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CAPITOLO 13 - POTERE E SOCIETA' NELL'EUROPA DEL SEICENTO - Coggle…

- - - - La pressione fiscale non colpì solo la Spagna, già in crisi finanziaria e con la perdita della sua struttura produttiva, ma anche altri paesi.
        
        In Spagna...
        
        Nel 1640, la Spagna affrontò ribellioni significative, tra cui la riconquista dell'indipendenza da parte del Portogallo e la rivolta in Catalogna contro il progetto fiscale del conte-duca d'Olivares.
        
        Nel 1647-48, le città italiane come Napoli e Palermo si sollevarono, estendendo la rivolta al Mezzogiorno.
        
        In Francia...
        
        In Francia, dopo diverse rivolte contadine negli anni '20, nel 1648 scoppiò la Fronda parlamentare, con i magistrati di Parigi che contestavano le richieste fiscali e l'autorità degli intendenti.
        
        La Fronda parlamentare cessò nel 1649, ma dal 1650 al 1653 la Fronda dei principi coinvolse la nobiltà contro il sovrano.
        
        In Inghilterra...
        
        In Inghilterra, la rivoluzione degli anni Quaranta ebbe un impatto politico più profondo, segnando una rottura con il passato rispetto alle altre rivolte antifiscali in Europa.
      - Le ribellioni si concentrarono contro i primi ministri e i favoriti del re, accusati di adottare metodi di governo autoritari e di violare il contratto implicito tra sovrano e sudditi.
- - - - Negli anni centrali del 1600, le isole britanniche furono sconvolte da guerre civili che cambiarono l'assetto politico.
        
        Sebbene la corona inglese fosse stata una potenza di secondo piano fino al 1500, dalla metà del 1600 assunse un ruolo di primo piano, grazie a un forte sviluppo economico e sociale favorito dalla sua posizione atlantica.
        
        Londra divenne un centro di crescita, l'opposizione al re aumentò e il dibattito religioso si radicalizzò.
      - Perché peggiorarono i rapporti tra la Corona e il Parlamento?
        
        Nel 1603, dopo la morte di Elisabetta I, Giacomo I Stuart (già Re di Scozia) sale al trono inglese, unendo i regni di Inghilterra e Scozia.
        
        I suoi rapporti con il Parlamento si deteriorano a causa di problemi religiosi e finanziari.
        
        I puritani, che chiedono una riforma calvinista della Chiesa anglicana, si scontrano con la resistenza della corona, spingendo alcuni a emigrare verso l'America (come i Padri Pellegrini nel 1620).
        
        Inoltre, le necessità finanziarie della monarchia portano Giacomo I a ricorrere a prestiti forzosi, monopoli commerciali e vendita di titoli nobiliari, ma incontra opposizione dal Parlamento.
        
        La sua politica estera remissiva verso la Spagna durante la Guerra dei Trent'anni, rispetto alla politica attiva di Elisabetta, aumenta il malcontento.
        
        I contrasti tra Corona e Parlamento si acuiscono durante il regno del figlio e successore di Giacomo I Stuart, Carlo I (1625-1649)
        
        Nel 1628, lo scontro tra il re Carlo I e il Parlamento inglese culmina con la Petition of Rights, che dichiara illegali le richieste fiscali non autorizzate dal Parlamento, gli arresti arbitrari e il reclutamento forzato di soldati.
        
        Il Parlamento condiziona la votazione di ulteriori sussidi all'accettazione della petizione. Dopo l'assassinio del duca di Buckingham, il principale ministro di Carlo I, il re scioglie definitivamente il Parlamento nel marzo 1629.
        
        Dal 1629 al 1640, Carlo I regna in modo dispotico durante il periodo noto come la "tirannia degli undici anni".
        
        Il re gestisce il governo senza il Parlamento, utilizzando fonti di finanziamento come vendite di privilegi e monopoli, e ripristinando o estendendo tasse locali.
        
        Contemporaneamente, riorganizza la Chiesa anglicana in modo autoritario, rafforzando il ruolo dei vescovi e ripristinando liturgie cattoliche, discriminando i puritani.
        
        Le sue riforme ecclesiastiche scatenano una rivolta in Scozia nel 1638, dove la popolazione calvinista e presbiteriana si oppone.
        
        La Petition of Rights (1628) richiede che il re non possa imporre imposte, prestiti forzosi o altre tasse senza il consenso del Parlamento. Essa stabilisce che nessun cittadino possa essere imprigionato senza motivo legale, e chiede che le imposte e le commissioni militari siano revocate per evitare abusi e oppressioni. Inoltre, si denuncia l'abuso di potere da parte di soldati e marinai, esigendo che il popolo non venga più oppresso come in passato.
        
        Nella protesta della Camera dei Comuni (2 marzo 1629), i membri del Parlamento affermano che chiunque cercasse di introdurre innovazioni religiose contrarie alla Chiesa anglicana, come il papismo o l'arminianesimo, sarebbe stato considerato un nemico del regno. Inoltre, chiunque cercasse di raccogliere i dazi di Tonnage and Poundage senza il consenso del Parlamento sarebbe stato giudicato un traditore.
- - - - Scoppia una rivolta cattolica in Irlanda, e un tentativo fallito di colpo di Stato (a Londra) da parte di Carlo I provoca la rottura definitiva tra Re e Parlamento e diede inizio alla la guerra civile nel 1642.
        
        La guerra si inclina a favore delle forze parlamentari grazie alla nomina di Oliver Cromwell come comandante dell'esercito parlamentare (New Model Army), che ottiene vittorie decisive sulle forze realiste nel 1644-45.
        
        Nel 1650, in "A Declaration of the English Army now in Scotland", i soldati dell'esercito inglese in Scozia dichiarano che, inizialmente privati cittadini, sono stati spinti a combattere contro la tirannia del defunto re e dei suoi prelati, percepiti come anticristiani.
        
        Si definiscono non mercenari, ma soldati impegnati nel servizio di Gesù Cristo, che considerano il loro vero re. Essi affermano di seguire Cristo secondo le sue condizioni, accogliendo la sua autorità nei loro cuori e impegnandosi in un patto di grazia con lui.
        
        Durante la guerra civile inglese, il Parlamento e l’esercito, composti principalmente da strati sociali medio-bassi, diventarono influenti soggetti politici.
        
        Al loro interno emersero divergenze politiche e religiose, con la nascita di gruppi radicali come i Livellatori e gli Zappatori.
        
        Questi chiedevano tolleranza religiosa, separazione tra chiesa e monarchia, un governo repubblicano e il suffragio universale maschile.
        
        Tuttavia, le loro richieste furono respinte da Cromwell e dal suo gruppo, che difesero il legame tra diritti politici e proprietà.
        
        Il Patto del popolo (1647-1649) fu un documento redatto all'interno dell'esercito parlamentare, esprimendo le idee dei livellatori, un gruppo che mirava a eliminare le distinzioni sociali.
        
        Il patto era un programma politico proposto dall'esercito vincente al Parlamento.
        
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        Infine
        
        Nel novembre del 1647, la fuga di Carlo I riaccende la guerra civile, dando a Cromwell l'opportunità di realizzare un colpo di stato militare.
        
        Il Parlamento, dopo aver epurato/espulso i membri più moderati e favorevoli al re, mette Carlo I in stato d'accusa e lo condanna a morte, eseguendo la sentenza il 30 gennaio 1649.
        
        Questo evento segna il primo caso di condanna a morte di un sovrano in nome del popolo.
        
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