Please enable JavaScript.
Coggle requires JavaScript to display documents.
Giovanni Verga (1840-1922) - Coggle Diagram
Giovanni Verga
(1840-1922)
Studi
I primi studi vennero impartiti da
maestri privati
, da cui assorbì il fervente
patriottismo
e il gusto per una letteratura di tipo
romantico
(testimoniato dalla sua prima opera inedita "Amore e patria")
All'età di diciotto anni, si iscrisse alla Facoltà di Legge a Catania, ma non terminò mai gli studi, preferendo dedicarsi all'
attività letteraria
e al
giornalismo politico
. In questo modo Verga tende a
distinguersi
dalla
massa di autori
, per tradizione, letteratissimi e acculturati umanisticamente
Ispirazione
Le
letture di intrigo
o
sentimentali
e i
romanzi storici
italiani, hanno molta importanza per la formazione dei gusti letterari di Verga, tanto da lasciare un'impronta evidente nei suoi
primi romanzi
.
Luoghi fondamentali
Giovanni Verga nasce a
Catania
da una famiglia di
proprietari terrieri
benestanti con ascendenze
nobiliari
Nel
1865
Verga si reca a
Firenze
, capitale del Regno appena istituito ufficialmente. Vi ritorna nel
1869
, con la
consapevolezza
di doversi liberare dei
limiti della cultura provinciale
e di dover entrare in contatto con la
società letteraria italiana
, per divenire uno scrittore autentico.
Nel
1872
Verga si trasferisce a
Milano
, fervente centro culturale, aperto alle
influenze europee.
Produzione
Seguono le novelle di Vita dei Campi, pubblicate nel 1880
Il
ciclo dei Vinti
che comprende i
Malavoglia
, pubblicati nel
1881
,
Mastro-don Gesualdo
, pubblicato nel
1889
, e
La Duchessa de Leyra
, mai portato a termine
Nel
1878
avviene ufficialmente la
svolta
capitale verso il
Verismo
, con la pubblicazione del racconto "
Rosso Malpelo
".
In questo periodo di soggiorno a Milano, scrive tre
romanzi
fortemente legati al
clima romantico
: "Eva", "Eros" e "Tigre Reale".
Il romanzo "
Eva
" racconta la storia di un giovane
pittore
che decide di
bruciare
le sue illusioni e i suoi
ideali artistici
nell'
amore
per una ballerina. Con questo romanzo
Verga
intende
simboleggiare
la corruzione di una
società
protesa alla
ricerca costante del piacere
e che
disprezza l'arte
e criticare la condizione dell'intellettuale contemporaneo, emarginato e declassato
I romanzi "
Eros
" e "
Tigre Reale
" analizzano le passioni mondane. Il
primo
tratta di un
giovane aristocratico
progressivamente
inaridito
e
corrotto
da una società raffinata e vuota. Il
secondo
tratta di un
giovane innamorato
di una
donna divoratrice di uomini
. I due romanzi sono
visti
spesso come esempi di
realismo
, ma in realtà risentono ancora di un
clima tardoromantico
rappresentando ambienti aristocratici e artistici con un linguaggio enfatico ed emotivo.
Nel frattempo produrrà altre opere come le
Novelle Rusticane
(1883), Per le vie (1884), la
Cavalleria rusticana
(1887) ecc..
Dopo un soggiorno a Milano, alternato con vari ritorni in Sicilia, Verga nel
1893
torna a
vivere
definitivamente a
Catania
. Dal 1903 si chiuderà in un silenzio quasi totale, dedicando la sua vita interamente alla
cura
delle sue
proprietà agricole
e alla risoluzione dei costanti
problemi economici
. Verrà meno la sua passione per la contessa Dina Castellazzi di Sordevolo e le sue
posizioni politiche
si sposteranno verso tendenze più
chiuse
e
conservatrici
.
Nel
1866
, a
Catania
, Verga pubblica il romanzo "
Una peccatrice
", fortemente
autobiografico
, che tratta in tono melodrammatico la storia di un intellettuale borghese siciliano che
conquista il successo
ma vede
inaridirsi l'amore
per la donna adorata, finendo per
suicidarsi
A Firenze invece nel
1871
pubblica "
Storia di una capinera
", un romanzo drammatico che narra di un amore impossibile e di una monacazione forzata, portando
Verga
al
successo
.
La svolta verista
Dopo un silenzio di tre anni, nel
1878
,
Verga
pubblica "
Rosso Malpelo
", un racconto che si
discosta
notevolmente dagli argomenti e dal linguaggio della
narrativa anteriore
e apre la strada alla nuova
maniera verista
.
La storia tratta di un
garzone di miniera
che vive in un
ambiente duro
ed è narrata con un
linguaggio nudo e scabro
, che riproduce il modo di raccontare di una narrazione popolare. In questo modo Verga si
allontana
dalla
narrazione
di storie ambientate in
contesti
esclusivamente
mondani
, dedicandosi anche agli
strati più bassi della società
.
Verga non ha intenzione di
abbandonare
gli
ambienti aristocratici
per quelli popolari. Il suo intento è quello di
studiare i meccanismi
degli ambienti
mondani
,
agevolando
il proprio lavoro studiando prima quelli delle
sfere più basse
, in cui si presentano
meno complicati
e possono essere
individuati più facilmente
.
Nel 1874, con "
Nedda
", Verga aveva già trattato della
vita misera di una bracciante
, ambientando la storia in ambiente siciliano e rusticano. Ma nel
racconto
restavano ancora identici i
toni melodrammatici
dei
temi mondani
estranei al caratteristico impersonalismo verista.
Il cambio di temi e linguaggio è stato molte volte
interpretato
come una
conversione
completa del Verga, che in realtà si proponeva di
dipingere
il "
vero
" già con i romanzi scritti nel periodo milanese. In quel periodo era ancora però fin troppo
influenzato dalle maniere romantiche
e
non
possedeva ancora
strumenti adatti
al raggiungimento del verismo vero e proprio.
Perciò
l'approdo al verismo
non è una vera e propria inversione di tendenza, quanto una
svolta
ottenuta grazie alla
chiarificazione
dei suoi
propositi
e alla possibilità di utilizzare
strumenti adatti
.
Tecnica dell'impersonalità
Secondo la visione di Verga la
rappresentazione
artistica, di ogni genere, deve dare
l'impressione
di qualcosa di
avvenuto realmente
e deve essere raccontato mettendo il
lettore
faccia a faccia con gli
eventi
, senza che abbia l'impressione di vederli con la
lente dello scrittore
. Quest'ultimo dovrà
eclissarsi
e mettersi nella
pelle dei personaggi
facendo sembrare l'opera scritta da sé.
Il
lettore
viene introdotto
nel mezzo degli avvenimenti
, senza
nessuna spiegazione degli antefatti
e senza
nessuna presentazione dei personaggi
, la cui personalità sarà delineata con lo scorrere della narrazione. Evitando l'intromissione dell'autore, si può dar vita ad un'
illusione completa della realtà
ed eliminare le artificiosità letterarie.
Il lettore potrebbe inizialmente sentirsi confuso a causa della presenza di tanti personaggi di cui si sanno poche informazioni e che si fanno conoscere con le loro azioni
Con questa tecnica il Verga
non intende negare
il
rapporto esistente tra creatore e opera
, ma è solo il suo modo di dar
forma al racconto
e conseguire
determinati effetti artistici
, cercando di eliminare qualsiasi elemento che riconduca ad un autore esterno alla storia, che deve apparire come
scomparso
.
Perciò
l'impersonalità
, come lo stesso Verga sostiene, è solo un
procedimento espressivo
per creare degli
effetti artistici
e dare
particolari impressioni
al lettore, fornendo anzi all'opera un
segno della personalità
del suo creatore.
Perciò in tutte le opere veriste, l'autore si eclissa e
racconta
le cose come se fosse uno dei
personaggi della storia
, riproducendone il
linguaggio e il livello culturale
anche negli
interventi
della narrazione.
Non si percepisce
mai la presenza di un
narratore onnisciente
che si sofferma a
descrivere
gli
eventi
e i suoi
antefatti
o i
personaggi
, ma ne parla sempre come se il
lettore
appartenesse a quegli ambienti e avesse già
conosciuto
in precedenza quei
luoghi
e quelle
persone
.
Inoltre se l'autore
commenta o giudica i fatti
, lo fa in base ad una
visione elementare, rozza, carica di pregiudizi e interpretazioni
tipica di ambienti rurali e
non
di certo come
quella di un intellettuale
colto e raffinato.
La tecnica dell'impersonalità nasce dalla convinzione, di Verga, che l'autore non abbia il diritto di giudicare la materia che rappresenta.
Questa convinzione nasce dalla concezione pessimistica della realtà di Verga, il quale crede esista una
legge che domina la realtà e alla quale è impossibile opporsi
. Secondo il catanese, la società è dominata dal meccanismo della
lotta per la vita
, per cui il
forte schiaccia necessariamente il debole
e non vi sono altre possibilità
Di conseguenza
L'intervento dell'autore nella narrazione è pressoché inutile
poiché in ogni caso le sorti della realtà sono
immutabili