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Proposizione principale e subordinata - Proposizione principale,…
- Proposizione principale e subordinata - Proposizione principale
La proposizione principale è INDIPENDENTE e AUTONOMA all'interno del periodo, cioè ha senso compiuto e non dipende da nessun'altra proposizione.
MI PIACCIONO LE PASSEGGIATE IN MONTAGNA, perché l'aria è limpida e si cammina molto volentieri.
Nell'esempio citato la proposizione principale, evidenziata, si può isolare dalle altre senza perdere il suo significato (a differenza delle due successive)
In un periodo complesso la proposizione principale è detta anche REGGENTE perché regge le proposizioni dipendenti. Quindi una proposizione diventa reggente quando le aggiungiamo almeno una subordinata.
In alcuni casi la principale può AVERE BISOGNO necessariamente di una subordinata, come in questo caso:
E NECESSARIO che rientri subito a casa.
Quindi la proposizione principale è quella proposizione esplicita che può stare da sola ed ha un significato compiuto: essa non dipende da altre frasi sia sul piano sintattico che sul piano del significato; può, in alcuni casi, avere bisogno del completamento di una subordinata.
PROPOSIZIONI PRINCIPALI INDIPENDENTI si dividono in varie categorie a seconda del messaggio / sensazione che trasmettono:
A. ENUNCIATIVE: indicano un'informazione, un giudizio, una richiesta cortese.
Possono essere negative. Sono all'indicativo o al condizionale.
Attraverso l'uso del modo condizionale possono esprimere: dubbi, stupore, incertezza su un'informazione che viene data.
Domani lavorerò alle dispense.
Non verrò al mare sabato.
Secondo gli esperti, la terra si starebbe surriscaldando.
Non avrei mai immaginato tanta pazienza da parte sua.
B. INTERROGATIVE: esprimono una domanda diretta (terminano con il punto interrogativo). Hanno come modi l'indicativo e il condizionale.
Possono essere: SEMPLICI (una sola domanda): Vai con loro al cinema?;
DISGIUNTIVE (due domande in alternativa): Vieni con noi o vai con loro?;
REALI (domanda di cui non si conosce la risposta): Che ore sono?;
RETORICHE (domanda figurata, si conosce già la risposta): Sono mai stato poco sincero con te?;
DI CORTESIA (di solito in apertura di dialogo): Come va?
C. DUBITATIVE: esprimono incertezza, senso del dubbio. Hanno il punto interrogativo ma non si rivolgono ad un interlocutore preciso. Possono essere al modo indicativo, condizionale o infinito: A chi potrei chiedere?
D. ESCLAMATIVE: esprimono in esclamazione gioia, stupore, dolore. Hanno il punto esclamativo. Chiedono il modo indicativo o congiuntivo: Wow, ha visto che bello!
Avessi ancora la mia vecchia macchina!
E. VOLITIVE: sono proposizioni di comando (positive o negative), preghiera, esortazione, invito. Chiedono: imperativo, congiuntivo (esortativo) oppure NON + infinito.
Non calpestare le aiuole!
Si ricordi delle scadenza.
Passami subito quel foglio.
F. DESIDERATIVE: esprimono desiderio, augurio, o rimpianto. Spesso sono introdotte da espressioni come: magari, oh, se, volesse il cielo, ecc...: Chiedono il modo congiuntivo o condizionale: Magari uscisse una giornata di sole!
G. CONCESSIVE: ammettono la possibilità, verità o esistenza di un fatto o un evento. Chiedono il congiuntivo.
Spesso sono costruite con pure, ammettiamo che, ecc...
Cantino pure quella canzone.
LA PROPOSIZIONE INCIDENTALE: le incidentali (o parentetiche) sono proposizioni accessorie rispetto al testo in cui vengono inserite: non fanno un corpo unico con il periodo, servono a completarne il senso con un chiarimento o un'indicazione in più.
Si possono eliminare dal testo senza che ciò ne modifichi il senso né la struttura logica: Solitamente vengono chiuse tra due virgole, due trattini o due parentesi (da cui la definizione di parentetiche).
Domani, SE IL CIELO SARA SERENO, andremo al mare.
Domani andremo al mare
A livello sintattico NON SONO PROPOSIZIONI PRINCIPALI perche non risultano totalmente autonome dal periodo in cui vengono inserite; NON sono però neanche SUBORDINATE perché non dipendono da altre proposizioni nel periodo.
La coordinazione è detta anche PARATASSI (greco: para = accanto, taxis = collocazione).
Due o più proposizioni sono coordinate quando sono della stessa SPECIE (principali ad esempio):
Bevve un bicchiere d'acqua, annaffiò la pianta ed andò a dormire.
Tutte e tre le proposizioni qui elencate, in coordinazione, sono autonome e nessuna dipende dalle altre per completare o specificare il proprio significato.
Le coordinate si creano:
- CON LE CONGIUNZIONI COORDINATIVE (e, ma, però, infatti, o, ecc...): State in silenzio O lasciate il museo.
- ACCOSTANDO DUE PROPOSIZIONI con segni di punteggiatura deboli (virgola, due punti, punto e virgola): Maria lava i vetri, Armando stira.
N.B.: In questo caso la coordinazione avviene per ASINDETO (cioè senza alcun legame).
Spesso possiamo trovare sia congiunzioni che punteggiatura:
Bevve un bicchiere d'acqua, annaffiò la pianta E andò a dormire.
- RIPETENDO LE STESSE CONGIUNZIONI PIU VOLTE davanti a tutte le proposizioni del periodo: Nella Commedia Dante E piane E sviene E sogna E cammina.
In questo caso la coordinazione avviene per POLISINDETO (cioè attraverso più legami).
E POSSIBILE COORDINARE:
- DUE PROPOSIZIONI PRINCIPALI TRA LORO, come nei vari esempi:
Maria lava i vetri, Armando stira.
- DUE PROPOSIZIONI SUBORDINATE DI PARI VALORE E GRADO: Non riesco a svolgere l'esercizio (principale) nonostante sia davvero facile ed io abbia studiato molto (subordinata + subordinata).
EVITARE ERRORI NELLA COORDINAZIONE:
Onde evitare errori e confusione nella coordinazione è bene esprimere il soggetto quando cambia: Maria lava i vetri, ARMANDO stira.
TIPI DI PROPOSIZIONI COORDINATE:
Le coordinate possono essere suddivise in 6 diversi tipi:
- COPULATIVE: quando sono collegate tra loro da una congiunzione copulativa di tipo positivo (inoltre, e, ...) o negativo (né, neanche, neppure, ...) che accosta le due proposizioni: Non lavorava né studiava;
- DISGIUNTIVE: sono quelle introdotte da una congiunzione disgiuntiva (O, oppure, altrimenti, ...). In tal caso tra le due coordinate si stabilisce un rapporto di esclusione a vicenda: Vorrei bere un frullato oppure mangiare un frutto.
- AVVERSATIVE: sono quelle introdotte da una congiunzione avversativa (anzi, piuttosto, invece, eppure, ma, però, ...): Volevo andare al mare, ma piove.
- DICHIARATIVE: (o esplicative) sono quelle introdotte da una congiunzione esplicativa (infatti, difatti, ossia, cioè ...): Marco canta male, infatti stona tantissimo.
- CONCLUSIVE: Spiegano la conseguenza logica di un'affermazione precedente, sono introdotte da una congiunzione conclusiva: Non piove molto, quindi adesso possiamo uscire.
- CORRELATIVE: sono correlative quando una proposizione richiama direttamente l'altra. Vengono introdotte da congiunzioni correlative: o ...o; cosi ... come; tanto ... quanto, ecc: O mangi o fumi.
La proposizione subordinata, chiamata anche dipendente o secondaria è una frase che non può stare da sola, per cui dipende dalla principale o reggente.
Cominciò a nevicare, POICHE LE TEMPERATURE SI ERANO ABBASSATE.
La proposizione POICHE LE TEMPERATURE SI ERANO ABBASSATE non può stare da sola perché non avrebbe alcun significato senza la reggente che la accompagna.
La subordinazione si può realizzare:
- CON UNA CONGIUNZIONE SUBORDINANTE O UNA LOCUZIONE CONGIUNTIVA: (affinché, poiché, prima che...)
- CON UN PRONOME RELATIVO, UN PRONOME O AGGETTIVO INTERROGATIVO O UN AVVERBIO: (che, chi, dove)
- CON L'INFINITO PRECEDUTO DA PREPOSIZIONI: Maria invitò gentilmente Carmen A USCIRE da casa sua.
- CON IL VERBO AL GERUNDIO O AL PARTICIPIO PASSATO: Maria invitò gentilmente Carmen a uscire da casa sua INDICANDO LA PORTA.
- COLLEGANDO DIRETTAMENTE LE SUBORDINATE ALLA REGGENTE: Credo SIA INGIUSTO;
NON FOSSE STAO PER LUI, mi sarei arrabbiato; FINITO DI SCRIVERE, inviò la lettera.
Nel periodo le proposizioni subordinate hanno la stessa funzione che i complementi hanno nella frase:
Maria si è resa disponibile per la correzione della tesi;
Maria si è resa disponibile per correggere la tesi.
Possiamo suddividere le subordinate in:
- SOSTANTIVE: (soggettive, oggettive, interrogative indirette, dichiarative) svolgono nel periodo la stessa funzione che il sostantivo ha nella proposizione.
- ATTRIBUTIVE: (relative proprie) svolgono nel periodo la stessa funzione che l'attributo e l'apposizione ha nella proposizione.
- COMPLEMENTARI INDIRETTE: (causali, finali, temporali...) svolgono nel periodo la stessa funzione che i complementi indiretti e gli avverbi hanno nella proposizione.
Le proposizioni subordinate possono essere ESPLICITE o IMPLICITE:
Sono esplicite quando il predicato è al modo finito:
Una telefonata mi informò che ERA nato.
Implicite quando è di modo indefinito:
Ogni minorenne ha il dovere DI ANDARE a scuola.
I GRADI DELLA SUBORDINAZIONE:
Se la subordinata è retta direttamente dalla proposizione principale, si definisce di PRIMO GRADO: E OBBLIGATORIO CONOSCERE il codice della strada.
Una subordinata pero, può a sua volta reggere un'altra subordinata. In tal caso è sia dipendente (dalla principale) che reggente (di un'altra subordinata, che definiamo quindi di SECONDO GRADO), dalla quale a sua volta può dipendere un'altra subordinata ancora (TERZO GRADO) e cosi via:
Alessandro Manzoni credeva (reggente) che si potesse imparare l'italiano (subordinata 1 grado) leggendo il suo capolavoro (subordinata 2 grado) che si intitola I promessi sposi (subordinata terzo grado), ....
Quindi: la principale è sempre reggente; le subordinate possono reggere altre subordinate in una gerarchia di dipendenza per gradi.