afferma: “l’uomo è nato per essere felice” (prima la felicità si raggiungeva dopo la morte nella vita ultraterrena) ed “è nato per poter utilizzare e accrescere le cose” (non deve accettare e mantenere la propria posizione e situazione, ma può migliorare facendo un certo percorso educativo, non grazie al Spirito Santo). In modo da poter essere padrone di sé e della propria fortuna (costruendosi la propria sorte, frutto delle scelte che compie), possibile grazie all’educazione (tramite le humanae litereae, utili per ottenere prestigio e onore e possedere una certa posizione sociale e politica, e arti per rendersi indipendenti da fortuna e e caso)
Quindi colui che sa costruire la propria sorte è un uomo colto e la sua formazione è integrale (dimensione intellettuale, morale e fisica educate insieme per un certo modello di uomo). Da questo processo emerge un interesse educativo per infanzia e fanciullezza, che avviene tramite la conoscenza di indole e caratteristiche dei figli: non sono tutti uguali, hanno caratteristiche proprie, e non bisogna farli divenire uguali, ma vanno rispettare le diversità che permettono la loro realizzazione, quindi vanno educati nel modo più adatto a ciascuno (non significa assecondarli).