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La costruzione del Colosseo o Anfiteatro Flavio fu iniziata dall’imperatore Vespasiano nel 75 d.C.; venne inaugurato da Tito nell’80 e completato da Domiziano nel 90.
All’inizio si chiamava Anfiteatro Flavio, perché Vespasiano era della dinastia Flavia; solo nel Medioevo cominciò a essere chiamato Colosseo, per la vicinanza con il “Colosso”: si trattava di una statua di Nerone con le sembianze del dio Sole, alta circa 36 metri.
Costruito proprio sul luogo in cui si trovava il lago artificiale fatto scavare da Nerone, il Colosseo richiese enormi fondamenta, con una sorta di piattaforma interamente in opera cementizia.
Il Colosseo presenta all’esterno una facciata curvilinea, scandita da una triplice serie di 80 arcate inquadrate da pilastri a cui si addossano semicolonne, nelle quali trovavano posto altrettante statue.
Per alleggerire l’aspetto dell’insieme, furono usati l’ordine tuscanico per le colonne del piano più basso; lo ionico per quello mediano; il corinzio per quello più alto. Al di sopra dei tre ordini corre un attico in muratura continua.
All’interno vi erano le gradinate, su cui si sedevano gli spettatori. I vari settori erano suddivisi in base al rango sociale: all’imperatore e ai suoi collaboratori erano naturalmente riservati tribune e podio; al popolo le gradinate e il terrazzo con posti in piedi. Un grande tendone (detto velario) proteggeva gli spettatori da sole e intemperie.
L’arena centrale misura da sola 86×54 metri. L’altezza attuale raggiunge i 48,5 metri, ma originariamente arrivava a 52 metri.
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Sotto l’arena, passaggi sotterranei portavano alle botole e alle scale attraverso cui facevano la loro comparsa i gladiatori e le belve.
Gli ambienti sotterranei erano forniti di montacarichi: tramite questi si potevano far entrare direttamente nell’arena anche gli animali, che erano tenuti in apposite gabbie.
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Al Colosseo, il primo spettacolo della giornata erano le venationes, cioè le cacce, ovvero i combattimenti tra uomini e animali; seguivano poi le esecuzioni pubbliche di criminali; infine, nel pomeriggio, i combattimenti tra gladiatori.
Il combattimento tra gladiatori era chiamato munus. I gladiatori (schiavi, prigionieri o professionisti) subivano un duro addestramento quotidiano, con la speranza (vana per molti di essi) di diventare ricchi e famosi o, almeno, di salvare la pelle.
Tra i gladiatori c’era anche gente che aveva contratto enormi debiti e non riuscendo a ripagarli veniva venduta dal creditore a una scuola di gladiatori, che recuperava, così, il proprio denaro.