Di Giorgione non abbiamo più di 5 sue opere ma queste bastarono per assicurargli fama. La tempesta forse rappresenta una scena tratta da qualche autore classico, poiché gli artisti veneziani del tempo amavano illustrare storie di miti greci, dei e ninfe. È raffigurata una madre con il suo bimbo cacciata nelle selve dove viene scoperta da un giovane e gentile pastore. Le figure non sono disegnate con eccessiva cura e la composizione è semplice, ma l'opera raggiunge una sua unità grazie all'atmosfera e alla luce, misteriosa, che unisce i soggetti al paesaggio, che pare non essere un semplice sfondo, ma il vero tema del quadro. A differenza dei predecessori non ha dipinto cose per disporle nello spazio, ma esseri umani e paesaggio sono concepiti come un tutto unico. Non solo la somma di pittura e disegno.
Tiziano Vecellio raggiunse una fama immensa e una sapienza nei colori e il loro uso che eguagliò la maestria di Michelangelo nel disegno. Si dice che Carlo V si chinò a raccogliere il pennello. La sua perizia gli permise di trascurare le venerate regole della composizione e affidarsi al colore per ripristinare l'armonia infranta.
Innovativo fu spostare la Madonna con Bambino dal centro e fare dei due santi, S. Francesco e Pietro, personaggi attivi nella scena anziché figure di contorno; la pittura fu eseguita per una vittoria sui turchi del veneto Jacopo Pesaro e lo ritrasse davanti alla Vergine inginocchiato. slide 23