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Gli Etruschi La pittura funeraria - Coggle Diagram
Gli Etruschi
La pittura funeraria
Costituisce la prima significativa testimonianza dell'arte
I generi pittorici in uso presso gli Etruschi sono due
L'affresco
Consiste nel dipingere su una parete "a fresco", ossia quando l'intonaco che la riveste non è ancora del tutto seccato
I colori così finiscono, amalgamandosi con l'intonaco stesso, per entrare stabilmente a far parte del muro
La maggior parte degli affreschi etruschi è caratterizzata da una grande libertà nel descrivere i movimenti
I cicli più significativi giunti fino a noi sono databili tra il IV e il V secolo a.C. e rappresentano scene di funerali accompagnati da banchetti, danze, giochi agonistici e canti
Veniva generalmente utilizzato per decorare le pareti delle tombe realizzate con il tufo
Rappresentazioni:
Figure umane rappresentate in modo simbolico sia per i colori sia per la rigida posizione dei personaggi
Non realistico
I volti vengono sempre raffigurati di profilo, così come le braccia e gambe. Mentre l'occhio, al contrario, in modo frontale
Processo di realizzazione:
Si incomincia con l'intonacare le pareti delle loro tombe spalmandole uniformemente con un sottile strato di argilla mista a torba o a frammenti di paglia
Questo fondo preparatorio viene ricoperto a sua volta da uno strato ancora più sottile di stucco a base di calce sul quale sul quale si incide con una punta metallica il disegno
Poi si passa a dipingerlo prima che il sottofondo si asciughi completamente
Questo strato viene chiamato arriccio
Questo fondo viene chiamato rinzaffo
La Pittura Vascolare
Tomba Francois
Pianta:
Ha un corridoio d'ingresso discendente
Un vestibolo con locali di deposito
Un atrio affrescato
Un tablinum affrescato
Una camera funeraria affrescata
Delle camere funerarie non affrescate
Sulla parete sinistra del tablinum si sviluppa con grande drammaticità l'affresco "Sacrificio di Achille"
Al centro dell'affresco è raffigurato Achille pronto a sgozzare il primo dei dodici prigionieri troiani che aveva stabilito di uccidere per vendicare la morte dell'amico Patroclo
Presenziano all'esecuzione i demoni etruschi Charun (con un martello) e Vanth (con le ali spiegate)
Sulla parete destra del tablinum si sviluppa un'altro affresco
Viene rappresentata una lotta violenta fra vari guerrieri etruschi
In particolare al centro dell'affresco spiccano Mastarna e il compagno d'armi Aulo Vibenna
Tecnica pittorica ben adeguata all'ormai diffuso gusto ellenistico
Rinvenuta nel 1857 nella Necropoli di Ponte Rotto
Una delle più grandi e ricche costruzioni ipogee mai venute alla luce
Appartenente alla famiglia etrusca di Vel Saties, è databile intorno al 320-310 a.C.
Tomba della Caccia e della Pesca
Ritrovato nella Necropoli dei Monterozzi nel 1873
Datata intorno al 530-520 a.C.
Così chiamata in quanto rappresenta vari personaggi impegnati con reti e fionde in queste due attività
Pianta:
Si compone di due piccole camere ipogee allineate lungo lo stesso asse, alle quali si discende attraverso uno stretto corridoio a gradoni
Nella parete di fondo dell'ultima camera è rappresentata una gioiosa scena di vita quotidiana, nella quale una barchetta con quattro pescatori al centro solca le acque di un mare pieno di pesci e delfini guizzanti
Mentre sulla destra viene rappresentato un cacciatore, da sopra uno scoglio, tende una fionda verso gli uccelli variopinti che svolazzano nel cielo soprastante
In questi dipinti colpiscono sopratutto l'uso spregiudicato dei colori e la meticolosa descrizione dei gesti
Nella parte destra la narrazione continua con la rappresentazione di numerosi uccelli in volo, di un cigno, di un uccello acquatico intento a catturare un pesce (al centro) e di un delfino