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IL MANIERISMO - Coggle Diagram

- - - - Modellato sul tempio prostilo tetrastilo, l’ordine gigante di facciata corrisponde alla sola navata centrale.
        
        Quattro semicolonne composite su alti piedistalli sostengono una trabeazione sormontata da un timpano a dentelli. L’ordine gigante si intreccia a un secondo profilo di tempio con frontone spezzato e paraste corinzie.
        
        Nel trattato di architettura Palladio scrive di preferire la pianta centrale, perché si accorda all’immagine del creato e, come tale, si confà di più alla divinità.
        
        In pianta Palladio affronta il rapporto tra corpo longitudinale e corpo accentrato. Un grande ambiente rettangolare, diviso a tre navate, da cui sporgono due esedre a mo’ di transetto, è concluso da un presbiterio quadrato e un profondo coro a semicerchio.
        
        Palladio crea accorgimenti tali che, nonostante la grande estensione longitudinale della chiesa, chiunque si trovi sotto la cupola ha l’impressione di essere in uno spazio centrico.
  - - - Con un sistema ingegnoso e fortemente decorativo, Palladio riesce ad aggiornare l’aspetto ancora medievale della piazza dei Signori.
        
        un doppio ordine di pilastri con semicolonne addossate include un sistema di serliane doppie,
        • la posizione fissa delle semicolonne e l’ampiezza costante degli archi suggerisce una scansione regolare che è solo apparente.
        
        Per rispettare la posizione dei varchi preesistenti, Palladio cambia di volta in volta la distanza tra i pilastri e le coppie di colonne delle serliane.
  - - - Ai rivestimenti pregiati romani, sostituisce materiali poveri e parti in serie montate in un secondo tempo che rendono la costruzione più rapida ed economica.
        
        L’interno del Redentore presenta: una navata rettangolare con tre cappelle per lato , un presbiterio cupolato cui si accede attraverso un arco che restringe la navata , tre esedre, di cui due formano i bracci del transetto e una con quattro colonne libere che creano un’abside, un coro profondo e lungo.
  - - - La cavea, chiusa da un colonnato con statue, circonda l’orchestra e fronteggia il palcoscenico, dietro al quale si trova uno scenario architettonico fisso, la scaenae frons, che presenta due ingressi laterali o versurae, la valva regia e le valve hospitales da cui partono cinque strade.
        
        Una delle grandi invenzioni di Palladio è costituita dalle prospettive tridimensionali viste oltre la scaenae frons: l’illusionismo prospettico fa apparire lunghissime strade di città. Alla morte di Palladio l’opera fu continuata dall’allievo Vincenzo Scamozzi: a lui si devono le prospettive delle valvae hospitales, ispirate al progetto di Palladio per la valva regia.
- - - - Mentre nei soffitti vi sono raffigurazioni di dèi e di allegorie, le pareti raccontano in modo intimo e quotidiano la vita armoniosa della famiglia Barbaro.
        
        Un trompe l’oeil della Sala a crociera. Oltre che con il disegno e il colore Veronese ottiene effetti illusivi grazie all’impiego dello stucco, che crea qui un vero rilievo nel timpano della porta. Una bambina, vestita di verde e dipinta a grandezza naturale, si affaccia facendo capolino da una porta socchiusa.
  - - - La scena si svolge sotto un prezioso e altissimo porticato rinascimentale. I commensali dichiarano negli abiti e negli atteggiamenti la propria appartenenza al ricco patriziato veneziano e non al racconto sacro. Il porticato rinascimentale e le due scalinate sono essenziali alla composizione, che senza di essi risulterebbe squilibrata e insignificante. Il cielo inonda di luce chiarissima una città dagli edifici classicheggianti
        
        Gli venne rimproverato di aver inserito nella tela «buffoni, imbriachi thodeschi, nani e altre scurrilità». L’artista si difese facendo appello alla natura della sua pittura, gioco di fantasia privo di istanze ideologiche. La sentenza fu mite: il pittore dovette operare tagli e cambiare il titolo, ma lo spirito dell’opera restò immutato.
- - - - Il tema tradizionale presenta importanti novità: rovesciando la visione consueta, Tintoretto crea una
        prospettiva obliqua che, lungo le linee dei tavoli, dei cassettoni del soffitto e delle piastrelle del pavimento, guida lo sguardo dello spettatore verso il fondo.
        
        In alto gli angeli, dipinti con filamenti d’oro, sono presenze incorporee fatte di sola luce Nuova è l’ambientazione di un’osteria popolare, rappresentata con un realismo sincero e profondo, I bagliori della luce, proveniente da una lampada a olio sul soffitto, colpiscono le figure facendole emergere dall’ombra. Alla luce rossastra e fumosa della stanza si aggiunge quella quasi fluorescente emanata dagli Apostoli. Il colore, così impastato da sembrare monocromo, accentua il senso di visione soprannaturale. Intorno a Gesù, il chiarore si fa più intenso: non è una semplice aureola, ma una fonte luminosa autonoma e fortissima.