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il mecenatismo artistico nel 1600 - Coggle Diagram
il mecenatismo artistico nel 1600
gli imminenti
predecessori di papa urbano 8, Paolo 5 e in minor misura Gregorio 15, avevano ereditato il modello a cui loro si limitarono a uniformarsi, il completamento di san Pietro ,la costruzione e la decorazione di un ampio palazzo, una residenza in campagna e di una lussuosa cappella di famiglia e una importante chiesa a Roma e l'arricchimento di varie fondazioni religiose
e la raccolta di opere
posiamo vedere riflessi i contasti e talvolta le tensioni tra il papa in veste di guida egli uomini sempre appassionati d'arte.
i
l papa e i suoi nipoti non erano gli unici committenti,
ma il loro monopolio della ricchezza e potere ne fece i leader.
questo processo raggiunge il culmine durante il pontificati di urbano 8,e fu tra le cause di un certo declino in termini di varietà e di sperimentazione artistica.fino al elezione di questo papa i cambiamenti al ordine del giorno
questa situazione di poca variabilità inizia verso la fine del 16 anno di regno di Paolo 5,
la lunga vita del principe era considera la rovina del pololo.il vantaggio,
il cui vantaggio consiste nei rapidi mutamenti ,e speso apprezza nuove esperienze nelle famiglie emergenti
questi rapidi mutamenti con la ascesa di nuove famiglie diedero forme precise alla protezione delle arti, via via che si succedevano i papi si circondavano di una corte di parenti e amici e clienti che convergevano a Roma
questi uomini incominciarono subito a costruire palazzi, cappelle e ad organizzare spettacoli sfarzosi di ogni genere. erano committenti pieni di spirito competitivo, ansiosi di dare espressione alla loro ricchezza e potere subito
, cosi come volevano scoraggiare gli avversari
spesso dopo la morte di un pontefice cadevano in disgrazia e le loro cospicue entrate subivano un arresto dato che il nepotismo non riusciva a raggiungere la forma signorile
, privata dei territori della chiesa
Roma più che una nazione era un simbolo.i nobili che costruivano la clientela continuavano a sentirsi fiorentini, bolognesi o veneziani che non romani.per un cardinale era un onore circondarsi si artisti provenienti dalla città natale
naturalmente gli artisti cercavano di sfruttare questa situazione meglio che potevano.nel 1621 fu eletto papa il cardinale alessandro ludovisi Gregorio 15
qualche anno prima domenichino torno a bologna per litigio con il cardinale borghese ma quando seppe l'elezione del nuovo papa si affrettò a tornare a roma dove fu nominato architetto vaticano per intercesione del nipote del papa
se noi guardiamo tutti gli artisti bolognesi che seguirono annibale carraci,introducendo un nuovo stile si può notare una schema
prima troviamo il giovane artista alloggiato magari in un monastero, da un cardinale che un tempo che un tempo era legato papale nella sua città di provenienza
l
a prima opera serviva per farlo conoscere e stimare al publico
l
a seconda opera lo avvicinerà ad altri potenziali committenti nel ambito della cerchia degli amicizie dei cardinali
il passo più importante, per molti anni l'artista lavorava per un limitato gruppo di clienti, fintanto che il crescente numero di pale d'altare dipinte da lui non avara consolidato la sua fama preso un publico più vasto procurando più denaro e prestigio sufficiente a consentirgli di contare solo su di se steso
e di accettare incarichi esterni alla sua cerchia
lo stesso vale per le chiese.
la più importante e san pietro e era affidata al papa
mentre molte altre erano mantenute da cardinali ricchi e da famigli nobili si dividono in due categorie
quale intitolate a un cardinale o per le quali un cardinale nutriva particolare venerazione
quale dove egli desiderava avere sepoltura
sia la prima che la seconda avevano un caratteristiche in comune l'antichità,
una chiesa titolare per definizione pasava di cardinale in cardinale attraverso i secoli in generale ,in generale dai papi e le loro famiglie, forse per respingere le accuse di essere i nuovi ricchi si facevano seppellire nelle basiliche più antiche e venerabili
un nobile aveva un altro modo di contribuire allo splendore nazionale, costruire una nuova chiesa,l a richiesta era enorme anche grazie ha nuovi ordini religios
i(oratoriano, gesuiti, teatiani).
la costruzione di tali edifici richiedeva molto tempo, con preventivi di spese
molto inferiori ai costi.
raramente accadeva che l'uomo aveva deciso di costruire la chiesa vivesse abbastanza per decorarla ancora più raro che gli eredi se ne occupassero in futuro.cosi accadeva che le chiese venisse acquistate da chi poteva decorarla
il più delle volte il completamento e la decorazione delle nuove chiese erano realizzati da mecenati ricchi ma di scarso peso politico che non essendo in contato con gli artisti più importanti erano costretti ad ripiegare su favoriti di solida fama.risulta paradossale che i quadri più moderni si trovano nelle chiese più antiche
nei limiti dello schema apena traciato ci sono tante varianti del raporto tra comitente e artista
da una parte vediamo il pittore aloggiare nel palazzo del signore e lavoravano solo per lui e per i suoi amici
da l'altra troviamo alla prima vista simile, l
'artista dipinge un quadro senza sapere a chi o per che cosa.e lo espone nella speranza di trovare un compratore
con la presenza di intermedi come commercianti e amatori.nel corso degli anni questi intermedi divennero pù importanti.a questi artisti non amavano lavorare liberamente per ammiratori
ma il più stretto rapporto. l'artista veniva assunto regolarmente da un signore e speso mantenuto nel suo palazzo e oltre al normale pagamento delle opere da lui eseguite riceveva un assegno mensile
l
'artista veniva trattato come uno di famiglia alla stregua dei cortigiani
.
quest'ultimo e molto ricercato dagli artisti, pero non mancano gli aspetti negativi alcuni artisti trovavano difficoltà nel recidere il rapporto col nobile e certe restrizioni alla libertà personale
diventavano fastidiose
ma paradossalmente gli artisti sotto una famiglia avevano più successo. avere il pittore in casa era per il nobile un vanto, ed egli di solito nel tesevalo le lodi, e incoraggiavano l'artista a lavorare per gli altri,
costruendo
il miglior sistema per dare notorietà ad un artista
poichè solo le grandi famiglie erano in grado di procurare incarichi nelle chiese più alla moda.dato le tante famiglie, roma la città di provenienza e molto importante
, un esempio alla fine del secolo il cardinale otboni provvede al concittadino veneziano francesco trevisano
sebbene questa specie di mecenatismo forse auspicabile, il minimo cambiamento di potere, il rapporto tropo stretto con il nobile poteva far cadere in disgrazia l'artista.
e cerano sempre gli artisti che trovavano insostenibile le limitazioni personale
arrivando a roma, la cosa migliore da fare e trovare un mecenate che ti finanzi.ma dopo qualche anno raggiunta una indipendenza e una reputazione e popolata di persone disposte a pagare prezzi alti, la situazione cambia
l'artista poteva lavorare e guadagnare autonomamente e comunque prendere un sussidio in cambio di favorire coloro che versavano il sussidio
la cosa che accadeva e che il pittore lavorasse liberamente ad un quadro, forse grazie ad un contrato.non e detto che ci sia sempre un contrato ma i documenti del epoca ci aiutano a capire le condizioni degli artisti
era normale che le dimensioni e la collocazione venissero specificate dal committente. poi che il pittore non sempre era vicino al luogo della collocazione, l'artista necessitava di molta posta per capire il luogo.molte volte le dimensioni venivano discusse, l'artista veniva incaricato di fare delle copie, di solito veniva anche assegnato il soggetto del dipinto.ma poteva capitare che l'artista veniva l'asciato libero
ciò dipendeva dal luogo dove doveva andare
i contratti stipulati nei piccoli centri erano molto più specifici che quelli nelle grandi città, di solito il tema venia descritto a grandi linee, lasciano a l'artista la libertà di aggiungere dettagli che egli riteneva, anzi la richiesta spests proveniva dagli artisti
non mancavano le difficoltà anche per i quadri profani, quando al artista veniva detto di rappresentare le quattro stagioni, si ritrovava nel l'incertezza di cosa dipingere,
noi sappiamo che in queste situazioni
veniva interpellato un leterano o un poeta
essendo il prezzo di un quadro o di un affresco fisato in base alle figure intere rappresenta, talvolta se ne specifica il numero
una volta discussa la dimensione e il tema, bisogna discutere del limite di tempo.un problema per tutto il periodo barocco, quasi tutti i committenti chiedevano che il quadro fosse completato il più velocemente possibile e il più delle volte ne rimanevano delusi.alcuni affreschi erano cosi vasti che richiedevano anni di lavoro.
un esempio per gli affreschi di san agnese furono richiesti quarto anni
la clausola finale in ogni contrato si riferiva al prezzo e agli accordi economici
naturalmente nei grandi affreschi, l'artista veniva pagato da mese in mese. più interessante e la questione delle spese sostenute dal artista nel corso dell'opera i colori la tela, l'impalcatura ecc. poteva succedere che gli veniva pagata la tela e poteva essere specificato i colori da utilizzare. a pagare le impalcature per un affresco era il committente
,e se
l'artista
era fuori caso gli
doveva pagare vito e alloggio
i prezi delle opere venivano regolati in diversi modi,molti artisti fisavano una cifra per figura principali tolte quele sullo sfondo,questo sistema permeteva di chiedre sempre di piu man mano che la fama cresceva
una parte della soma veniva versata subito come caparra, mentre la seconda parte a completamento lavoro in genere da un minimi di 1/7 al massimo al massimo di meta, se si trattava di un quadro veniva concesso un ulteriore pagamento a meta opera e poi il resto all
completamento insieme
ad un premio finale
da questi dedagli si piu capire che la pitura era diventato piu un fatto comerciale
,che volendo esere servita per cui richieme molti soldi
lavorare velocemente significa procacciarsi per l'artista più lavori, ma non sempre tale abitudine incontrava il favore della critica.specialmente i veneziani erano famosi per la loro velocità,
cosa che altrove era motivo di disprezzo
il tipo di mecenatismo fin qui considerato non cambia molto, c'era sempre un mecenate/committente a diretto contato con l'astista, istruzioni precise sulle dimensioni e probabilmente sul tema.ma ora nella roma del 1600 l'intero schema formatosi in società basata sulla città stato e sulle corti incomincia a decadere. con la parabola discendente di molti di esse, roma veniva assumendo alcune delle funzioni di una vera propria capitale
era la città più ricca di italia e per la sua natura di centro internazionale attraeva visitatori e residenti da ogni parte del italia ed europa per gli artisti essa costituiva un duplice richiamo per gli aristocratici che erano in cerca di artisti
per la loro cerchia di artisti
c'era anche l'attrattiva verso i grandi monumenti cittadini antichi e moderni.in un tempo in cui la cultura classica era ancora di straordinaria importanza.e noto che roma si vanta di natali di molti artisti,
per ciò divenne un centro di costante ricambio di pittori
un effetto di tutte queste circostanze fu che il pittore non sempre lavoravano direttamente sulla commissione.
una delle conseguenze fu l'instabilità politica e sociale della vita di roma del 1600.
il commercio e le mostre acquisiscono importanza
divenne presto abitudine tenere nello studio un piccolo numero di quadri, spesso non dipinti da mostrare i lavori come sempio
.se
era interessato
il quadro
veniva portato a termine e veniva accordato un prezzo
quelo che si e deto del mecenatismo romano del 600 e suficente a chiarire come sia imposibile circosivere in una sola definizione la posizione del artista nella soceta
doventosi tener conto di infiniti mutamenti
il suo status restava incerto, i dubbi in proposito, persistenti nelle discussione al riguardo sin dal rinascimento erano stati offuscati dal culto di michelangelo e a raffaello
ma mai appianati
l'unica costante fondamentale era che di artisti c'era realmetne bisogno, e quindi le loro ricompense erano significative
l'arte non era più autosufficiente come era stata sotto leone 10.il platonismo che aveva avuto tanta parte nell'esaltazione del ruolo sociale.non dominava più la speculazione filosofica
l'artista aveva molte ragioni per essere soddisfatto della propria posizione.le enormi somme che gli artisti eminenti riuscivano a guadagnare, bernini una volta ricevete 6000 scudi per un semplice busto.questi prezzi alti, oltre a rendere più comoda la vita e avevano un importante funzione simbolica elevando agli agli occhi del mondo l'intera condizione del arte
se vogliamo credere ai biografi,
nel 600 la conquista di un ruolo nelle socete era la preocupazione principale del artista,fu questo a ispirare la rinascita della loro asociazione personale,l'acadenia di san luca
,tale sodalizio andava irrimediabilmente declinado da parechio tempo
ogni volta che un nuovo pontefice ascendeva al trono si cercava di migliorare le condizione della associazione e di favorire la discriminazione tra veri artisti e gli artigian
i.
nel 1605 paolo v accordo all accademia il diritto delle liberazione di un condannato a morte per la ricorrenza di san luca, tutti passi verso la strada giusta ma non risolutivi. gregorio xv ebbe un atteggiamento benevolo nei confronti della accademia e ne ratifico gli statuti ma mori prima di fare altro.poi urbano 8 stabili l'autorità assoluta della accademia nell'ambiente romano
mettendo a tacere ogni ogni opposizione dalle altre corporazioni con protettore il cardinale francesco barberini
nel 1633 fu concesso al accademia il diritto di tassare tuti gli artisti presenti a roma fossero o non fossero appartenenti, oltre ai commercianti di quadri e tutti quelli ai margini del arte tutte le commissioni publiche divennero monopolio del accademia questi provvedimenti sollevarono opposizione e non furono mai osservate fino ad ritirale.
tuttavia
servirono
ad
dare dignità al accademia
tuttavia e interessante che nella stesa accademia di san luca non ci fosse quella rigidezza che ci sarebbe aspettata e che sarà predominate sucesivamente.la partecipazione non era limitata ai pittori, ne avevano difficoltà artisti con termini scabrosi per più pare che al inizio pare che vi comparissero anche gli artigiani quali ad esempio i doratori, che diventarono membri di seconda classe
solamente nel 1645
in realtà solo più tardi nella seconda meta del secolo soprattutto per l'influsso francese, l'accademia divenne un associazione rigida strettamente legata ad una ideologia, l'obiettivo dei fondatori e dei primi sostenitori era stato ben ben diverso
, in un epoca che tanta si compiaceva di simili organizzazione, l'accademia diede rispettabilità agli artisti che gli partecipavano
gli artisti tuttavia non si limitarono a pasi ufficiali, quale poteva essere la riorganizzazione della accademia, molti seguivano consapevolmente una politica di adattamento della società osservando le abitudini di chi più di loro aveva saputo occupare posti sicuri
,
siccome la prodigalità nello splendere era indicativo di condizione sociale superiore, non desta sorprese che questo aspetto della loro vita sia stato più volte rivelate nelle loro biografie
. venivano concessi anche titoli agli artisti, che risaliva agli inizi del 1500 e va posto in relazione diretta con la nuova consapevolezza del loro prestigio sociale
verso la meta del 1700 la maggior parte degli artisti di un certo livello venivano fatti cavalieri dell'abito di cristo e questo pure contribuì molto a dare all'arte una base solidi.i pittori stesi e specialmente i loro biografi non si tritavano indietro anzi si vantavano della loro cultura, ciò sottolinea un requisito indispensabile per chi ambiva il successo c'è la cultura generale.ma tale necessità andava molto al di la di un occasione per brillare alla riunioni accademiche
ciò che veramente importa era tenera alta la dignità del arte
l'abilita di parlare bene e in modo intelligente non serviva soltanto a mantenere alta le condizioni del arte, aiutava anche ad attirare signori potenti in quanto non era certo un epoca alla quale si confacesse il genio incolto e spontaneo.un idea di come gli artisti del tempo di vedessero lo abbiamo nei autoritratti: sereni, eleganti sempre più imparucati, sodisfatti di se e compiaciuti e sembrano guardaci ad alto verso il basso, con atteggiamento altezzoso e raramente mostravano i strumenti del lavoro, piu preoccupati a assomigliare ai loro committenti
i committenti romani erano straordinariamente pronti a incoraggiare i nuovi artisti, ed e propio per questo che la situazione di quelli che non erano compresi tra i pittori riconosciuti doveva essere particolarmente triste.e neppure circolavano a quel tempo la legenda del genio incompreso a sostenerli nella loro miseria
il successo degli sforzi compiuti per trasformare la pittura in oronato lavoro si più dedurre dalla mancata opposizione dei genitori di fronte alla vocazione dei figli.anche a non voler prendere per oro colato le biografie, e notevole la quasi totalità le assenze di difficoltà al riguardo.la successiva proverbiale figura del artista che lotta per esprimere se stesso contro la volonta del padre non era ancora conosciuta.il fato e che in genere gli artisti venivano da famiglie umili
stava avanzando un 'altra idea che sembrava in contrasto con la dura battaglia per la notorietà condotta dagli artisti, ma che alla fine era destinata a diventata strumento efficacissimo propria a quel scopo: cioè che il pittore fosse un eccezione e talvolta bizzaro. una prova di ciò e desumibile dal venir meno.a roma del opinione che gli artisti trasmettevano il talento ai figli,(più degli artigiani che degli artisti) sebbene non mancano eccezioni(bernini)
ed e particolarmente forte il contrato non le nuove generazioni e particolarmente sorridente, molto di più con venezia dove il ceto sociale del artista era sempre considerato basso.la natura del contrato che abbiamo esaminato mostra come gli artisti venivano considerati ancora artigiani sia pure di grado superiore.in fatto che il compromesso veniva concordato in anticipo e che alcuni pittori calcolassero il prezzo in base alle figure e molto significativo poichè mostra come il concetto della creazione artistica fosse legato a più al esercizio di mestieri più umili
nella prospetiva del artista inteso come esere eccezionale e ispirato,vano analizati alcuni aspeti della cariera di salvador rosa il pitore che piu di ogni alta cosa alimento questa fama.
fu un artista di eccezionale importanza e tale resterebbe anche se non avrebbe fatto che sorprendere e affascinare i suoi contemporanei per la stravaganza del suo comportamento.creando cosi quasi da solo l'immagine che trova concreta espressione molti autoritratti
ma salvador rosa non si limito a ciò, fu l'unico a trovare increscioso e intollerabile le restrizione inerenti alla natura del mecenatismo del suo tempo proponendosi perciò di abbellirlo
da allora molti artisti hanno appreso quanto importante per conquistarsi la fama sapersi fare pubblicità da soli, nel chiuso mondo artistico del 1600, dovete essere impressionate
senza alcun dubio il desiderio insistente di auto promozione di salvador rosa, evidente in ogni minimi ma circostanza, spesso non era altro che una manifestazioni esteriorie superficiali di una sagace determinazione a spezzare a spezzare il legame con il mecenatismo
lo vediamo più volte servirsi di esposizione per costruirsi una fama e organizzare claque per decantare i suoi meriti ampliando cosi in misura considerevole la cerchia relativamente ristretta nella quale si muovevano gli artisti
ma salvador rosa era anche impegnato in una battaglia molto più seria, l'unico trai suoi contemporanei, egli sosteneva il diritto del pittore al autonomia artistica nel senso moderno, che egli stese suscitando una rivoluzione, semplicemente per dimostrare la propria adesione ai canoni critici del periodo e un paradosso che dovremmo in seguito prendere in considerazione, ma ciò non riguarda la motivazione e l'efficacia del suo metodo
apprendiamo per esempio come usare rifiutare la capare che veniva anticipata come garanzia dedicandosi alle sue opere
tale integrità ,il desiderio di notorietà ,l'affermazione d'indipendenza e le sue eccentricità, erano tutte caratteristiche strettamente legate tra loro che impressionato i contemporanei più severi non meno di quando il suo comportamento.i tentativi di rosa di rompere gli schemi non ebbero seguito, ed egli creo un immagine del artista che sarebbe stata apprezzata soltanto nel 1800