Le teorie: i reati sono condotte che violano la norma penale e per le quali è prevista una sanzione.
Gli attori protagonisti di un evento criminale sono quattro: coppia criminale-vittima e coppia agenzie di controllo-pubblico. Nel caso di un evento criminale gli attori agiscono in un ambito sociale chiamato situazione (Goffman): ambiente capace di premettere il controllo reciproco all'interno del quale un soggetto, in qualsiasi punto si trovi, è accessibile, senza ricorso a strumenti particolari, ai sensi di tutti gli altri che sono presenti e che sono a loro volta accessibili a lui.
La scuola classica nasce nel XVIII secolo sulla scorta di quello che all'epoca si presentava come un movimento di pensiero rivoluzionario che si poneva l'obiettivo di rischiarare la mente degli uomini dalle tenebre del dispotismo, dall'ignoranza, della superstizione religiosa attraverso la scienza e la conoscenza. Beccaria e Bentham rivolgono critiche all'inutile crudeltà delle pene.
La teoria degli stili di vita (Hindelang, Gottfredson, Garofalo): approccio teoretico e di ricerca che spiega la diversa distribuzione dei rischi di vittimizzazione con riferimento agli eterogenei stili di vita dei gruppi considerati. Concetto di rischio collegato alla scelta di stili di vita che possono lasciare più o meno spazio alla vittimizzazione. Stili di vita influenzati da almeno tre elementi:
- ruolo sociale che le persone ricoprono nella società;
- posizione ricoperta nella struttura della società;
- componente razionale del comportamento: in base al ruolo e alla posizione sociale si può decidere di limitare le attività che espongono ai rischi di vittimizzazione: quando si frequentano luoghi ad alto rischio criminale e quanto più ci si trova a contatto con individui inclini a compiere determinati reati.
La teoria della scelta razionale: la teoria economica della criminalità proposta da Becker assume che i criminali siano attori razionali mossi dal desiderio di massimizzare il proprio benessere. Funzione matematica: O = (P, F, U)
O: numero di reati commessi da una persona in un particolare momento;
P: probabilità di essere individuato e condannato per quel reato;
F: sanzione prevista;
U: variabile che cumula gli altri fattori che possono influenzare la decisione. Le probabilità di essere individuati e condannati e la sanzione prevista rappresentano i costi ipotetici del comportamento criminale, mentre i benefici sono costituiti dai vantaggi ottenuti dalla commissione del crimine. Limiti severi a questo modo di guardare ai fenomeni devianti:
- vantaggi in termini materiali;
- metafora del mercato: spiegare le decisioni individuali di commettere il crimine non può essere impiegata in molti tipi di crimine dove non è sicuro che le vittime chiedano di essere vittimizzate;
- immagine di un individuo razionale che massimizza il proprio interesse valutando costi e benefici trova scarso riscontro nella realtà.
Cornish e Clarke elaborano un modello di spiegazione del processo decisionale che conduce un individuo a compiere un reato abbandonando le formulazioni matematiche. Per tale teoria i vantaggi che si possono ottenere dalla commissione di un reato consistono anche nel piacere sessuale, nel divertimento nella ricerca del prestigio sociale. La capacità di un criminale di pianificare la realizzazione di un reato sia condizionata dalla natura limitata della razionalità umana. Il processo decisionale deve essere scomposto in due distinti momenti:
- decisioni di coinvolgimento: relative alle scelte di essere coinvolti, continuare o ritirarsi da un reato; sono decisioni che si compongono di diversi passaggi e che si estendono su un periodo di tempo rilevante.
- decisioni di evento: decisioni di carattere strategico che riguardano la selezione della particolare tattica da utilizzarsi nella commissione del reato; sono decisioni di brevissimo o breve periodo riguardano le modalità concrete di effettuazione del crimine e si basano su informazioni circoscritte alla particolare situazione in cui si decide.
Rilevanza particolare è assegnata alle circostanze esterne che precedono e circondano da vicino la realizzazione di un atto deviante e che rendono questo atto più o meno desiderabile, più o meno vantaggioso, più o meno rischioso. Non è l'inclinazione individuale alla devianza a modificare l'atto deviante, ma le circostanze mutevoli che possono renderlo più o meno probabile. Il crimine è il risultato di scelte e decisioni prese all'interno di un particolare contesto situazionale caratterizzato da un insieme di vincoli e opportunità.
Azione razionale e devianza: distinzione sociale tra il punto di vista di chi ritiene che per spiegare i fenomeni sociali sia necessario escludere ogni riferimento alle disposizioni e alle motivazioni individuali e quello di chi pensa che sia proprio partendo dal punto di vista degli attori, dal significato che questi danno al loro agire e alle loro strategie che si può capire pienamente la società. Individualismo metodologico: per spiegare un qualsiasi fenomeno sociale bisogna partire dall'azione individuale e comprendere le ragioni che gli attori hanno per fare ciò che fanno.
Elster: un modo per spiegare un'azione è scomporla in due operazioni selettive:
- analisi dell'insieme di tutti i vincoli giuridici, fisici, economici che caratterizzano il contesto in cui l'individuo sceglie. Tutte le possibili azioni non impedite dai vincoli costituiscono le opportunità;
- meccanismo che determina quale azione un individuo sceglierà. Due criteri: seguire regole sociali; orientarsi in base ai desideri. Nel secondo caso l'azione diventa un bilanciamento tra ciò che si può fare e ciò che si vuole fare. Le opportunità sono sempre filtrate dalle credenze.
Un'azione è razionale quando l'attore sociale intraprende il corso d'azione che darà il risultato migliore. Tre elementi:
- l'azione è uno strumento per realizzare determinati fini;
- gli individui scelgono l'alternativa migliore, la più conveniente, quella che dà il miglior saldo costi/benefici;
- nessun individuo è in grado di raccogliere tutte le informazioni possibili per scegliere il corso d'azione ritenuto migliore né di prevedere con certezza gli esiti del corso d'azione scelto.
Possibile definire un'azione deviante come razionale se questa appare la scelta più adeguata per raggiungere determinati fini.
Beccaria e la Scuola Classica: assunto di base è che le azioni degli individui sono rette da un principio di razionalità: l'individuo privo di condizionamenti sociali è libero di scegliere l'osservanza o la trasgressione delle leggi seguendo i propri interessi. Calcolo costi/benefici per massimizzare il proprio piacere. tre implicazioni:
- razionalità calcolatrice che conduce un individuo a compiere un reato: si adotta in tutte le scelte di vita perciò il crimine non si configura come un evento estremo o eccezionale, come normale opportunità di azione;
- personalità o inclinazioni personali del criminale: considerato un individuo normale che date condizioni favorevoli può scegliere di commettere reati per realizzare i propri desideri;
- se un attore non è costretto da fattori interno o sociali a delinquere, va ritenuto totalmente responsabile delle azioni.
Due assiomi:
- l'uomo è immaginato come essere libero, razionale e calcolatore che agisce spinto esclusivamente dai propri interessi e desideri;
- lo Stato è concepito come il prodotto di un contratto tra uomini liberi che decidono di privarsi di una parte della propria libertà per costruire una propria struttura, espressione della volontà generale, che tuteli e garantisca la pace sociale, l'ordine interno e la difesa esterna.
Modello del giusto processo: i reati e le pene devono essere stabiliti per legge affinché la definizione puramente legale di cosa debba essere considerato un crimine e la determinazione normativa delle pene, limitando la discrezionalità dei giudici, garantiscano i diritti dei cittadini. I giudici devono essere imparziali, le prove devono essere raccolte a partire dai fatti, le persone inquisite devono essere informate. La pena deve rappresentare il minimo strumento necessario per la conservazione del bene pubblico, pena giusta: minimizzando il ricorso alla violenza riesce a garantire l'ordine sociale.
Deterrenza speciale: la pena deve scoraggiare gli stessi criminali dal commettere nuovamente un reato.
Deterrenza generale: la pena deve scoraggiare il resto della popolazione dall'intraprendere scelte criminali.
Concezione utilitaristica della pena: si giustifica come mezzo di difesa e prevenzione sociale. Qualità particolari:
- pronta: a un reato deve seguire immediatamente una sanzione;
- infallibile: a una violazione della legge penale si deve rispondere sempre con una pena, nessun reato deve rimanere impunito;
- certezza: la pena una volta comminata va scontata interamente, senza la possibilità di accedere a clemenza o a perdono;
- conforme: alla natura del delitto ed infliggere al condannato solo quella quantità di sofferenza che ecceda il bene che nasce dal delitto; in questo eccesso di male dev'essere calcolata l'infallibilità della pena e la perdita del bene che il delitto produrrebbe;
- dolce e poco afflittiva: deve consentire di alzare di poco i costi dell'azione criminosa rispetto ai vantaggi, senza bisogno di infliggere inutili sofferenze al condannato.
la teoria delle attività abituali (Cohen e Felson): spiega la variazione nello spazio e nel tempo dei tassi di criminalità e di vittimizzazione, specie per i reati per i quali è previsto un contatto tra aggressore e vittima. Assunto di base è che affinché possa verificarsi un reato devono realizzarsi tre condizioni minime, contemporaneamente presenti in un certo luogo in un certo momento:
- persona disposta a compiere un reato;
- bersaglio interessante;
- assenza di un guardiano.
L'assenza anche di uno solo di questi elementi preverrà l'attuazione del delitto.
Criterio della prossimità: un gruppo sociale sarà a rischio nel momento in cui si situa nelle vicinanze di potenziali criminali;
Criterio della remunerabilità: costruirà un bersaglio interessante dal punto di vista simbolico o economico;
Criterio dell'accessibilità: sarà meno difeso. Le attività abituali mettono in contatto gli aggressori con le vittime. Secondo tale prospettiva il tasso di criminalità può aumentare anche se non aumenta il numero di potenziali criminali nella misura in cui si verifichino dei mutamenti nelle attività abituali che rendono determinati bersagli appetibili meno protetti dalla presenza di un guardiano capace.