La concorrenza sulle ridotte risorse naturali può acuire le tensioni sociali e portare a conflitti, seguiti spesso da
“sfollamenti”. Si crede che entro il 2050 il numero di migranti causati dai cambiamenti climatici aumenterà del 40%, corrispondente a un aumento stimato tra i 25 milioni e il miliardo. I numeri reali dipendono dalla forza dei cambiamenti, dai provvedimenti presi dall’uomo e dai fattori socioeconomici, politici e demografici che influenzano la decisione di emigrare. I processi a lungo termine, come l’innalzamento del livello del mare e la desertificazione, porteranno, nel tempo, a indurre più spostamenti delle calamità a breve termine. Le popolazioni più colpite saranno: i paesi poveri, per via delle loro basse possibilità di adattamento, dovute a povertà e disinformazione; quelli che vivono su isole basse o in prossimità della costa, per via della loro vulnerabilità geografica e non migreranno i più poveri, poiché questi ultimi non avranno le risorse per farlo. La maggior parte delle migrazioni ambientali saranno interne.