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Età Giolittiana - Coggle Diagram
Età Giolittiana
Giolitti tentò di accogliere istanze di riformisti e cattolici, ne scaturì una politica ambivalente e oscura con leggi per i lavoratori e consensi a destra
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A denunciare le dannose conseguenze del sistema furono i meridionalisti, intellettuali che proposero soluzioni per la questione. Si scagliarono contro Giolitti
Per la questione meridionale intervenne con una legislazione speciale che prevedeva opere pubbliche per il Sud
Gli esiti non furono quelli sperati perché erano iniziative estemporanee e anzi alimentarono sprechi e corruzione
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Anche negli scioperi si attuarono politiche diverse tra Nord e Sud, 1901-03 gli scioperi meridionali furono repressi
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1911, nuovo ministero di Giolitti in cui ritenne importanti i sentimenti nazionalistici e militaristici che premevano per la conquista della Libia
1902, l'Italia aveva ottenuto l'assenso di Francia, UK, Impero austro-ungarico e nel 1909 della Russia, decisivo fu l'appoggio del Banco di Roma
3/10/1911 invasione di Tripolitania e Cirenaica
1912 pace di Losanna e conquiste delle coste
1931 conquista Libia intera
La prospettiva di guerra fu accolta da alcuni socialisti e da un gruppo di sindacalisti rivoluzionari. Ostile fu la direzione del partito socialista
Le aspettative rivolte alla Libia furono ampiamente deluse, venne definita uno "scatolone di sabbia"
Gli equilibri politici entrarono in crisi, i nazionalisti in opposizione a Giolitti e tra i socialisti prevalsero i rivoluzionari
La Libia accontentò la destra in previsione della riforma che introdusse il suffragio universale maschile 1912
In previsione delle elezioni del 1913 stipulò il Patto Gentiloni, ovvero il supporto ei cattolici ai liberali che li assecondarono
Giolitti vinse ma la maggioranza era disomogenea, si rafforzarono così le componenti nazionaliste, conservatrici e estremisti radicali di sinistra
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