Nel 1917, le offensive italiane lungo l'Isonzo causarono pesanti perdite e malcontento tra i soldati, culminando nella sommossa di Torino. Il 24 ottobre, l’offensiva austro-tedesca a Caporetto colse di sorpresa l’esercito italiano, che subì una ritirata disastrosa. Circa 300.000 soldati italiani furono fatti prigionieri, e l'Italia perse vasti territori. La responsabilità della sconfitta fu inizialmente attribuita alla codardia dei soldati, ma in realtà furono errori strategici a causare il collasso.
Dopo Caporetto, il generale Diaz sostituì Cadorna, migliorando le condizioni dei soldati e ristabilendo il morale. Il governo Orlando rafforzò l'unità nazionale, mentre il Partito Socialista si schierò con la difesa del paese. A partire dal 1918, fu creata una propaganda al fronte per sollevare il morale, promuovendo la guerra come una lotta per un futuro migliore, con lo slogan "terra ai contadini".