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SOCIOLOGIA DEI MEDIA 1 - Coggle Diagram

- - - - Questi due processi> conseguenze circolazione contenuti mediali: smaterializzazione contenuti, compressione e trasferimento più veloce, manipolazione o modifica, conservazione in supporti poco spazio. con i media analogici processi> più complessi e costosi, ma digitalizzazione causato la smaterializzazione dei contenuti e cultura, per mostrare come essa stata accompagnata da esplosione di nuovi oggetti materiali e nuovi hardware (pc, USB).
        Decostruendo idea diffusa effetti del digitale=tecnologie digitali stimolino diffusione nuovo universo materiale, costituito da supporti e oggetti fisici, circondati da significati, simboli, mitologie.
- - - - “il mezzo più recente” concetto temporale, temporaneo e storico= oggi nuovo, domani già sorpassato
        
        no processo lineare, da forme di comunicazione “stupide” a forme “intelligenti”, il medium più recente no sempre il migliore, le storie dei media= costituito da prove ed errori, forme metabolizzazione e rifiuto
      - affermare l’ingresso in nuovo paradigma comunicativo senza precedenti= conoscere storia comunicazione e rintracciare parallelismi, a livello tecnologico e concettuale. È utile rintracciare traiettoria storica dei concetti per capirne l’affermazione contemporanea e i significati stratificati, per evitare approccio che esalta solo la novità
        
        contrastare il nuovismo:media frutto di un processo di selezione storica, diverse fasi di vita dei media influenze formative, delle logiche che non scomparse ma continuano a influenzarne il funzionamento; è impossibile studiare la dimensione attuale senza considerare stratificazione storica.
    - - B. Oscillazione tra rivoluzione e immobilismo: l’approccio storico aiuta sbarazzarsi duplice deriva fuorviante per studio dei media digitali:
        
        da un lato> approccio rivoluzionario: riconosce nei media digitali continua e radicale rivoluzione, in nome dell’innovazione tecnologica= sottolinea perpetua instabilità del digitale e rivoluzione permanente cui sottopone i soggetti utilizzatori.> dal fatto che i media digitali spesso descritti differenti da tutte le forme di comunicazione precedenti, sostenendo significato mitico di “rivoluzione permanente”. Questa enfasi su natura rivoluzionaria> soprattutto nel mondo ricerca scientifica, poi esponenti politici, dei magnati di imprese privati, di esperti e tecnici…
      - dall’altro visione dell’immobilismo: sconfessa carattere dirompente del digitale, interpretato come continua riproposizione di precedenti schemi> motto “niente cambia davvero”=continuità più importanti delle rotture. Il cambiamento= dimensione centrale storia dei media, soprattutto digitali> aiuta a concepire tecnologie come oggetti instabili, di transizione, vecchi e nuovi; la storia= disciplina più adatta ad assumere prospettiva dinamica dove i media visti costante evoluzione, in periodi di tempo brevi o lunghi.
        
        La ricerca storica considera movimenti e correnti profonde e privilegia lentezza e lunga durata, dove si realizzano i mutamenti sociali più profondi e significativi. benefici della storia applicata ai media digitali= ritmo frenetico e quotidiano dell’innovazione no= ritmo lento e incerto dell’assorbimento, della metabolizzazione e dell’addomesticamenti delle tecnologie= media digitali non cambiano quotidianamente gli esseri umani, ma loro rilevanza compresa in prospettiva di lungo termine. Si devono leggere i media digitali come continuazione di quelli analogici, come se digitalizzazione no continuato a cambiare le società contemporanee e i comportamenti umani. Con immobilismo= forma di determinismo che cela rischio cruciale per storici dei media, cioè l’anacronismo.
        
        Tenta di attribuire ai media digitali caratteristiche che no potuto esistere nel tempo passato, perchè i mezzi come noi li conosciamo e usiamo= conseguenza di trasformazioni, abitudini e vincoli sociali e tecnologici emersi nel dopoguerra. È vero che esistono continuità di usi e di pensiero, ma insistere sull’esistenza di rigida genealogia, per dimostrare che tutto già previsto, è fuorviante, perchè ogni medium essere compreso solo calandolo pienamente nel contesto in cui è stato creato e in cui usato. Alcuni storici rimarcano le somiglianze in misura maggiore rispetto alle discontinuità, ma è chiaro che realtà politiche, economiche e culturali, cosi come i media digitali, sono diversi.
        
        C. Errore teleologico: l’evoluzione tecnologica traiettoria lineare e progressiva>digitale come movimento in avanti dirompente, inarrestabile e incontrovertibile. Gli storici scienza e tecnologia adottare approccio simmetrico, dedicando stessa attenzione ai media vincenti e perdenti, contestando l’idea dei processi lineari di innovazione. Un processo storicamente lineare prevede passato sia spiegato come preparazione al presente= fuorviante perchè no fine verso cui storia dei media digitali tendere, no percorso lineare e incontrastabile che fa giungere ai media di oggi, ma diversi snodi per cui potuta andare diversamente> uno dei mantra dell’archeologia dei media, la cui sensibilità archeologica ci aiuta a comprendere il ruolo di quelle forme tecnologiche ormai estinte, abbandonate o fallite, ma incarnato particolari visioni del ruolo del digitale all’interno delle relazioni e dei contesti sociali in cui sono nate.
        
        La storia di qualsiasi media è ricca di soluzioni sconfitte e scartate, il tasso di mortalità dei media digitali è elevato e gli errori di valutazione sono molti; in altri casi alcuni media digitali sostituiti rapidamente, nati con degli scopi e riadattati a particolari esigenze (internet). L’ultima fondamentale rilevanza dell’approccio storico= focus sulla fragilità, la reversibilità delle traiettorie dell’innovazione che in evidenza traiettorie interrotte e idee e pratiche del passato. L’utilità dell’approccio storico in sostanza intesa come la spinta a normalizzare il nostro rapporto coi media digitali, depurarlo da cliché, entusiasmi e mitologie, permettendo di osservarlo in maniera oggettiva.