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Gorgia (Pensiero Filosofico), Filosofia pag. 98-99-100 - Coggle Diagram
Gorgia (Pensiero Filosofico)
La scissione tra linguaggio e realtà
" La
parola
è una potente signora che, pur dotata di un corpo piccolissimo e invisibile, compie le opere più divine"
:black_small_square: il discorso ha un valore per sè stesso , anche se sganciato da ogni criterio di verità di tipo universale.
:black_small_square: Protagora sosteneva che un'azione può apparire virtuosa per alcuni individui e malvagia per altri :arrow_forward: da essa si può costruire un discorso ( interpretazione)
:arrow_forward: il
linguaggio
NON coincide più con l'essere ( realtà) come affermava
Parmenide
=
tra il linguaggio e le cose si crea una frattura
:black_small_square: la parola come
forza conquistatrice
La negazione dell'essere
:black_small_square: porta allo
Scetticismo metafisico
=
NON esiste nulla di oggettivo
= anche se le cose esistessero, non sarebbe possibile per l'essere umano conoscerle, pensarle e comprenderle.
Gorgia sostiene che:
:black_small_square:
l'essere NON esiste
perchè la sua affermazione implicherebbe una serie di
contraddizioni
logiche =
se dovessimo ammettere che l'essere è , dovremmo dire che:
:white_small_square: l'essere è
eterno
, = non ha principio e nè fine = è infinito = non è in un luogo ma, ciò che non è in un luogo NON esiste.
:white_small_square: se l'essere è
generato
= sarebbe nato dall'essere o dal non essere ma, non può essere derivato dall'essere perchè altrimenti non sarebbe nato ( eterno) e non può derivare dal NON essere perchè
niente
deriva dal nulla
:black_small_square:
NON si può affermare una verità assoluta intorno all'essere
perchè l'individuo non possiede gli strumenti conoscitivi adeguati :arrow_forward: NO criterio di verita
oggettiva
( universale) = la
credibilità delle affermazioni viene ancora alla forza della persuasione delle parole
non più da una verità riconoscibile e condivisibile a tutti.
:black_small_square: il linguaggio non può rappresentare la realtà ma, ha il potere di persuadere l'animo dell'ascoltatore= è una forza
ammaliatrice
che permette di dominare e influenzare i sentimenti degli esseri umani.
:black_small_square: se anche esistesse
non potremmo nè conoscerlo e nè pensarlo
perchè i pensiero non corrisponde necessariamente alla realtà = si può pensare a cose inesistenti ma, non abbiamo modo di sapere se ciò che pensiamo esista effettivamente
:black_small_square:
se anche fosse conosciuto o pensato , non potrebbe essere espresso con le parole
perchè hanno una natura diversa delle cose= le parole sono "altro" rispetto alla realtà
La visione pessimistica dell'esistenza
:black_small_square: l'esistenza è
una dimensione irrazionale e misteriosa
= individui
NON sono nè liberi e nè responsabili
delle proprie azioni ma, soggiogati da forze ignote e incontrollabili = il fato, le passioni , le parole che li incantano e possono indurli ad errore.
:black_small_square: una semplificazione di questa tesi è rappresentata nel
Encomio di Elena
che costruisce un
capolavoro dell'arte oratoria
:black_small_square:
obbiettivo
= dimostrare l'innocenza di Elena, moglie del greco Menelao , che conquistata dall'amore per Paride, lo segue a Troia, scatenando la guerra.
:black_small_square: il nucleo centrale dell'opera è rappresentato da :four:
spiegazioni
del comportamento di Elena . Può aver agito per:
:one:
per decreto degli dei o per necessità :arrow_forward: gli dei superano gli esseri umani in
forza e saggezza
:arrow_forward: non possono essere avversati
:two:
sotto la pressione della violenza fisica
*
di cui Elena sarebbe stata vittima innocente , da compiangere
Conclusione
= Elena NON può essere condannata, essendo il suo comportamento frutto del
condizionamento
che l'ha privata del libero arbitrio e pertanto nè è esclusa la responsabilità
:three:
perchè persuasa dalle parole di Paride
, le quali hanno il potere di manipolare le emozioni delle persone, che non sceglierebbero di compiere se fossero lucide
:four:
perchè vinta dalla passione amorosa
che può essere considerata un
effetto della potenza divina
o
condizione irrazionale
che offusca la mente ma, in nessun caso una colpa.
Filosofia pag. 98-99-100