include tutte le possibili realizzazioni del fenomeno descritto ( aree critiche nella comunicazione)
-E' in grado di generare comportamenti (trae una guida per una sua azione interculturale)
-Si presenta in maniera gerarchizzata (semplicità e economicità includendo solo le caratteristiche qualificanti e sostanziali)
A) la competenza comunicativa è una realtà mentale che si realizza come esecuzione nel mondo. Nella mente ci sono 3 nuclei che costituiscono il sapere la lingua (competenza linguistica, capacità di comprendere e produrre; competenza extralinguistica, capacità di comprendere le espressioni e gesti del corpo, valutare impatto comunicativo e distanza interpersonale; il nucleo delle competenze contestuali relative alla lingua in uso
B) le competenze mentali si traducono in azione comunicativa e nel saper fare lingua
C) I testi orali e scritti prodotti attraverso il meccanismo di padronanza contribuiscono a eventi
comunicativi, governati da regole sociali, pragmatiche e culturali.
Se riprendiamo questo modello di competenza comunicativa e lo integriamo con quanto serve per poter comunicare tra persone di cultura diversa, riducendo al minimo i rischi di incomprensione derivati dalle differenze culturali possiamo integrare il modello in modo da renderlo adeguato a descrivere non solo il fenomeno “comunicazione” ma anche quello “comunicazione interculturale”.
Comunque, per un’integrazione fondamentale non bastano le abilità linguistiche ma servono anche quelle relazionali. Nella prima versione del modello abbiamo competenze da osservare, tra mente e mondo troviamo un ponte costituito dalle abilità relazionali che vanno sviluppate modificando la propria forma mentis: il saper osservare, relativizzare, il saper sospendere il giudizio, saper ascoltare attivamente. Se riprendiamo questo modello di competenza comunicativa e lo integriamo con quanto serve per poter comunicare tra persone di cultura diversa, riducendo al minimo i rischi di incomprensione.