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MODULO II - I CAMBIAMENTI CLIMATICI parte 3 - Coggle Diagram
MODULO II - I CAMBIAMENTI CLIMATICI parte 3
Piante, Animali ed Ecosistemi
La maggior parte delle piante e degli animali del nostro
Pianeta vivono in aree con specifiche condizioni
climatiche.
Ogni cambiamento del clima di un’area può influenzare
le piante e gli animali che ci abitano, così come la
composizione dell’intero ecosistema.
È stato osservato che i cambiamenti climatici possono
anche alterare i cicli di piante e animali.
Molte piante iniziano a crescere e a fiorire prima in
primavera e a sopravvivere più a lungo in autunno.
Alcuni animali hanno un periodo di ibernazione più
corto, e stanno iniziando a migrare in periodi diversi.
Scomparsa di Habitat
Mentre la Terra si riscalda, le piante e gli animali che
necessitano di habitat freddi per prosperare potrebbero
non avere più luoghi adatti in cui vivere.
Per esempio, l’orso bianco e gli altri animali autoctoni
dell’Artide stanno osservando una distruzione progressiva
del loro habitat naturale.
Se la Terra continuasse a riscaldarsi,1/4 di tutte le piante e
gli animali terrestri potrebbero estinguersi entro i prossimi
100 anni.
Perdere una specie può avere effetti importanti su molte
altre.
L’uomo può aiutare l’adattamento di questi animali
proteggendoli e preservando i loro habitat.
Lo Spostamento delle Specie
La distruzione e il cambiamento degli habitat
naturali causa enormi cambiamenti nelle abitudini
di fauna e flora di tutto il mondo.
Un campione di 4000 animali da tutto il mondo
mostra che quasi metà sono in spostamento. Le
specie, sia terrestri che marine, migrano verso le
regioni più fredde con velocità sempre maggiori.
Per esempio, l’aumento delle temperature ha
portato alci e lepri in luoghi dove non erano mai
stati visti. Questi spostamenti possono arrecare
danni alle specie locali e portare al cambiamento
della dieta delle popolazioni autoctone.
Il riscaldamento muta anche la tempistica dei
cicli biologici. Molti fiori fioriscono diverse
settimane prima nella stagione, e
innumerevoli animali si accoppiano sempre
più presto. Questo porta a problemi di
coordinazione tra molte specie.
Con parti di ecosistemi che si spostano, nel
tempo e nello spazio, non è chiaro quale sarà
il risultato di questi cambiamenti.
Barriere Coralline
Le barriere coralline possono essere trovate nelle basse
acque tropicali, sono composte da milioni di animali chiamati
coralli e fungono da habitat ad innumerevoli specie di pesci e
altre creature oceaniche.
Gli oceani si stanno acidificando a causa dell’alta
concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera.
L’acidificazione e l’aumento di temperature danneggiano le
barriere coralline.
La perdita delle barriere coralline ridurrà gli habitat di molte
di queste creature marine, e interromperà la catena
alimentare che lega tutti gli organismi viventi dell’oceano.
Anche fare immersioni, fare snorkeling e andare in barca in
queste zone può danneggiare i coralli.
Aree Costiere
I cambiamenti climatici danneggiano le coste, gli
edifici e le città costiere.
Le comunità che vivono al livello del mare
subiscono il rischio di inondazione.
L’aumento del livello del mare porterà anche
all’erosione di spiagge e zone umide costiere.
Anche l’intensificazione delle tempeste tropicali
arrecherà danni alle coste.
Città Costiere
L’innalzamento del livello del mare pone rischi alle
città che si trovano in prossimità del mare e
dell’oceano.
Esempio: inondazioni di Venezia.
L’inondazione delle città costiere porta alla perdita
di case, imprese e lavori.
Soluzioni: protezione o ripristino delle linee
costiere naturali, miglioramento dei sistemi di
drenaggio, costruzione di barriere protettive.
Zone Umide Costiere
L’innalzamento del livello del mare e l’intensificazione
di tempeste tropicali danneggiano le zone umide
costiere.
Le zone umide costiere proteggono le coste dalle
inondazioni e fungono anche da habitat per molti tipi
di piante e animali.
L’innalzamento del livello del mare comporta
inondazioni di acqua salata in parti di queste zone, e
ciò riduce l’habitat naturale di molti animali e piante.
L’uomo può proteggere queste zone umide cercando
di non causare ulteriori danni.
Divertimento e Turismo
L’aumento di temperatura può anche far
scomparire alcuni lavori e rendere impossibili
molte attività ricreative e hobby.
Per aree che normalmente sperimentano inverni
freddi, un aumento di temperature potrebbe
implicare una ridotta possibilità di praticare sport
che necessitano di neve o ghiaccio.
L’innalzamento del livello del mare può comportare
la scomparsa di molte spiagge.
Questi cambiamenti possono portare a un ridotto
flusso turistico, e provocare disagi finanziari alle
comunità locali.
Sport Invernali
Con la temperatura dell’aria che continua ad
aumentare, si prevede che la stagione sciistica
diventerà sempre più corta e meno nevosa.
Luoghi che in passato ricevevano molta neve
potrebbero invece ricevere pioggia.
Questo avrà effetti negativi anche sulle aziende,
ad esempio i comprensori sciistici, gli hotel e i
ristoranti di montagna.
Queste imprese dovranno quindi prepararsi a
stagioni invernali più corte e meno redditizie.
Migrazioni Umane
Le Spiagge
Un innalzamento del livello del mare porterà a
spiagge più corte e più affollate.
Le coste si stanno erodendo a causa di maree
sempre più alte ed eventi estremi.
L’uomo sta aggiungendo sabbia a certe spiagge per
rimpiazzare la sabbia che è stata portata via dal mare.
Si potrebbe decidere di costruire barriere o altre
strutture finalizzate a proteggere le coste
dall’erosione.
L’immagine mostra l’uso di sacchi di sabbia come
barriera contro l’erosione.
È previsto che i cambiamenti climatici modificheranno le
tendenze migratorie dell’uomo in almeno quattro modi:
L’aumento di intensità e frequenza di eventi estremi
potrebbe portare a un rischio più alto di emergenze
umanitarie e un aumento negli spostamenti delle popolazioni.
Gli impatti sull’uomo potrebbero peggiorare situazioni
socioeconomiche già fragili. Questo porta alla diminuzione
del reddito familiare delle popolazioni colpite.
Le persone che vorranno muoversi ma che non potranno
per mancanza di risorse rischieranno di diventare
“popolazioni intrappolate”.
L'innalzamento del livello del mare può rendere inabitabili
zone costiere e isole basse.
La concorrenza sulle ridotte risorse naturali può acuire le
tensioni sociali e portare a conflitti, seguiti spesso da
“sfollamenti”.
Si crede che entro il 2050 il numero di migranti
causati dai cambiamenti climatici aumenterà del
40%, corrispondente a un aumento stimato tra i 25
milioni e il miliardo.
I numeri reali dipendono dalla forza dei
cambiamenti, dai provvedimenti presi dall’uomo e
dai fattori socioeconomici, politici e demografici
che influenzano la decisione di emigrare.
Le stime indicano un totale di 165 milioni di nuovi
sfollati nel periodo 2008-2013.
Le calamità naturali spostano già molte più persone
dei conflitti violenti (come le guerre civili).
I processi a lungo termine, come l’innalzamento del livello del mare
e la desertificazione, porteranno, nel tempo, a indurre più
spostamenti delle calamità a breve termine.
Le popolazioni più colpite saranno
Quelle dei paesi poveri, per via delle loro basse possibilità di
adattamento, dovute a povertà e disinformazione.
Quelle che vivono su isole basse o in prossimità della costa, per
via della loro vulnerabilità geografica.
Quelli che migreranno non saranno i più poveri, poiché questi ultimi
non avranno le risorse per farlo.
La maggior parte delle migrazioni ambientali saranno interne,
e in molti casi da aree rurali a urbane.
Nonostante questo, c’è già evidenza di migrazioni
transfrontaliere causate da fenomeni ambientali, soprattutto
in Africa orientale (a causa di siccità) e in Sud-Est Asia (a
causa di inondazioni).
Per molti popoli la migrazione è inevitabile. Numerosi studi
mostrano come questi spostamenti sono praticati per
scappare o adattarsi alla distruzione ambientale.