«che ci sia più barbarie nel mangiare un uomo vivo che nel mangiarlo morto, nel lacerare con supplizi e martiri un corpo ancora sensibile, farlo arrostire a poco a poco, farlo mordere e dilaniare da’ cani e da’ porci (come abbiamo non solo letto, ma visto recentemente, non fra antichi e nemici, ma tra vicini e concittadini e, quel che è peggio, sotto il pretesto della pietà religiosa».