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MODULO 5: METODI E STRUMENTI DI CONDUZIONE DI UN COLLOQUIO - Coggle Diagram
MODULO 5: METODI E STRUMENTI DI CONDUZIONE DI UN COLLOQUIO
IL PARADIGMA INIDIZIARIO COME MODELLO EPISTEMOLOGICO
paradigma indiziario→ metodo interpretativo basato sull'attenzione a dati marginali in quanto considerati elementi rilevatori di fenomeni più ampi o profondi
alla sua base ci sono 3 ragionamenti:
1- deduzione= da universale a particolare
2- induzione= da particolare a universale
3- abduzione= da effetto a causa probabile, modalità coinvolta nel parad. indiz.
3- abduzione:
usa l'analogia= un fenomeno osservato in un altro campo d'esperienza è un caso particolare di una legge generale similmente funzionante;
es. "a furia di studiare per ore, il nostro cervello sta per scoppiare"
Semi dice di usare analogia a scopo conoscitivo durante colloquio clinico xchè questa modalità attiva una "permeabilità preconscia" che crea in noi un'idea di chi ci è davanti, con l'identificazione di aspetti di un sog. con nostri stati d'animo, idee, ricordi→ aiuta a costruire una conoscenza dell'altro più articolata e umana
dalla reciproca relaz. col pz, lo psico può ricostruire la storia narrata del pz
MA deve sfuggire a narrazioni forti e auto-confermantisi, a dare giudizi avventati e basati su idee standard
ciò è possibile se nella relaz. col pz c'è una dimensione aperta all'ascolto
ci deve essere:
spazio del pz x riflettere, ascoltarsi e aprirsi
spazio dello psico x avvertire e poi capire ciò che accade dentro di sè in relaz. al pz
IL COLLOQUIO COME NARRAZIONE
colloquio= spazio di narrazione garantito da regole codificate (setting) che:
costituiscono la cornice delimitante la trama
permettono di costruire un pensiero su ciò che accade che permette di dare senso alla relaz.
incontro tra due interlocutori, psico e pz→ ognuno porta un racconto implicito o esplicito che orienta comportamenti e aspettative
idea di Freud presente ancora oggi: esperienza condivisa nella psicoanalisi ha carattere di una costruzione narrativa
colloquio è anche: relazione, prestazione professionale, percorso di cambiamento e gioca su vari livelli→ verbale e non verbale, conscio e inconscio...
narrazione dello psico
lo psico si presenta al colloquio che ha già una storia, una formazione e una esperienza personale e professionale→ questo gli dà lo scenario in cui "leggerà" ciò che accade nel colloquio
conclusione
incontro tra 2 narrazioni:
1- mondo dove il pz ha costruito l'esperienza di sè e dove colloca il senso del suo chiedere aiuto
2- teoria della tecnica dello psico e crea spazio in cui costruire un racconto comune
-lavoro dello psico= "pensare" la narrazione del pz, individuarne contenuti, temi, mettendo tutto ciò in rete, scoprendo nessi, proponendone nuovi, analizzandoli con lui→ dinamica detta lettura mobile di un testo in movimento
narrazione del pz
racconto del pz è il risultato di un processo che integra l'esperienza personale di una situa problematica con i modelli culturali che egli condivide nel contesto di appartenenza→ è "una particolare testualizzazione di una realtà di cui ha fatto e fa parte", strategia narrativa retta da una specifica categorizzazione cognitivo-affettiva, mostra il suo modo di creare il mondo e sè stesso
esistono tante attività con diversi obiettivi→ questi determinano modalità diverse con le quali il racconto sarà espresso, condiviso e ascoltato
nell'incontro tra psico e pz giocano 2 livelli:
1 consapevole
2 meno consapevole, aspettative e fantasie
primo goal dello psico: porre attenzione a come il pz esprime il 1° liv. consap. x riconoscere e avvicinare il 2° liv. incons.
parte iniziale del lavoro psicologico→ capire come ci vede il pz, quale ruolo e funzione dà a sè stesso, i goal che si propone, le motivazioni che lo spingono= "fantasia relazionale prevalente"
pz non è consapevole dei movimenti cognitivo-affettivi e li esprime attraverso il modo con cui comunica→ osservazione passa da "cosa" a "come"
ES.: 1- pensiero implicito con forma narrativa ironica→ non si fida della competenza del medico "io sto bene e il mio medico non sa cosa dice"
2- forma narrativa auto-riflessiva x esprimere proprie motivazioni→ nuova consapevolezza del pz, deve capire se lo psico serve a lui o come arma contro terzi
analista:
co-autore di un tessuto narrativo costruito in seduta con l'apporto di entrambi ed è un'opera aperta
ha una teoria di riferimento che orienta proprie e altrui narrazioni
non impone obiettivi normativi o letture unilaterali
accoglie visione del pz x poi superarla accrescendo nel pz possibilità e libertà di scelta
competenza psicologica:
metacompetenza
il suo prodotto è il supporto al pz nell'acquisire una competenza che gli permetta di migliorare la capacità decisionale
IL PARADIGMA INIDZIARIO PASSO DOPO PASSO
psico mette in rete tra loro tante info diverse che sono i modi con i quali il pz si narra e considera sia quelli del pz che i suoi→ parad. indiz come strumento di conoscenza
primi contatti: telefonata x fissare appuntamento, richiesta di un collega di seguire il pz...→ prime info sul pz e motivazioni che lo portano
psico si pone delle domande che poi rivolge al pz x capire che tipo di lavoro fare insieme
risposte alle domande= prima griglia di dati su cui riflettere→ queste info ottenute dal modo di reagire all'istituzione dello spazio-tempo del setting
rottura del setting= esprime come pz simbolizza relaz. con psico→ "mosaico che del pz stiamo costruendo"
impo iniziale impatto col pz→ parole e tono del primo saluto, aspetto e atteggiamento fisico, tipo di abbigliamento e cura del sog., postura, scelta del posto da occupare
→ questa fase è trasversale a tutto l'incontro ed è la RACCOLTA DEI DATI→ è fondamentale, ma non è fondamentale che avvenga quando e come noi ce l'aspettiamo
poi... colloquio in cui psico e pz si incontrano e iniziano a comunicare
attenzione a racconto del pz, ai comportamenti para-verbali, non verbali e alle sue azioni
attenzione sul "cosa" e "come" viene raccontato
quadro il più possibile completo→ info prese da tante aree
tempi, obiettivi e contesti in cui colloqui si verificano, orientano raccolta dei dati
!!!colloquio segue andamento che pz orienta!!!
porsi le domande vuol dire 2 cose:
1 garantirci un intervento corretto→ intervento consapevole dei vincoli che tale teoria pone e delle implicazioni emotivo-affettive che il rap. con la supervisione comporta; possibilità di sbagliare e ammetterlo, arricchisce e porta nuovi spunti su cui lavorare
2 garantirci un intervento utile→ utile sia al pz che a noi
approccio indiziario:
aiuta a non correre il rischio di anticipare ciò che il pz dirà, perdendo info e rendendo inutile la comunicazione col pz
ci supporta nel rispettare la narrazione del pz senza anteporre la nostra ansia di sapere alla possibilità di capire
è una riformulazione che consiste nel rileggere le affermazioni fatte dal pz, stabilendo dei nessi tra un argomento e un altro→ aggiunge significato a ciò che il pz dice, ipotizzando che tra una cosa e l'altra del suo discorso, ci sia un legame
il suo uso può essere insegnato al pz quando ci porta a trovare possibili connessioni nel materiale che il pz ha portato→ senza imporre conclusioni o spiegazioni nostre, segnaliamo semplicemente al pz degli andamenti incongruenti quando emergono x ritornarci dopo, quando il loro senso è illuminato da altri elementi e gli diamo così l'esempio di una strategia di pensiero diversa da quella usata finora che l'ha portato allo "stallo" in cui si trova e x il quale ha chiesto aiuto
=> Montesarchio parla di "tecnica ad elastico": punteggiatura di indizi sui quali invitiamo il pz a riflettere, ampliando lettura di ciò che dice in un det. momento e proponendo un nuovo modo di ragionare
strumento utile applicato anche al lavoro di resocontazione
atteggiamento indiziario= aiuta a trovare omissioni, buchi neri, trasformazioni sospette da resoconto a resoconto in funzione dei vari destinatari, di cui non siamo consapevoli, ma una volta svelati ci danno info preziose
colloquio= luogo di trasformazione di narrazioni, rilettura del passato e del presente allo scopo di porre basi x un futuro diverso
fase di conclusione:
nuovo punto di partenza
stimola il pz a riconsiderare i motivi che lo hanno condotto alla consultazione, delle sue aspettative e fantasie in merito
resoconto:
strumento di lavoro personale e di competenza organizzativa
strumento di trasmissione di conoscenze, veicolo di un'attività di scambio, di comunicazione e di verifica del raggiungimento dei goals prefissati
consente un differimento della riflessione che amplia la visuale dello psico, aiutandolo a fissare attenzione su dati che potevano essere tralasciati in un primo momento
permette di riflettere su ciò che è emerso a livello di contenuti, sul suo modo di porsi in relaz., sull'immagine personale e professionale che di sè trasmette, su proprie capacità e difficoltà
testo in cui attenzione è posta sull'esperienza relazionale condivisa
esprime il senso che tale esperienza ha x lo psico
aiuta a ricentrare attenzione sul pz e sui significati che porta
prima forma con cui questa relaz. diviene pubblica, accessibile a conoscenza e verifica