Piattaforme come Google, tramite algoritmi come il PageRank, non restituiscono i risultati solo in base ai termini usati, ma tiene conto anche delle nostre caratteristiche personali (area geografica, ricerche passate…). Se siamo utenti di altri servizi offerti da Google le info arriveranno da Gmail, Google Drive, Google Maps…Diventano degli occhiali con cui percepiamo il mondo, ma a questa immagine viene applicato un filtro unico e personale, che mostra un mondo diverso per ognuno di noi a seconda delle informazioni che forniamo su di noi, inconsapevolmente o meno (algoritmi simili usati anche da Facebook nel proporre le notizie in bacheca ad ogni utente).
Nell’ambiente digitale la frequenza con cui incontriamo persone che ci sono simpatiche, idee che condividiamo, contenuti interessanti, rappresenta sempre meno il risultato di una nostra scelta e sempre più l’esito di strategie tecnologiche e commerciali volte ad anticipare ciò che potremmo presumibilmente desiderare/acquistare, nascondendo tutto il resto.