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LA PRIMA GUERRA MONDIALE - Coggle Diagram
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LA PRIMA GUERRA MONDIALE
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cause
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ECONOMICHE: che determinarono il contrasto tra i vari Stati. Legato alla necessità di rifornirsi di materie prime si formarono dei grandi imperi coloniali e ognuno voleva prevalere su un altro. La Germania attivò una politica espansionistica e voleva il controllo dell' Europa centrale.
MILITARI: i paesi industrializzati nel periodo immediatamente precedente la guerra fecero una corsa agli armamenti.
CULTURALI: ebbero un ruolo essenziale. La Cultura dell'epoca contribuisce a diffondere tra la popolazione un atteggiamento favorevole alla guerra che trova linfa vitale nel Nazionalismo di fine '800 che si diffuse in tutta Europa e in particolar modo in Germania.
BENEDETTO CROCE sostiene che la cultura nazionalista tedesca esaltava la superiorità culturale della Germania mettendo in evidenza la decadenza culturale della Francia e dell'Inghilterra. Il Nazionalismo tedesco vedeva la guerra come un'occasione di rigenerazione e di riscatto.
THOMAS MANN, intellettuale tedesco, scrisse un saggio "Considerazioni di un impolitico" partendo da una contrapposizione tra CULTURE (Kultur) che è intrinsecamente tedesca fatta di arte, religione e filosofia e Zivilisation che è superficiale, democratica e progressista tipica della Francia. Secondo l'intellettuale la guerra è la manifestazione dell'odio della Civilitation occidentale verso lo spirito tedesco che secondo lo scrittore è lo spirito dell'ordine. Il maggior nemico per la Germania è quello di essere colonizzata sul piano umanitario dall'occidente pertanto ha il diritto di difendersi.
Altro documento significativo legato al Nazionalismo tedesco è la Dichiarazione dei Professori dell'Impero Tedesco del 1914. I professori sostengono che il singolo individuo deve essere subordinato alla collettività perchè il fine ultimo è quello di garantire il bene della comunità e l'integrità della nazione.
In Italia la parola NAZIONE sta diventando una parola chiave. Il Nazionalismo italiano è il frutto di idee antidemocratiche e si manifesta sia come fenomeno culturale che politico.
NORBERTO BOBBIO nel suo saggio "La cultura italiana tra '800 e '900" sottolinea che in Italia all'inizio del '900 si verificò la frattura tra il ceto degli intellettuali e il ceto politico. Gli intellettuali italiani erano stati influenzati dal filosofo tedesco Nietzsche che metteva in evidenza le differenze tra gli uomini. In un altro saggio BOBBIO sottolinea che in Italia la guerra era vista come una possibilità di raggiungere i propri obiettivi.
PACIFISMO: ROLLAND, scrittore francese, scrisse un panphlet che è considerato il MANIFESTO DEL PACIFISMO. Secondo Rollande l'intellettuale deve avere il compito di ricercare la verità, era inoltre convinto che la guerra avrebbe determinato il crollo della civiltà europea e non la rinascita come sostenevano i Nazionalisti.
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