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GLI ETRUSCHI - LA PITTURA FUNERARIA - Coggle Diagram
GLI ETRUSCHI - LA PITTURA FUNERARIA
LA PITTURA FUNERARIA
Assume un grande valore poiché, essendo quella greca andata completamente persa, costituisce la prima testimonianza dell'arte figurativa occidentale di epoca preromana. Vi sono 2 generi pittorici principali
L'AFFRESCO
PITTURA VASCOLARE
L'AFFRESCO
Consiste nel dipingere su un muro il quale intonaco non si è ancora seccato del tutto. In questo modo i colori diventano parte integrante dell'intonaco e del muro, si conservano così meglio
Gli Etruschi incominciano con l'intonacare le pareti di tufo delle loro tombe con una miscela di argilla e torba o pagliuzza. Questo strato iniziale, detto rinzaffo, viene ricoperto a sua volta dall'arriccio, uno base sottilissima di stucco di calce, sul quale viene inciso in disegno con una punta di metallo. Poi si passa alla pittura, prima che l'arriccio si asciughi
Ovviamente l'affresco non può essere realizzato in un giorno e dunque lo strato di stucco di calce viene steso sollo sulla porzione che si presume di poter affrescare. Per questo motivo quella parte d'intonaco ha il nome di "giornata"
Anche nella pittura Etrusca vi sono delle regole per la rappresentazione che derivano da quelle in primis greche, ma anche egizie.
Gli uomini hanno un incarnato bruno-rossiccio, mentre le donne ocra o addirittura bianco
I volti sono sempre di profilo
Gli occhi sono frontali
Le braccia e le gambe sono di profilo
Vi è una grande libertà nel descrivere i movimenti anche se senza rispettare le proporzioni
I pigmenti degli Etruschi sono sempre di origine minerale (terre e rocce polverizzate). Essi sono stesi con pennelli di pelo animale all'interno delle linee del disegno. La campitura e piatta e solo dopo la metà del IV sec. a.C. inizia ad apparire il chiaroscuro
La maggio parte delle pitture vendono dalla ricca Necropoli di Tarquinia e, in minor parte da quelle di Chiusi, Orvieto, Caere, Vulci e Veio
TOMBA DELLA CACCIA E DELLA PESCA
Si trova nella Necropoli dei Monterozzi, ed è datata ca tra il 530 e il 520 a.C. Fu scoperta nel 1873, ed è chiamata così in quanto rappresenta personaggi intenti a pescare e prendere uccelli con fionde
Si compone di due piccole camere ipogee alle quali si discende attraverso uno stretto corridoio di gradoni
Nell'ultima camera gli affreschi rappresentano una barchetta con 4 pescatori che solca le acque del mare, ricco di pesci e delfini. Su uno scoglio a destra vi è un ragazzo con una fionda intento a colpire uno dei tanto uccelli che volano nel cielo
Di questa tomba colpiscono i colori spesso usati in maniera fantasiosa e distaccata dalla realtà, e l'attenzione a descrivere i movimenti
I TEMI
Funerali accompagnati da
banchetti
danze
canti
giochi agonistici
Vari aspetti della vita quotidiana
musicisti
lottatori
aruspici
cavalieri
artigiani
TOMBA FRANCOIS
Fu rinvenuta nella Necropoli di Ponte Roto, presso Vulci, nel 1875. Prende il nome dall'archeologo fiorentino che l'ha scoperta, ed è stata datata ca tra il 320 e 310 a.C. E' una delle più grande e ricche tombe ipogee, e apparteneva alla famiglia nobile degli Vel Saties
Vi si accede attraverso un dromos, una scalinata, che immette in un vestibolo. Da qui si entra in un ambiente a "T" rovesciato, suddiviso in un atrio e un tablium quadrangolare affrescato.
All'inizio del IV sec. a.C. nel repertorio degli affreschi iniziano a far parte nuovi temi mitologici. E' il caso dell'affresco con la narrazione del "Sacrificio di Achille". L'eroe è raffigurato mentre sgozza il primo di 12 prigionieri troiani che servivano per vendicare Patroclo. Presenziano demoni etruschi quali Charun e Vanth.
Di fronte alla parete mitologica vi è una scena di guerra. Spiccano le figure di Mastarna (il re di Roma Servio Tullio) e il compagno d'armi