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CAPITOLO 16 - IL REGNO DI LUIGI XIV E L'ASSOLUTISMO IN FRANCIA -…
CAPITOLO 16 - IL REGNO DI LUIGI XIV E L'ASSOLUTISMO IN FRANCIA
Introduzione
Luigi XIV, noto come «Re Sole», regnò dal 1643 al 1715 ed è simbolo dell'assolutismo.
Durante il suo regno, costruì la reggia di Versailles, tentò riforme fiscali e legali e rafforzò la Francia come potenza europea.
Il suo governo fu un compromesso tra il re e le élite locali, che beneficiavano della stabilità e dei loro privilegi.
Oggi, il suo regno è visto come un esempio di equilibrio politico riuscito.
Il contesto storico
La situazione politica nel 1661
Durante il regno di Luigi XIV, ci furono frequenti rivolte interne, come la guerra civile della Fronda (1648-1653), e disordini in vari settori, causati dalle guerre e dai cambiamenti nel governo e nel sistema fiscale.
Dopo la pace di Westfalia (1648), la Francia divenne la principale potenza europea.
Nel 1659, fu firmata la pace con la Spagna, che cedette il Rossiglione e organizzò il matrimonio di Maria Teresa di Spagna con Luigi XIV.
Le guerre contro la Spagna furono finanziate con anticipi, aumenti fiscali e maggiore pressione sui privilegiati.
La Francia era divisa in province, alcune delle quali mantenevano le loro autonomie e privilegi.
Economia e società
Nel 1600, la popolazione francese era di 16 milioni, salendo a 19 milioni nel 1700.
Durante il regno di Luigi XIV, l'agricoltura subì una crisi, con calo della produzione e aumento dei prezzi, aggravata dai cattivi raccolti dal 1660.
L'economia era basata sull'artigianato, senza industria moderna, e la moneta circolava poco.
La società era ancora divisa in tre ordini, e i privilegi erano un aspetto fondamentale, protetti dal diritto e dalla prassi.
La corona non poteva eliminare i privilegi, ma li usava come strumento di pressione, e le cariche nobiliari erano vendute.
La finanza reale
Lo stato francese raccoglieva fondi per finanziare guerre, la famiglia reale e progetti prestigiosi attraverso quattro metodi: affittanze del demanio reale, imposte dirette (taille), imposte indirette (aides, traités, gabelles sul sale) e prestiti.
Inoltre, la vendita delle cariche nobiliari faceva parte del sistema finanziario, che si basava anche su un sistema privato di "appalto" o "concessione", gestito da funzionari o compagnie private al servizio della corona.
La giustizia e l'amministrazione
I funzionari francesi erano legati a una rete di favoritismi e clientele, con la corte al centro.
Sebbene dovessero essere leali al re, acquistavano cariche per promuovere i propri interessi.
Il sistema di governo era lento a reagire. Questo accadeva perché il governo era complesso, diviso in molti livelli.
A livello giuridico, esistevano tribunali locali (bailliage), corti d'appello (parlaments) e il consiglio reale.
La nobiltà aveva un ruolo importante sia a corte che nell'amministrazione, rendendo la monarchia di Luigi XIV molto aristocratica.
Il re, la corte, i ministri
Luigi XIV sceglieva i suoi ministri tra i membri della borghesia, come ad esempio:
Le Tellier: ministro della guerra
Colbert: ministro delle finanze
La riforma del regno
Colbert adottò misure per combattere gli abusi fiscali e il debito, tra cui l'uso degli intendenti per supervisionare le entrate e combattere la corruzione.
Nonostante i tentativi di risolvere il debito (451 milioni di livres nel 1661), la situazione rimase critica.
Fu creata una chambre de justice per punire i finanzieri disonesti e i falsi nobili. Tuttavia, il debito municipale non fu risolto, e sebbene Colbert fosse duro con i parlaments, la loro struttura oligarchica rimase intatta.
Alcune province minori furono riorganizzate, ma altre più potenti conservarono la loro autonomia.
L'economia
Colbert cercò di aumentare la quantità di denaro in circolazione attirando capitali da altri stati e mantenendoli in Francia.
Tassò i prodotti di lusso, migliorò la qualità dei beni primari e incentivò le esportazioni, che portarono oro nel paese.
Le colonie fornirono materie prime e vennero introdotti dazi sulle importazioni straniere.
Furono incentivati i settori artigianali con fondi statali, e vennero create compagnie commerciali d'oltremare, come la Compagnia delle Indie Orientali, per espandere il commercio.
Le riforme militari
Luigi XIV trasformò l'esercito in una macchina da guerra efficiente e ben organizzata tramite riforme.
L'esercito divenne più grande e controllato dallo stato, non dalla nobiltà.
Le cariche venivano assegnate in base all'esperienza e non alla nascita, migliorando la competenza e riducendo gli scontri.
Gli ufficiali ricevevano salari adeguati e benefici come pensioni, mentre veniva incentivata la promozione.
Si ridusse la corruzione e si garantivano pagamenti regolari.
La disciplina venne rafforzata con punizioni e la costruzione di caserme.
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Colbert e il suo piano economico
Jean-Baptiste Colbert, raccomandato anche da Mazzarino, divenne un super-ministro dell'economia e degli affari interni.
I suoi obiettivi principali erano risanare i conti pubblici e rilanciare l'economia.
Attuò un intervento statale con politiche protezionistiche, come alti dazi sui manufatti stranieri, e favorì le manifatture per l'esportazione.
Promosse nuovi settori industriali, il controllo del lavoro tramite le corporazioni e la creazione di un impero coloniale con compagnie privilegiate.
Sostenne lo sviluppo della marina e delle infrastrutture interne per stimolare l'economia
Arte e architettura
Luigi XIV, appassionato di arte e scultura, usò l'arte come strumento di propaganda per proiettare l'immagine di un re potente e di una monarchia invincibile.
Scelse il sole come simbolo del suo potere e la corte viveva in modo teatrale, con rituali che riflettevano questa teatralità.
Il re e i suoi ministri finanziarono letteratura che esaltava il suo regno, mentre si sviluppava anche una letteratura antifrancese.
Le arti non riflettevano la realtà politica, ma creavano l'illusione di un potere assoluto.
La reggia di Versailles
Luigi XIV, insieme alla nobiltà di corte, spostò la residenza dal Louvre a Versailles, che divenne simbolo del suo potere assoluto.
Tra il 1661 e il 1689, il castello fu trasformato in un'imponente struttura grazie al lavoro di 25.000 operai e a un enorme costo di 200 milioni di livres.
Versailles divenne un progetto propagandistico per esaltare la virtù e la potenza del re, con la Sala degli Specchi e i dipinti di Charles Le Brun che enfatizzavano la grandezza di Luigi XIV, consolidando il suo potere e tramandando alle future generazioni la memoria delle sue glorie.
Nel 1669-70, Luigi XIV avviò la costruzione della residenza di Versailles, che divenne il centro del potere e della corte.
La sua corte, caratterizzata da un sistema di rigida etichetta, attirò la nobiltà, allentando i suoi legami con i territori d’origine e riducendo le sue possibilità di azione politica.
Versailles divenne un modello per le corti europee.
Dopo la Fronda, non ci furono più ribellioni organizzate della nobiltà, che cercò piuttosto di occupare lo Stato a proprio favore.
Luigi XIV identificò sé stesso con lo Stato, come dimostra la famosa frase "Io me ne vado, ma lo Stato rimarrà per sempre" attribuita al suo letto di morte.
La Guerra della Fronda (1648-1653) fu una serie di ribellioni in Francia contro il giovane re Luigi XIV e il potere assoluto della monarchia.
La prima fase coinvolse i magistrati del Parlamento, protestando contro le imposte elevate.
La guerra si concluse con la vittoria della monarchia, rafforzando il potere di Luigi XIV e indebolendo la nobiltà.
Nella seconda fase, i nobili si ribellarono contro la centralizzazione del potere.
Stato e Chiesa
La monarchia francese di Luigi XIV era teocratica, con il re che riceveva il potere direttamente da Dio.
La Chiesa sosteneva la monarchia e giocava un ruolo nell'amministrazione locale, mentre le tasse non colpivano il clero.
La Chiesa aveva giurisdizione indipendente e vasti terreni, e il 90% del clero apparteneva all'aristocrazia.
Luigi XIV cercò di limitare l'influenza papale, promuovendo il gallicanesimo, e perseguì il protestantesimo, imponendo restrizioni economiche e incentivando la conversione al cattolicesimo.
Nel 1685, revocò l'editto di Nantes con l'editto di Fontainebleau, interrompendo la protezione dei protestanti.
La politica estera
Dopo il 1660 la Francia era diventata la monarchia più potente d'Europa ma si costituì una coalizione antifrancese
Due guerre molto importanti furono:
La guerra franco-olandese (1672)
: I ministri e le diverse fazioni politiche influenzavano molte decisioni del re. La guerra franco-olandese era nata anche per ridurre la concorrenza economica dell’Olanda. Si conclude con la pace di Nimega (1678-79) e con il trionfo della Francia.
La guerra dei Nove Anni (1688-97)
: Fu la conseguenza di vent’anni di aggressioni francesi. Vennero definite nuove alleanze diplomatiche tra stati europei contro la Francia. Luigi XIV cercava di consolidare il suo potere e estendere i territori francesi. La guerra si concluse con i Trattati di Ryswick (1697), che portarono a modifiche territoriali minori. La guerra non portò a nessuna vittoria decisiva, ma consolidò la reputazione militare di Luigi XIV e la Francia rimase una potenza dominante in Europa.
Inoltre...
Nel periodo di governo di Luigi XIV, la politica interna fu segnata da conflitti con il papa e persecuzioni contro gli ugonotti.
Il re intraprese la politica delle "riunioni", ovvero le riunificazioni forzate ma pacifiche di territori che la Francia aveva ottenuto durante le guerre e grazie a trattati.
Un esempio significativo fu la tregua di Ratisbona del 1684, che riconobbe per vent'anni le conquiste francesi ottenute attraverso il conflitto con la Spagna e i suoi alleati.
Nel periodo di espansione territoriale della Francia, Luigi XIV occupò diverse regioni: Lille e Cambrai nei Paesi Bassi spagnoli, i principati vescovili di Metz, Toul e Verdun, Strasburgo e la Franca Contea asburgica.
La Francia attaccò anche le Province Unite (Olanda) nel 1672-74, alleandosi con l'Inghilterra, a causa dei crescenti contrasti commerciali.
Inoltre, ci fu una pressione sull'Italia con l'occupazione di Messina e Casale Monferrato e il bombardamento di Genova nel 1684.
Queste azioni rievocarono l'egemonia che la Spagna aveva esercitato in Europa nel 1500.
La crescente minaccia francese portò alla formazione della Lega di Augusta nel 1688, una coalizione tra Impero asburgico, Spagna, Svezia, Olanda, Inghilterra e il Ducato di Savoia.
Dopo un lungo conflitto, la pace di Rijswick (1697) costrinse la Francia a rinunciare alle sue conquiste lungo il Reno, mantenendo comunque l'Alsazia e Strasburgo.