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assolutismo illuminato - Coggle Diagram

- - - - se il compito del sovrano è sempre stato quello di garantire a ciascun titolare di un potere l’esercizio dei propri privilegi,
        
        i sovrani nell’Europa del Settecento a
        
        dettare i regolamenti di polizia nelle città e nelle campagne,
        
        provvedere all’assistenza, all’igiene pubblica, all’istruzione elementare,
        
        limitare i poteri ecclesiastici,
        
        rivendicare a sé il potere di riorganizzare la legislazione,
        
        dettare codici statali,
        
        si consolida un potere di governo al quale si riconoscono larghi spazi di intervento in nome della salvaguardia delle felicità e degli interessi del maggior numero di persone.
        
        Gran parte delle riforme fu elaborata, nel contesto dell’assolutismo:
        
        gli storici indicano questa comune volontà di riforma come Assolutismo illuminato.
        
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        modificare le strutture amministrative e di governo, abolendo antiche istituzioni, fondandone di nuove
- - - - passato alla storia per la sua politica riformatrice, che ha finito per formare una vera e propria categoria storiografica, il giuseppinismo.
        
        indicare un progetto coerente di riforme che, ispirandosi alla riaffermazione alta dell’autorità sovrana, superava la gradualità e la settorialità della politica riformatrice messa in opera nei decenni precedenti.
        
        Altre importanti innovazioni, furono apportate per suo volere nel campo delle riforme giudiziarie,
        
        emanazione nel 1788 del codice penale giuseppino, estremamente moderno,
        
        aboliva la tortura come pratica processuale e diminuiva i casi puniti con la pena di morte.
        
        introdotti matrimonio civile e libertà di stampa.
        
        l’imperatore ottenne l’abolizione delle servitù personali dei contadini
        
        La politica giuseppina voleva che lo Stato fosse maggiormente coinvolto nella religione.
        
        Il clero fu assimilato alle funzioni e al ruolo di servitore dello Stato sotto il controllo di una commissione ecclesiastica riunita a Vienna.
        
        Giuseppe II agì contro quella religiosità barocca, sopprimendo i pellegrinaggi, le processioni, eliminando nelle chiese gli elementi non necessari al culto.
        
        queste iniziative non potevano lasciare indifferente il papato. nel 1782, papa Pio VI organizzò un viaggio a Vienna con l'intento di dissuadere Giuseppe II dai suoi progetti .
        
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        In particolare si adoperò con determinazione per costruire una vera e propria Chiesa nazionale.
        
        Le misure più significative che egli prese furono:
        
        1) la soppressione degli ordini religiosi contemplativi nel 1781.
        
        comporto, la scomparsa di ben settecento monasteri mentre e la diminuzione della popolazione ecclesiastica da 65000 a 27000 unità.
        
        Le proprietà confiscate furono vendute e i fondi ricavati utilizzati dallo Stato.
        
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        2) La Patente di tolleranza per le confessioni non cattoliche, nel 1781,
        
        pieno riconoscimento di:.
        
        cittadinanza ai non cattolici
        
        l’esercizio “privato” della religione
        
        ordinava che non ci fossero discriminazioni religiose nella concessione di impieghi, ma si prendesse in considerazione unicamente il merito
        
        3) L’Editto sugli ebrei, del 1781, con cui si concede loro il diritto di cittadinanza.
      - Quando tentò di estendere queste riforme ad altri paesi dell’Impero oltre all’Austria trovò delle fortissime resistenze,
        
        in alcuni casi sfociarono in vere e proprie ribellioni autonomistiche.
        
        Ma l’imperatore ebbe poco tempo per affrontarle perché morì nel 1790.
        
        Il suo successore il fratello Leopoldo II, che era stato fino a quell’anno Granduca di Toscana aveva già dato proprio in questi territori una forte spinta alle riforme.
        
        Diventato imperatore, fu costretto a cambiare atteggiamento: per pacificare l’Impero dovette ritirare i provvedimenti più radicali e porre fine, al progetto dell’Assolutismo illuminato.
    - - Durante il suo regno
        
        realizzate le principali riforme dell’Impero asburgico.
        
        grandissima importanza alla burocrazia:
        
        fu affidato proprio ai funzionari statali questo compito di raccordo fra il governo e le diverse parti dell’Impero.
        
        apparato statale che caratterizzerà l’Impero e che avrà il grande merito di tenere unita un’entità statale tanto composita e estremamente instabile.
        
        viene redatto il catasto e che si decide di tassare anche le proprietà dei nobili, seppure in misura inferiore rispetto a quelle dei contadini.
        
        intervenne sul clero, inserendo interventi decisivi contro le prerogative del clero:
        
        2) la censura passò nelle mani dello Stato, per evitare un repressivo controllo delle coscienze da parte del clero;
        
        3) fu fatto divieto di pronunciare i voti monastici prima dei ventiquattro anni.
        
        1) venne abolita, in Austria, l’Inquisizione;
        
        intervento nell’istruzione:
        
        fu approvata l’istruzione primaria obbligatoria e vennero sollecitate le parrocchie ad istituire scuole locali.
        
        L’azione nel campo dell’istruzione incontrò l’opposizione di quei ceti che identificavano nell’istruzione un privilegio sociale
        
        I sovrani, al contrario, vedevano nella realizzazione di una riforma dell’istruzione lo strumento più idoneo al mantenimento del buon ordine sociale:
        
        ordine finalmente retto non solo e non tanto dal timore della repressione, quanto dall’educazione civica, morale e religiosa dei sudditi.
        
        create scuole per la formazione dei maestri.
      - Con lei Vienna divenne una capitale vivace e cosmopolita
  - - - si impegnò in diversi campi di riforma:
        
        promosse una riforma giudiziaria, con l’obiettivo di semplificare il sistema giudiziario, approntando un codice di procedura e un codice civile.
        
        si dedicò alla riforma dell’istruzione, stabilendo, per la prima volta in Europa, nel 1763 l’istruzione elementare obbligatoria.
        
        non ebbe l’esito sperato, ma, riuscì a diminuire il controllo delle masse popolari da parte della Chiesa.
        
        In campo economico vi fu un forte intervento dello Stato con una politica di tipo protezionistico.
        
        favorito il commercio internazionale e si cerca di sviluppare il più possibile le attività manifatturiere, favorendone anche di nuove.
        
        diffusa tolleranza, religiosa, promossa da Federico II sia in linea con i suoi ideali illuministi, sia anche per la sua sostanziale indifferenza nei confronti della religione.
      - prima che re, fu uomo di cultura:
        
        intrattenne stretti rapporti con gli Illuministi, scrisse egli stesso opere storiche e politiche e divenne, così, agli occhi dei suoi contemporanei, l’incarnazione del re-filosofo.
        
        Nonostante i suoi ideali illuminati, Federico II portò avanti una politica di potenza brutale
        
        questa “doppia faccia” sarà tipica di tutta la storia politica della Prussia (da una parte Stato della cultura e della filosofia, dall’altra potenza militare).
    - - esercito
        
        Entrambi i due gruppi erano formati in maniera esclusiva da membri della nobiltà.
        
        I nobili restavano, il gruppo sociale più potente.
        
        potenziato, e riuscì nell’impresa di trasformare la nobiltà del suo paese in un’aristocrazia militare dedita allo Stato, all’esercito e al sovrano.
        
        Per fare questo, dovette legare ancora di più i nobili alla terra, conferendo loro il predominio sul mondo rurale e trasformandoli, in una nobiltà militare e terriera
        
        si capisce che, nonostante la decisione ufficiale di abolire la servitù, in realtà le condizioni dei contadini nelle campagne non migliorarono molto.
      - burocrazia
  - - - Per quanto riguarda l’amministrazione,
        
        l’obiettivo di fondo restava, quello di un rafforzamento dell’autorità centrale.
      - Una particolarità della Russia è il fatto che, negli anni del suo regno, si definì per la prima volta in maniera ordinata una società divisa per ceti,
        
        mentre nel resto d’Europa la società per ceti era entrata in crisi proprio in seguito al rafforzarsi della prerogative dello Stato.
        
        Esempio di questo è l’emanazione nel 1785 della Carta della nobiltà, che confermava ed estendeva i privilegi nobiliari.
      - 1767, convocazione di una commissione di rappresentanti della nobiltà, delle città e dei contadini liberi per redigere un nuovo codice, con l’intento di avviare una profonda riforma legislativa.
        
        Libertà di stampa, tolleranza, libertà per i contadini dovevano essere i principi da cui muovere.
        
        i lavori si arrestarono sul problema centrale dell’abolizione della servitù, molto forte in Russia
      - per l’economia,
        
        requisizione dei beni della Chiesa ortodossa
        
        l’abolizione dei vincoli alle attività commerciali e manifatturiere.
    - - Ella fu molto vicina al mondo degli Illuministi, con cui intrattenne stretti rapporti di amicizia,
        
        rispetto ad altri sovrani europei, i suoi buoni propositi superarono di gran lunga i risultati.
        
        Questo fu legato alla profonda arretratezza della Russia , che non fu capace di scrollarsi di dosso il vecchiume a favore di un rinnovamento efficace e profondo.
  - - - Ducato di Milano parte dell’Impero asburgico e vennero, realizzate le stesse riforme
        
        una delle iniziative più importanti fu la realizzazione, tra il 1749 e il 1759, del catasto,
        
        sotto la guida del funzionario toscano Pompeo Neri,
        
        L’importanza fu quella di aver fornito
        
        allo Stato un efficace strumento fiscale
        
        ai proprietari
        
        inviolabilità dei propri diritti, finalmente messi nero su bianco
        
        possibilità di sapere con chiarezza il peso della tassazione da rispettare.
    - - dominava Carlo di Borbone, che fi animato dalle intenzioni riformatrici per quello che riguardava la lotta contro il feudalesimo e i privilegi ecclesiastici.
        
        slancio interrotto quando, nel 1759, egli ereditò la corona di Spagna e tornò, a Madrid per regnare con il nome di Carlo III,
        
        lasciando il Regno di Napoli a suo figlio Ferdinando, di soli otto anni.
        
        La reggenza tenuta dal ministro Bernardo Tanucci
        
        Le riforme, non diedero grandi esiti,
        
        dovuto alla situazione di arretratezza in cui si trovava il meridione in generale,
        
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        se si eccettuano la redazione di un catasto ed alcuni interventi a favore degli scambi commerciali.
        
        il regno riuscì ad ottenere risultati considerevoli nella politica ecclesiastica, con l’espulsione dei gesuiti e la confisca dei loro beni.
    - - applicato pienamente l’Assolutismo illuminato grazie all’opera del granduca e futuro imperatore d’Austria, Pietro Leopoldo,
        
        principali iniziative prese
        
        Per l’economia
        
        bonifica di alcune zone della Toscana, come la Maremma e la Val di Chiana;
        
        rese libero il commercio del grano e approvò l’abolizione delle corporazioni.
        
        Con attenzione per il ceto dei piccoli proprietari terrieri, venne intrapresa una riforma municipale che doveva comportare il decentramento dei poteri dello Stato a favore dei proprietari e a discapito, invece, dei nobili.
        
        riforma più anomala nel quadro dell’Assolutismo illuminato europeo, che, prevedeva sempre un ruolo primario per l’autorità centrale
        
        la religione,
        
        soppressi diversi conventi, combattute le manomorte, eliminati tutti gli sprechi del clero.
        
        Venne abolita la pena di morte:
        
        La Toscana il primo ad accogliere nel proprio codice penale i principi di Cesare Beccaria, Dei delitti e delle pene.
        
        analizzava il sistema giudiziario della sua epoca e si proclamava a favore della pubblicità del processo, della prevenzione del delitto e contro la tortura e la pena di morte.
        
        La riforma voluta risale al 1786 e portò all’abolizione della pena di morte, della tortura e venne riconosciuto all’imputato il diritto alla difesa, alla motivazione e pubblicazione della sentenza.
        
        Tipica del riformismo toscano fu la scarsa importanza data alla teoria a favore dalla pratica, delle soluzioni tecniche.