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IL RANCIO IN TRINCEA - Coggle Diagram
IL RANCIO IN TRINCEA
Residui di scatolette di latta si trovano ancora oggi sui fronti della Grande Guerra
La conservazione dei cibi in scatola aumentò significativamente con la Prima Guerra Mondiale per rifornire gli eserciti
Circa 200 milioni di scatolette furono consumate dai soldati italiani durante il conflitto
Il consumo delle scatolette era regolato dai superiori e permesso solo in assenza del rancio ordinario
Consumare scatolette senza autorizzazione poteva comportare punizioni severe
Il rancio ordinario era composto da pasta in brodo, carne lessa, pane, caffè, vino e, raramente, formaggio
Il rancio veniva trasportato di notte con muli per ridurre il rischio di attacchi nemici
Il pane era anche una merce di scambio tra soldati italiani e nemici
Durante gli attacchi chimici, il pane bagnato veniva usato come filtro per proteggere bocca e naso
Il pane era spesso conservato nel tascapane come riserva per emergenze
I prigionieri italiani in Austria e Germania soffrirono malnutrizione estrema
Razioni promesse ai prigionieri spesso non venivano rispettate
In Austria, la scarsità alimentare portò all’uso di surrogati come pane fatto con paglia, segatura, zuppe con bucce di patata
La popolazione civile e i soldati austroungarici soffrirono fame estrema negli ultimi due anni di guerra
Durante l'inverno del 1916-1917, le campagne austriache offrivano solo rape come cibo
Le scatolette trovate dai soldati durante la ritirata potevano cadere nelle mani del nemico se non recuperate
I soldati puniti venivano spesso utilizzati per i turni di guardia o privati del rancio
Dal 1916, le razioni furono ridotte a causa delle difficoltà logistiche e di approvvigionamento
L'acqua potabile era limitata a mezzo litro al giorno per soldato
I produttori italiani adottarono nomi patriottici per le scatolette: Trento e Trieste, Alici alla Garibaldi, Filetti Savoia
Il Regno d’Italia istituì nel 1918 il Ministero degli approvvigionamenti e consumi per gestire la crisi alimentare
Il Ministero impose il razionamento del grano e la requisizione di raccolti agricoli
Vennero limitate la produzione e distribuzione di generi non essenziali, come i dolci, a favore dell’esercito
Le requisizioni avvenivano tramite commissioni comunali, con compenso calmierato ai produttori
Anche dopo la guerra, il Ministero regolamentò i consumi e la distribuzione alimentare per affrontare la crisi