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apologia di Socrate, S vuole dimostrare che l'oracolo è falso, così si…
apologia di Socrate
cap 2
due specie di accusatori
recenti→sono stati corrotti dagli antichi da quando erano ancora nella culla, spargendo cose non vere sul suo conto. Infatti, quando si è fanciulli, si è più inclini a credere. A Socrate fanno più para loro.
gli hanno fatto credere che vi è quest'uomo (S) che indaga i fenomeni celesti, i misteri che nasconde la Terra e che cerca di far prevalere la causa cattiva su quella buona.
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S non vuole citare nessuno e quindi si sente come se stesse combattendo contro delle ombre, con nessuno che possa controbattere le sue argomentazioni.
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cap 32-33
morire: o è un precipitare nel nulla o un transito, dove avviene una trasmigrazione dell'anima.
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2- passare da un luogo ad un altro dove si troveranno i veri giudici e allora non sarebbe da disprezzare tale trasmigrazione
a colui che è buono non può succedere niente di male, infatti lui viene liberato dalle ingiustizie per questo non è in collera
chiede che quando i suoi figli saranno grandi vengano tormentati come lui ha fatto con loro, di insegnargli che la virtù è più importante del denaro
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cap 29-31
parla a coloro che lo hanno condannato: lui non ha sfruttato argomenti che invece gli sarebbero stati utili per non essere condannato. sostiene che è più difficile evitare la malvagità (accusatori) che la morte (S). loro dovranno accettare la loro pena di essere ingiusti e malvagi. non si pente di essersi difeso in questa maniera
predizione a chi lo ha condannato: cadrà su di loro un castigo ben più grande di quello che loro gli hanno inflitto, avranno molto più accusatori
a coloro che lo hanno assolto: la sua voce demoniaca non lo ha contraddetto nemmeno una volta durante il suo discorso, quindi ha usato le parole e le motivazioni giuste.
cap 1
viene detto che Socrate è un "astuto parlatore" e che inganna le persone, ma lui ribatte dicendo che dice solo la verità → oratore
cap 3
S è colpevole per aver indagato su fenomeni celesti, per far prevalere la causa cattiva su quella buona ed insegnare come fare ad atri
S fa notare che lui non si è mai occupato di questo genere di cose, infatti cerca qualcuno nel tribunale che, invece, lo abbia sentito fare discorsi di questo tipo durante i suoi discorsi. NESSUNO.
cap 4
S non si ritiene educatore, ci sono molti che lo sono, come Ippia, ma lui fa discorsi, non chiede denaro in cambio (è povero) e chi lo vuole ascoltare lo fa e basta. I giovani, infatti possono scegliere chi ascoltare.
cap 5-9
se tutte queste cose non sono vere, allora perché viene accusato?
S dice che possiede una certa sapienza, altri ne hanno una più umana, che lui non possiede, ma lui è il più sapiente.
Cherefonte domandò al Dio di Delfo se effettivamente era così e lui affermò. testimone: il fratello.
cap 10
vi sono degli seguaci di S che vanno in giro a dimostrare che non c'è nessuno più sapiente di S. coloro che vengono esaminati se la prendono con S, dicendo che lui corrompe i giovani: svela saperi di cose del cielo e della terra, non credere negli dèi.
cap 17-18
lui sarebbe dovuto finire in tribunale solo se non avesse adempiuto al compito assegnatogli dal dio, ovvero quello di non filosofare per paura della morte. se loro gli proponessero di non condannarlo a patto che lui smetta di diffondere il suo pensiero, S rifiuterebbe.
ci si deve prendere cura più dell'anima che del corpo o delle ricchezze e se questo vuol dire corrompere i giovani, allora va bene, è nocivo. non cede a compromessi.
non si vuole salvare per sé stesso, ma per la città: come un tafano punzecchia un cavallo, lui stimola la città. ha trascurato sé stesso e la sua famiglia per anni per occuparsi della sua città, non chiedendo nulla in cambio, infatti è povero e nessuno può testimoniare il contrario.
non è mai stato maestro di nessuno, se qualcuno lo ha ascoltato, lui non glielo ha impedito, come non ha impedito nemmeno di non insegnare né ha mai insegnato una dottrina.
cap 19
S ha una voce dentro di sé (demone socratico), fin da fanciullo, che lo induce a non far parte della vita politica. infatti, se non avesse fatto come gli era stato detto dalla voce, sarebbe morto già da tempo e non avrebbe dato alcun vantaggio alla città.
cap 22
sarebbero dovuti essere i famigliari ad accusare S, ma non lo hanno fatto perché sanno che è Meleto quello che mente.
cap 23-24
S sostiene che non ha senso cercare di far impietosire i giudici perché questo graverebbe sulla reputazione della città. bisogna far onore a uomini come lui che si distinguono per la loro sapienza e non provano vergogna nel momento in cui sanno di essere condannati e non si mettono a frignare.
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cap 25-28
S si aspettava che lo avrebbero condannato, ma non con una differenza di soli 30 voti.
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S vuole dimostrare che l'oracolo è falso, così si reca da un uomo politico che era ritenuto tra i più sapienti. S confermò che costui lo era, ma notò che lui credeva di sapere delle cose che in realtà non sapeva, mentre S sapeva di non saperle e per questo era ritenuto più sapiente. Così provò con altri uomini, ma ottenne lo stesso risultato.
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così si recò dai poeti (si faceva sempre più nemici nel mentre) e gli chiese di spiegare i loro poemi, ma non ci riuscirono in quanto sembrava che essi scrivessero perché ispirati da Dio e non perché sapevano ciò che stavano raccontando. Si reputavano sapienti in cose in cui non lo erano.
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andò, infine, dagli artigiani e notò che loro sapevano cose che S ignorava e su questo potevano sembrare più sapienti, ma caddero nello stesso errore dei poeti: fingere di sapere anche su questioni che non riguardavano il loro lavoro. Così interrogò sé stesso e confermò che lui non voleva essere niente che lui non fosse.
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il vero senso dell'oracolo secondo S: Dio vuole dimostrare che il sapere umano è nulla attraverso S perché lui sa di non sapere e quando trova qualcuno che si crede sapiente, allora mette in luce la sua ignoranza per dimostrare che il Dio ha ragione
ha contro Meleto, Anito e Licone: il primo difende i poeti, il secondo artigiani e politi e il terzo gli oratori.