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La pace imposta dai vincitori - Coggle Diagram
La pace imposta dai vincitori
Con la fine della guerra l’Europa si ritrovò immersa in una crisi profonda: tutti gli imperi (russo, turco ottomano, austro-ungarico, tedesco) erano crollati,
e le democrazie europee dovevano affrontare le difficoltà del dopoguerra e il crescente consenso raccolto da movimenti politici radicali, sia di destra che di sinistra.
L'Europa perse la sua posizione di "centro del mondo", che venne assunta dagli Stati Uniti, prima potenza economica mondiale.
Nel gennaio 1918 il presidente americano Woodrow Wilson presentò al Congresso degli Stati Uniti un programma in 14 punti necessari per instaurare una giusta pace e durata.
puntava sulla cooperazione tra gli Stati.
la libertà di commercio e navigazione;
l’abolizione delle barriere doganali;
la riduzione degli armamenti;
il diritto all’autodeterminazione dei popoli:
ciascun popolo di scegliere liberamente la propria condizione politica e le proprie relazioni economiche,
la costituzione della Società delle Nazioni,
un organismo internazionale con il compito di mantenere la pace.
Francia e Inghilterra intendevano soprattutto punire duramente la Germania, considerata responsabile del conflitto.
Le complesse trattative della
conferenza di pace
di Parigi, iniziate il 18 gennaio 1919, si conclusero con la stesura di cinque trattati imposti agli Stati sconfitti.
assemblea in cui si riuniscono i paesi coinvolti in un conflitto per discutere le condizioni della pace.
Il trattato che riguardava la Germania, firmato a Versailles il 28 giugno 1919, diede il via libera alle misure durissime volute da Clemenceau, capo del governo francese.
Le condizioni di pace, talmente severe da far parlare di “pace punitiva”, prevedevano:
la cessione di territori a Belgio, Danimarca, Polonia e alla neonata Cecoslovacchia;
la riduzione dell’esercito meno uomini e l’azzeramento della flotta militare;
la cessione alla Francia per 15 anni dei bacini carboniferi della Saar;
la perdita delle colonie, spartite tra i paesi vincitori;
la restituzione alla Francia dell’Alsazia e della Lorena;
il risarcimento dei danni di guerra, 132 miliardi di marchi-oro da pagare in 30 anni alla Francia e Inghilterra
Tutto ciò comportò per la Germania la perdita del 13% del territorio, del 10% della popolazione e del 75% dei centri industriali e di estrazione e contribuì alla nascita nel popolo tedesco di un irresistibile desiderio di rivalsa.
Con il trattato di Saint-Germain-en-Laye del 1919 l’Impero austro-ungarico fu letteralmente smembrato:
Mentre il trattato di Sèvres
del 1920 privò il millenario Impero ottomano di circa quattro quinti dei suoi territori
I nazionalisti turchi si rifiutarono però di accettare le condizioni del trattato e sotto la guida di Mustafà Kemal, detto Atatürk (“padre della Turchia”),
avviarono una guerra d'indipendenza.
Nel 1923 venne abolito il sultanato e istituita la Repubblica indipendente di Turchia, di cui Atatürk fu presidente fino al 1938.