Please enable JavaScript.
Coggle requires JavaScript to display documents.
Myricae - Coggle Diagram
Myricae
Pascoli stesso, nella prefazione del 1894, descrive la sua poesia come “frulli d’uccelli, stormire di cipressi, lontano cantare di campane”. In realtà, i temi trattati sono molto più profondi:
1) La natura: descrizioni di campagna, fiori, uccelli e fenomeni atmosferici (temporali, lampi, tuoni). Ma la natura non è solo bellezza e pace: è anche misteriosa, inquietante e carica di significati nascosti
2) L’infanzia: molti protagonisti delle poesie sono bambini poveri, malati o orfani. L’infanzia è vista con nostalgia e dolore, perché rappresenta il tempo felice e puro ormai perduto
3) Il mistero: mentre il Positivismo vedeva la scienza come lo strumento per spiegare tutto, Pascoli (influenzato dal Decadentismo) ritiene che il mondo sia pieno di misteri insondabili. Per questo nella sua poesia abbondano suoni, immagini e simboli che evocano qualcosa di ignoto e affascinante
4) Il male e il rifugio nel “nido”: Pascoli crede che la violenza e il dolore non vengano dalla natura, ma dalla società umana. Per questo nella sua poesia si respira spesso un senso di solitudine e smarrimento. Il poeta sogna un rifugio sicuro, rappresentato dal “nido” familiare, un luogo di affetti protetto dal male del mondo
5) I morti: la perdita delle persone care è un tema ricorrente, legato alla biografia di Pascoli, segnata dall’assassinio del padre. I defunti non sono solo un ricordo, ma presenze reali e tangibili, con cui il poeta cerca di mantenere un legame affettivo che supera il tempo e lo spazio
-
Myricae è la prima raccolta poetica di Giovanni Pascoli, pubblicata per la prima volta nel 1891
Questo libro segna un momento importante nella storia della poesia italiana, perché introduce novità sia nel linguaggio e nello stile, sia nei temi trattati
Pascoli, infatti, si allontana dalla poesia tradizionale ottocentesca per avvicinarsi a quella del Novecento, anticipando alcuni aspetti del simbolismo e del decadentismo
Nel 1910 il critico Emilio Cecchi ha definito la poesia di Pascoli come “la più ricca di futuro” tra quelle contemporanee, sottolineando quanto fosse innovativa e influente
Myricae non è un’opera rimasta uguale nel tempo, ma è stata modificata e ampliata dallo stesso Pascoli nel corso degli anni. Dopo la prima edizione del 1891, che conteneva solo 22 poesie, ci sono state diverse altre edizioni, con sempre più componimenti:
-
-
• 1897: 152 poesie (da qui inizia una divisione in sezioni, più per la forma che per il contenuto)
-
-
Il titolo Myricae deriva da un verso delle Bucoliche di Virgilio: “Non omnes arbusta iuvant humilesque myricae” (“Non a tutti piacciono gli arbusti e le umili tamerici”)
Pascoli elimina la negazione e trasforma il significato del verso: per lui, gli arbusti e le piante semplici rappresentano la poesia umile e quotidiana, lontana dai toni solenni della tradizione letteraria
Pascoli utilizza molte figure retoriche tipiche della poesia decadente, come:
•Analogia: accostamenti di immagini apparentemente lontane tra loro, per creare suggestioni nuove.
•Sinestesia: mescolanza di sensazioni diverse (es. suoni che sembrano colori, colori che evocano emozioni).
•Onomatopee e fonosimbolismo: parole scelte non solo per il loro significato, ma per il suono evocativo