Il film, che doveva intitolarsi Storie di ieri, nasceva come documentario su don Giuseppe Morosini, sacerdote realmente vissuto a Roma e ucciso dai nazisti nel 1944. Ben presto, anche grazie agli apporti di Fellini, aggiuntosi agli altri autori in fase di sceneggiatura, il film si arricchì di storie e di personaggi e prese l'aspetto di un lungometraggio a soggetto, cosicché il finale - la fucilazione del prete, che doveva costituire il tema principale del documentario, divenne la conclusione drammatica di un racconto corale sulla vita quotidiana in una città dominata dalla paura, dalla miseria, dalla delazione e dal degrado.
È necessario nominare Aldo Venturini, un personaggio chiave nella storia della produzione del film:
Venturini non era un uomo di cinema, era un commerciante di lana che nell'immediato dopoguerra romano aveva forti disponibilità economiche ed era stato subito coinvolto nel finanziamento del film da parte della società produttrice, la Cis Nettunio. Quando poi, dopo qualche giorno di riprese, il film si era fermato per mancanza di liquidità, fu Rossellini a convincere il commerciante, nell'aprile del 1945, a completare il film come produttore, facendogli capire che quello era l'unico modo per recuperare i soldi anticipati. In quel momento il suo intervento, ad alto rischio finanziario, era finalizzato alla continuazione del lavoro nel tentativo di salvare il suo investimento, come avrebbe fatto un vero produttore cinematografico.
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