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ISTITUZIONI DI DIRITTO PRIVATO, CONTRATTO, IL CONTRATTO PRELIMINARE,…

- - - - I tipi di contratti sono due:
        
        CONSENSUALI: si concludono quando le parti raggiungono l'accordo, come quando si vende qualcosa.
        
        REALI: si concludono solo quando viene consegnato l'oggetto del contratto, come nel caso di un mutuo (il prestito si concretizza quando i soldi vengono dati).
        
        I quattro elementi essenziali di un contratto sono: Se manca uno di questi elementi e non ha i requisiti imposti dalla Legge, allora il contratto è NULLO
        
        FORMA
        
        La forma del contratto è il modo in cui le persone esprimono la loro volontà di fare un accordo. La volontà può essere espressa in due modi:
        
        TACITA: (senza parole, ad esempio con i fatti, come quando acquisti un prodotto in negozio).
        
        ESPRESSA: (con parole o scrittura). La forma espressa si può dividere in due tipi:
        
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        OGGETTO
        
        L’oggetto è la cosa o la prestazione su cui si basa il contratto. Può essere un bene (es. una casa) o un servizio (es. riparare un'auto). Deve rispettare tre condizioni:
        
        Essere possibile: Deve essere qualcosa che si può fare o ottenere (es. non puoi vendere la Luna).
        
        Essere lecito: Deve rispettare la legge (es. non puoi vendere droghe illegali).
        
        Essere determinato o determinabile: Deve essere chiaro o definibile (es. indicare il prezzo di un bene o lasciarlo da stabilire a un arbitratore).
        
        ACCORDO
        
        Un contratto si forma quando due persone si mettono d'accordo: una fa una proposta e l'altra l'accetta. Questo accordo di volontà è ciò che "perfeziona" il contratto. Però non tutti i contratti si perfezionano solo con lo scambio di parole o documenti. In alcuni casi, serve anche la consegna di un oggetto (questi si chiamano contratti reali). Per esempio, nel comodato (un prestito gratuito di un bene), il contratto si conclude solo quando il bene viene effettivamente consegnato. Finché la consegna non avviene, l’impegno a prestare non è vincolante
        
        Quando il contratto si conclude? Il contratto si considera concluso quando chi ha fatto la proposta (il proponente) viene a conoscenza dell’accettazione da parte dell’altro. Però, se c’è un ritardo tra quando l’accettazione viene inviata e quando arriva, entra in gioco una regola di presunzione: si presume che il proponente abbia ricevuto l’accettazione quando questa arriva al suo indirizzo = chiamata PRESUNZIONE DI CONOSCENZA ART. 1335(per esempio, nella sua casella email o al suo ufficio). Tuttavia, chi riceve l’accettazione può provare che non ne era a conoscenza, ma solo se dimostra che la colpa non è sua (ad esempio, se la lettera si è persa per un Problema postale)
        
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        CONDIZIONI GENERALI DI UN CONTRATTO: sono quelle situazioni in cui un'azienda crea un contratto che tutti devono accettare senza poterlo modificare. Per esempio, quando firmi un contratto per l’erogazione di gas o luce, l’azienda decide le condizioni e tu puoi solo scegliere se accettarle o rifiutarle. In pratica, non c’è una vera e propria trattativa, ma una sola parte (l'azienda) fissa le regole. Le caratteristiche principali di questi contratti sono:
        
        Una sola parte decide le condizioni (ad esempio l'azienda che fornisce un servizio).
        
        L'altra parte (tu) può solo accettare o rifiutare queste condizioni.
        
        Sono offerte a molte persone, non solo a te, ma a chiunque abbia bisogno del servizio.
        
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        OFFERTA AL PUBBLICO ART.1336: è una proposta fatta a una generalità di soggetti (es. etichetta del prezzo in vetrina). Se il negozio vuole cambiare o ritirare l'offerta, basta che lo faccia nello stesso modo in cui aveva pubblicato il prezzo (ad esempio, cambiando il cartello con il nuovo prezzo).
        
        CONTRATTO MEDIANTE MODULO O FORMULARIO ART. 1342: è un contratto per cui le parti usano un modulo prestampato che compilano per manifestare la propria volontà e firmano. È molto frequente per la sottoscrizione di un contratto di locazione: Si tratta di una forma comune di contratto, ma sta diventando meno utilizzata, a meno che non si tratti di moduli elettronici.
        
        Un contratto che utilizza un modulo prestampato può anche includere condizioni generali (le regole prestabilite dall'azienda). Ma non sempre è così, perché ci sono contratti che usano un modulo senza avere condizioni generali.
        
        Le clausole aggiunte (quelle che metti tu nel modulo) prevalgono rispetto alle condizioni generali, se c'è conflitto tra le due.
        
        Le clausole vessatorie (quelle che ti mettono in difficoltà) non sono valide se non le hai sottoscritte esplicitamente.
        
        CAUSA
        
        La causa è il motivo “oggettivo” che giustifica il contratto, ovvero la sua funzione economica o sociale.
        
        Nei contratti di scambio, la causa è semplice: lo scambio di beni o servizi (es. tu paghi per avere un'auto).
        
        Nei contratti gratuiti, la causa non è uno scambio: ad esempio, nella donazione dai qualcosa senza ricevere nulla in cambio.
        La causa deve rispettare:
        
        La legge (non puoi fare un contratto per qualcosa di illegale).
        
        L’ordine pubblico (non deve violare i principi fondamentali della società).
        
        Il buon costume (non deve essere immorale).
        
        I motivi sono le ragioni personali per cui le parti decidono di fare il contratto. In genere, i motivi non sono rilevanti per la validità del contratto.
        
        Eccezione: Se il motivo è illecito (cioè contro la legge) e questo motivo è condiviso da entrambe le parti, il contratto può essere considerato nullo.
        
        Esempio: Se due persone fanno un contratto per fingere una vendita e nascondere un bene al fisco, quel contratto è nullo.
        
        EFFICACIA DEL CONTRATTO: I contratti si distinguono in base agli effetti che producono:
        
        Contratti a efficacia obbligatoria: Creano solo obblighi tra le parti. Esempio: Un contratto per riparare un’auto obbliga il meccanico a fare il lavoro e il cliente a pagare.
        
        Contratti a efficacia reale: Trasferiscono o fanno nascere diritti su beni. Esempio: Un contratto di vendita trasferisce la proprietà di un bene.
        
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        Una promessa unilaterale art. 1987 (fatta da una sola persona) di solito non obbliga nessuno, perché manca un accordo. Ci sono però eccezioni: 1) è vincolante se la legge dice esplicitamente che quella promessa è vincolante (ad esempio, un assegno bancario o una promessa pubblica, come un premio per chi trova un oggetto smarrito). 2) in alcuni casi, un contratto può perfezionarsi (essere valido) anche se l'altra parte non risponde, restando in silenzio. Questo succede solo per contratti dove l'obbligazione ricade solo su chi fa la proposta, e c'è comunque un interesse tutelato dall'ordinamento. Art. 1333 => SILENZIO COME ACCETTAZIONE.
- - - - Forma: Il contratto preliminare deve rispettare la stessa forma prevista dalla legge per il contratto definitivo.
      - Esempio: Se il contratto definitivo è una vendita di un immobile (che richiede la forma scritta), anche il preliminare deve essere scritto.
      - Inadempimento: ART. 2932. Se una delle parti non rispetta il contratto preliminare e si rifiuta di stipulare il contratto definitivo, l’altra parte può rivolgersi al giudice per ottenere una sentenza che abbia lo stesso effetto del contratto definitivo.
      - Esempio: Se prometti di vendermi una casa ma poi ti rifiuti, il giudice può emettere una sentenza che trasferisce la proprietà come se avessimo firmato.
      - Trascrizione ART. 2645-bis: Il contratto preliminare può essere trascritto nei registri pubblici (es. il registro immobiliare) per proteggere gli interessi delle parti.
      - Esempio: Dopo aver trascritto il preliminare, se qualcuno tenta di vendere la stessa casa a un’altra persona, il contratto definitivo che firmiamo noi avrà priorità. La trascrizione assicura che gli effetti del contratto definitivo retroagiscano fino alla data del preliminare.
    - - INEFFICACIA FISIOLOGICA: è naturale e prevista dalle parti. Esempio: Un contratto subordinato a una condizione (es. "ti vendo l’auto solo se ottieni il mutuo"). Se la condizione non si verifica, il contratto non ha effetto.
        
        Ci sono tre situazioni principali:
        
        TERMINE FINALE: È una data o un momento prestabilito in cui il contratto termina. Esempio: Un contratto di lavoro a tempo determinato scade il 31 dicembre. Nota: La morte di una persona può essere considerata un termine, ma non una condizione (perché è un evento certo).
        
        RECESSO: È il diritto di una o entrambe le parti di sciogliere il contratto con una dichiarazione di volontà. A volte, il recesso è previsto nel contratto e può avvenire solo entro un certo periodo. Se non è previsto nel contratto, entrambe le parti devono essere d’accordo per recedERE.
        
        CONDIZIONE RISOLUTIVA: È un evento futuro e incerto che, se si verifica, mette fine al contratto. Esempio: Affitto di una casa "finché non sarà venduta". Quando la casa viene venduta, il contratto d’affitto si estingue
      - INEFFICACIA PATOLOGICA: deriva da problemi e irregolarità. Esempio: Un contratto che viola la legge o è firmato senza consenso valido (es. frode o errore). Questo tipo di contratto non produce effetti perché non è valido.
        
        Ci sono quattro situazioni principali:
        
        ANNULLAMENTO:
        
        L’annullamento ART.1441 si applica a contratti validi ed esistenti, ma che hanno un problema legato alla volontà o al consenso di una delle parti. Questi contratti sono considerati validi fino a quando qualcuno non chiede l’annullamento.
        
        La differenza tra annullamento e nullità è che nell’annullamento -> Il contratto è valido fino a quando una parte interessata non ne chiede l’invalidità per uno dei motivi sopra descritti; nella nullità, il contratto non è mai esistito poichè illecito o mancante di un elemento essenziale tipico dei contratti.
        
        L’annullamento è possibile se ci sono vizi della volontà o problemi di capacità:
        
        PROBLEMI DI CAPACITA
        
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        VIZI DEL CONSENSO ART. 1427
        
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        Chi puo chiedere l’annullamento? Può essere richiesto solo dalla parte che ha subito il vizio di volontà o consenso (ad esempio, chi è stato ingannato, minacciato o non era capace di intendere e volere al momento del contratto).
        
        In pratica, solo la vittima del problema può chiedere l’annullamento. Questo differenzia l'annullamento dalla nullità
        
        C’è un limite di tempo?
        Sì, l’azione di annullamento è soggetta a prescrizione: deve essere esercitata entro 5 anni.
        Da quando parte il termine?
        
        Nel caso di dolo o errore: dal momento in cui si scopre il vizio
        
        Nel caso di incapacità: dal momento in cui la persona riacquista la capacita o, per i minori, dal compimento dei 18 anni
        
        nel caso di violenza: da quando cessa la minaccia.
        Se il termine di 5 anni scade, non è più possibile richiedere l’annullamento. Tuttavia, se la parte che avrebbe potuto chiedere l’annullamento viene citata in giudizio per l’esecuzione del contratto, può comunque difendersi sollevando la questione del vizio.
        
        Un contratto annullabile può essere "sanato" o convalidato. La convalida avviene se viene meno il motivo che aveva giustificato l’annullabilità, ad esempio:
        
        Se la persona raggirata (dolo) o minacciata (violenza) decide liberamente, in seguito, di riconoscere il contratto e accettarne gli effetti, il contratto non è più annullabile.
        
        Se il minore che ha stipulato il contratto diventa maggiorenne e decide di confermarlo, il contratto diventa valido.
        
        La convalida può anche essere implicita, ad esempio se la persona esegue il contratto dopo che il vizio è cessato (ad esempio, paga o consegna un bene). Questo comportamento equivale a una conferma.
        
        RISOLUZIONE ART. 1453: La risoluzione è un modo in cui un contratto, valido e in corso, si scioglie perché qualcosa va storto nel suo funzionamento. Le cause principali sono tre:
        
        Impossibilità sopravvenuta (qualcosa diventa impossibile da fare) Avviene quando diventa impossibile eseguire il contratto per cause indipendenti dalle parti (ad esempio, un evento naturale distrugge l’oggetto del contratto).
        
        in questo caso, il contratto si scioglie automaticamente.
        
        Però, se l’impossibilità esisteva già all’inizio, il contratto non è risolvibile: è semplicemente nullo perché non poteva esistere fin dall’inizio.
        
        Se l’impossibilità dipende dalla mora del creditore (cioè il creditore ha ritardato o impedito l’esecuzione), il contratto non si risolve: il rischio passa al creditore.
        
        Eccessiva onerosità sopravvenuta (diventa troppo costoso per una parte): Succede quando una delle prestazioni diventa nel tempo troppo costosa o difficile da eseguire per cause impreviste (esempio: un’impennata eccezionale dei prezzi).
        
        La parte che si trova in difficoltà può chiedere al giudice di risolvere il contratto.
        
        Però l’altra parte può proporre di modificare il contratto per renderlo più equo, evitando così la risoluzione.
        
        ⚠️ Questa regola non vale per i contratti aleatori, come le assicurazioni, dove il rischio è già parte del contratto.
        ⚠️ Se il contratto è stato svantaggioso fin dall’inizio (perché una parte ha fatto un cattivo affare), non si può parlare di risoluzione: il contratto resta valido.
        
        Inadempimento (cioè il mancato rispetto degli obblighi):
        Succede quando una delle parti non rispetta i suoi obblighi. Però non tutti gli inadempimenti portano alla risoluzione: deve trattarsi di un inadempimento importante e significativo per il contratto.
        Ci sono due modi in cui può avvenire:
        
        Deciso dal giudice: Una parte chiede al giudice di risolvere il contratto (sentenza costitutiva).
        Chi chiede la risoluzione può anche scegliere di chiedere l’adempimento (cioè che l’altra parte rispetti il contratto). Ma attenzione: se chiede la risoluzione, poi non può tornare indietro e pretendere l’adempimento.
        
        Automaticamente (di diritto): Si verifica senza bisogno di andare in tribunale, in tre casi:
        
        clausola risolutiva espressa: ART. 1456 Nel contratto c’è una clausola che dice che, se una parte non rispetta un certo obbligo, il contratto si scioglie automaticamente. La parte danneggiata deve però comunicare all’altra di voler applicare la clausola.
        
        termine essenziale: Se c’è un termine specifico nel contratto e questo non viene rispettato, il contratto si risolve, ma solo se il ritardo rende inutile la prestazione per l’altra parte. Se invece il creditore vuole ancora la prestazione, deve comunicarlo al debitore entro 3 giorni.
        
        diffida ad adempiere: Una parte manda una lettera scritta all’altra intimando di adempiere entro un termine (almeno 15 giorni). Se il termine passa senza adempimento, il contratto si considera risolto.
        
        NULLITA ART. 1418: Il contratto è nullo quando non esiste fin dall’inizio perché manca qualcosa di essenziale o viola la legge. Non è una vera perdita di efficacia, ma una dichiarazione che il contratto non ha mai avuto valore. Esempio: Un contratto per attività illegali è nullo. I motivi di nullità sono:
        
        Contrarietà a norme imperative: Se il contratto viola regole obbligatorie (es. tassi di usura), potrebbe essere annullata solo una parte (es. la clausola sugli interessi usurai).
        
        Mancanza di requisiti essenziali: Se manca accordo, oggetto, causa o forma (quando richiesta).
        
        Motivazione illecita e comune: Se entrambe le parti hanno un motivo illegale condiviso (es. compravendita per frodare il fisco).
        
        Casi previsti dalla legge: Alcuni contratti sono vietati per legge, come: PATTO COMMISSORIO =Impegno del debitore a trasferire un bene al creditore se non paga il debito. E PATTO SUCCESSORIO = Accordi sul futuro di un’eredità (es. vendita di una successione futura).
        
        Cosa significa che la nullità è una sentenza dichiarativa?
        La nullità di un contratto viene dichiarata dal giudice, ma non è come "cancellare" qualcosa: si tratta di riconoscere che quel contratto non è mai stato valido fin dall'inizio. In pratica, è come dire: "Questo contratto non ha mai avuto effetti giuridici".
        
        chi puo chiedere la nullità?: Chiunque abbia un interesse a farlo, non solo la parte direttamente danneggiata. Perché? Se il contratto sembra esistere e produce effetti, potrebbe danneggiare anche persone estranee. Esempio: Un contratto nullo trasferisce un immobile illegalmente. Il vero proprietario, che non era parte del contratto, può chiedere che venga dichiarato nullo.
        
        Quando si può chiedere la nullità?
        In qualsiasi momento, perché la nullità è imprescrittibile. Non c’è un limite di tempo per rivolgersi al giudice e fare la richiesta. Eccezione: Gli effetti dell’usucapione. Se una persona ha posseduto un bene per il tempo previsto dalla legge, potrebbe acquisirne la proprietà anche se il contratto iniziale era nullo.
        
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        RESCISSIONE: La rescissione è un modo per sciogliere un contratto che, fin dall’inizio, è stato iniquo (cioè sbilanciato o ingiusto) a causa di una situazione particolare che ha portato una parte ad accettare condizioni sfavorevoli.
        
        Ci sono due casi principali in cui è possibile chiedere la rescissione:
        
        CONTRATTO CONCLUSO IN STATO DI PERICOLO ART. 1447: Una persona si trova in una situazione di grave pericolo e conclude un contratto per salvare sé stessa o qualcun altro da un danno serio e immediato.
        L’altra parte è consapevole del pericolo e ne approfitta per ottenere condizioni ingiuste.
        
        esempio = Una persona ha bisogno urgente di cure mediche e accetta di pagare il doppio del prezzo normale per un farmaco essenziale.
        
        CONTRATTO CONCLUSO PER LESIONE ART. 1448: Una delle parti si trova in stato di bisogno (ad esempio, ha urgente necessità di soldi).
        L’altra parte approfitta della situazione per ottenere un contratto con condizioni molto sbilanciate a suo favore.
        
        Perché si possa parlare di rescissione per lesione, devono verificarsi due condizioni:
        
        La sproporzione tra le prestazioni deve essere molto grande: il valore della prestazione della parte danneggiata deve essere almeno doppio rispetto a ciò che riceve.
        
        L’altra parte deve sapere dello stato di bisogno e approfittarne.
        
        Esempio: Una persona vende la propria casa per meno della metà del suo valore reale perché ha urgente bisogno di soldi, e l’acquirente è consapevole della situazione.
        
        PRESCRIZIONE DELLA RESCISSIONE: La possibilità di chiedere la rescissione si prescrive in un anno dalla data in cui il contratto è stato concluso.
        Diversamente dall’annullamento, una volta che il termine è scaduto, la rescissione non può essere opposta come difesa in un eventuale processo.
        
        CONSEGUENZE E SOLUZIONI: Un contratto rescindibile non può essere convalidato, cioè non può diventare valido semplicemente accettandolo.
        Però, l’altra parte può offrire di riequilibrare le condizioni del contratto (ad esempio, aggiustare il prezzo o ridurre gli interessi) per evitare la rescissione.
- - - - RESPONSABILITÀ: Se una persona causa un danno ingiusto con un fatto illecito, ha l’obbligo di risarcire il danno alla vittima. Ci sono due responsabilità:
        
        RESPONSABILITA CONTRATTUALE: Si verifica quando qualcuno non rispetta un contratto che aveva firmato, causando un danno all’altra parte. ES. Un fornitore non consegna i prodotti promessi in un contratto, danneggiando il cliente.
        
        RESPONSABILITA EXTRA CONTRATTUALE (O ACQUILIANA): Si verifica quando qualcuno viola un diritto assoluto di un’altra persona, cioè un diritto che vale per tutti, anche senza un contratto. ES. Danneggiare un’auto parcheggiata (il diritto di proprietà è violato).
  - - - danno
        
        Un danno è considerato ingiusto se viola un diritto protetto dalla legge. Solo un danno ingiusto può essere risarcito. Es. Qualcuno danneggia la tua proprietà o ti ferisce fisicamente. Il tuo diritto alla proprietà o alla salute è stato violato, quindi hai diritto al risarcimento.
        
        Tipi di diritti che possono essere violati:
        
        Diritto assoluto: È un diritto che vale verso tutti, come il diritto alla salute, alla proprietà o alla libertà. Se questi diritti vengono violati, si può chiedere il risarcimento con la responsabilità extra-contrattuale. Es. Un vicino causa danni alla tua casa con comportamenti negligenti.
        
        Diritto relativo: È un diritto che esiste solo tra le parti di un contratto, come il diritto di ricevere un pagamento o una prestazione concordata. Se questo diritto viene violato, si parla di responsabilità contrattuale. Es. Un fornitore non consegna la merce che hai pagato.
        
        EVOLUZIONE DELLA NOZIONE DI DANNO INGIUSTO
        
        Tutela aquiliana del credito:
        Anche un credito (cioè il diritto di ricevere una prestazione da un’altra persona) può essere protetto dalla responsabilità extra-contrattuale. Es. Un terzo interferisce in modo scorretto e impedisce a un debitore di rispettare un contratto con te. Puoi chiedere il risarcimento anche contro quel terzo.
        
        Danni causati dalla pubblica amministrazione:
        Se un ente pubblico viola le regole e ti causa un danno (per esempio, negandoti un’autorizzazione senza motivo), hai diritto al risarcimento es. Un comune ti impedisce di aprire la tua attività senza un motivo valido..
        
        Ci sono situazioni in cui una persona, anche se ha causato un danno, non è obbligata a risarcirlo. Queste situazioni escludono la responsabilità. Vediamole una per una
        
        STATO DI NECESSITÀ ART. 2045: Se una persona causa un danno per evitare un pericolo grave e attuale, non è responsabile.
        
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        INCAPACITA DI INTENDERE E DI VOLERE ART. 2046: Se qualcuno compie un fatto dannoso ma non era in grado di capire cosa stava facendo, non è responsabile. La persona deve essere incapace di intendere e volere (ad esempio, una persona con un grave disturbo mentale o un bambino molto piccolo).
        L’incapacità non deve essere colpa sua (ad esempio, non vale se si è ubriacato volontariamente).
        
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        LEGITTIMA DIFESA ART. 2044: Se qualcuno causa un danno per difendersi da un'aggressione, non è responsabile del risarcimento.
        
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        Determinazione del danno risarcibile: Il risarcimento deve seguire delle regole precise, stabilite dagli articoli 1223, 1226 e 1227. Art. 2058: Risarcimento in forma specifica:
        
        Si può chiedere che il bene danneggiato venga riparato o ricostruito come era prima, se ciò è possibile e non troppo costoso per chi deve risarcire.
        Esempio: Se qualcuno danneggia il tuo muro di cinta, puoi chiedere che lo ricostruisca. Ci sono tre tipi di danni:
        
        DANNO BIOLOGICO A(LLA SALUTE ):
        
        DANNO ESISTENZIALE :
        
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        DANNO MORALE:
        
        Un danno ingiusto è qualsiasi danno che viola un diritto protetto dalla legge. Può essere:
        
        La violazione di un diritto assoluto (come proprietà o salute).
        
        La violazione di un diritto relativo (come un credito o una prestazione contrattuale).
        
        La lesione di un interesse legittimo (un interesse che la legge protegge, come un diritto amministrativo).
        
        RESPONSABILITA OGGETTIVA: In alcune situazioni, l’ordinamento non richiede di dimostrare la colpa per condannare qualcuno a risarcire un danno. Si parla di responsabilità oggettiva: basta che si verifichi il danno, e chi è responsabile deve risarcirlo, anche se non ha agito con dolo o colpa.
        
        Responsabilita dei genitori per i danni causati dai figli minori (Art. 2048): I genitori sono responsabili dei danni causati dai loro figli minorenni.
        
        Il danno deve essere avvenuto mentre i figli erano sotto la loro sorveglianza.
        
        I genitori devono dimostrare di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno (ad esempio, che hanno educato e controllato il figlio adeguatamente). Tuttavia, questa prova è molto difficile da fornire.
        
        Es. Un bambino rompe la vetrina di un negozio giocando. I genitori sono responsabili del risarcimento, a meno che non dimostrino che non avrebbero potuto impedirlo.
        
        Responsabilità di insegnanti o precettori: Chi insegna (a scuola o un mestiere) è responsabile dei danni causati dagli allievi durante il tempo in cui sono sotto la sua sorveglianza.
        Questa regola vale anche se l’allievo è maggiorenne. es. Uno studente rompe un’attrezzatura durante una lezione pratica in un laboratorio. Il docente può essere ritenuto responsabile se non dimostra di aver vigilato correttamente.
        
        Responsabilità del datore di lavoro per i dipendenti: Un datore di lavoro (o un committente) è responsabile per i danni causati dai suoi dipendenti nell’esercizio delle loro mansioni.
        In questo caso, il datore di lavoro non può nemmeno provare di non essere responsabile per evitare il risarcimento. Es. Un autista di un’azienda di trasporti causa un incidente durante il lavoro. La responsabilità ricade sull’azienda.
        
        Responsabilità nella circolazione dei veicoli: Il proprietario di un veicolo è responsabile dei danni causati da chi lo guida, a meno che dimostri che la circolazione è avvenuta contro la sua volontà. es. Se un amico prende la tua macchina e causa un incidente senza il tuo permesso, non sei responsabile se riesci a dimostrare che non gli avevi dato il consenso.
        
        Perché esiste la responsabilità oggettiva?
        L’obiettivo è proteggere chi subisce il danno e facilitare il risarcimento. In questi casi, si ritiene che chi è responsabile (ad esempio, genitori, insegnanti, datori di lavoro) abbia un dovere speciale di vigilanza o di controllo su altre persone o strumenti (come veicoli).
        
        RESPONSABILITA SEMI-OGGETTIVA: La responsabilità semi-oggettiva si verifica quando un soggetto è ritenuto responsabile di un danno, ma può evitare di dover risarcire dimostrando di aver fatto tutto il possibile per prevenire il danno. Non basta dire che non si è colpevoli: bisogna provare di aver adottato tutte le misure necessarie e idonee.
        
        Responsabilità per attività pericolose (Art. 2050) Chi svolge un’attività pericolosa è responsabile dei danni causati, a meno che dimostri di aver fatto tutto per evitarli.
        
        Esempio: Se una fabbrica che utilizza sostanze chimiche tossiche inquina il terreno, sarà responsabile, a meno che non dimostri che il danno è avvenuto nonostante tutte le precauzioni adottate.
        
        Responsabilità per danni derivanti da edifici Il proprietario di un edificio è responsabile dei danni causati dalla rovina dell’edificio (ad esempio, crollo), a meno che dimostri che il danno non è stato causato da difetti di manutenzione o errori nella costruzione.
        -E sempio: Se cade un cornicione da un palazzo e ferisce una persona, il proprietario è responsabile, a meno che provi che il crollo è stato causato, ad esempio, da un terremoto imprevedibile.
        
        DANNO BIOLOGICO (ALLA SALUTE): È il danno alla salute, sia fisica che psichica. Questo tipo di danno viene valutato con un punteggio, in base alla gravità e alla durata (temporanea o permanente). ES. Se un incidente ti causa una lesione permanente, il risarcimento viene calcolato considerando il grado di invalidità.
        
        DANNO ESISTENZIALE: È il danno che limita la tua capacità di vivere serenamente o di godere dei tuoi diritti. Non riguarda solo la salute, ma anche altri aspetti della vita. ES. Se a causa di un incidente non puoi più praticare uno sport che amavi.
        
        DANNO MORALE: È la sofferenza personale, non economica, che subisce una persona È risarcibile solo se il fatto che ha causato il danno è un reato (art. 185 del Codice penale).ES. Se qualcuno ti diffama (reato), puoi chiedere il risarcimento anche per la sofferenza morale subita.
        
        DANNO NON ECONOMICO E DIRITTI COSTITUZIONALI: Oggi la legge riconosce che anche i danni non patrimoniali (non legati al denaro o ai beni materiali) possono essere risarciti se violano un diritto protetto dalla Costituzione. ES. Se subisci discriminazioni che ledono la tua dignità (diritto costituzionale), puoi chiedere il risarcimento anche senza che il danno sia economico.
      - nesso di casualità
      - fatto
        
        Il fatto è un’azione o un evento compiuto da una persona che, per qualche motivo, provoca un danno a qualcun altro. Es. Una persona lascia cadere dell’olio sulla strada e qualcuno scivola, ferendosi.
        
        Il fatto è considerato la causa del danno se il danno non sarebbe accaduto senza quel fatto.
        Questo legame tra il fatto e il danno si chiama nesso di causalità.
        
        Non sempre è facile provare che un fatto ha causato un danno, soprattutto quando i danni derivano da situazioni complesse.
        
        Es. Se una persona sviluppa un tumore e vive in una zona inquinata, è difficile dimostrare con certezza che l’inquinamento è stato la causa diretta del tumore.
        
        Soluzione: La class action è uno strumento legale che consente a un gruppo di persone, che hanno subito lo stesso tipo di danno, di agire insieme contro chi ha causato quel danno.
        
        Grazie a questa azione collettiva, diventa più facile dimostrare il nesso di causalità per l’intero gruppo, anche se per il singolo individuo sarebbe complicato.
      - ingiustizia del danno
    - - dolo
        
        Il dolo è quando una persona agisce con l'intenzione di causare un danno a un'altra. In altre parole, il danno è voluto e consapevole. Es. Qualcuno rompe intenzionalmente la tua finestra
      - colpa
        
        La colpa si verifica quando una persona causa un danno per imprudenza, negligenza o imperizia, senza volerlo. In questo caso, il danno non è intenzionale, ma è comunque il risultato di un comportamento sbagliato.
        
        Negligenza: Non fare qualcosa che si sarebbe dovuto fare.
        
        Imperizia: Non avere le competenze necessarie per fare qualcosa.
        
        Nel diritto privato, dolo e colpa sono trattati in modo simile: entrambi portano all'obbligo di risarcire il danno causato. La differenza sta nelle conseguenze:
        
        Se qualcuno agisce con dolo, deve risarcire tutti i danni causati, anche quelli imprevedibili.
        
        Se il danno è causato per colpa, si risarciscono solo i danni che erano prevedibili.
        
        imprudenza: Fare qualcosa senza la necessaria attenzione.