La sequenza dell’interrogatorio è una sequenza chiave, anche perché si tratta di un piano sequenza di circa 4 minuti; si svolge vicino al fiume tramite un campo medio: Gino viene riportato dalla polizia sul posto per ricostruire il fatto; il movimento a zig zag degli uomini mentre scendono verso il fiume è accompagnato da un movimento della macchina; tutti i personaggi sono in figura intera; allo sfondo è dato molto rilievo, grazie a un’evidente profondità di campo; quando i personaggi si fermano, anche la cinepresa si ferma; c’è poi una panoramica obliqua verso sinistra che va a inquadrare la macchina, con il fiume sullo sfondo; carrello in avanti(movimento di macchina ricorrente) verso Gino per dare rilievo al personaggio; rapidissimo movimento di panoramica obliqua verso l’alto per inquadrare Giovanna che scende, tutta composta; mezza figura larga con una profondità di campo sufficiente a mostrare come è animatolo sfondo, con tutti i curiosi che svolgono il ruolo di spettatori; carrello indietro accompagnato da una leggera panoramica adesso tutti i personaggi sono in figura intera, tranne quello sul→margine sinistro dell’inquadratura, ripreso invece con un piano americano; ricomincia poi il movimento di panoramica, prima verso destra poi verso sinistra, poi di nuovo verso destra; Gino, Giovanna e la polizia salgono verso la strada, rifacendo lo stesso percorso che avevano fatto prima ma all’inverso altro gioco con la simmetria
Sequenza iniziale presentazione dei personaggi: la cinepresa sta dentro l’abitacolo della→macchina, sul parabrezza; la macchina scorre parallela al fiume (la macchina e il fiume sono tra le figure principali su cui è imperniato il film); c’è poi una tendina; vediamo il camion con i guidatori in figura intera e Bragana che già sta cantando la Traviata; la macchina fa dei leggeri movimenti di assestamento; c’è poi un movimento panoramico che segue l’autista attraversare la strada per chiamare Bragana; appare Bragana e poi di nuovo l’autista controcampo; poi Bragana entra→nell’inquadratura; cambia poi il punto di vista, ora più lontano rispetto a quello precedente →campo medio; i personaggi si muovono verso la macchina, fissa; cambia inquadratura e viene ripreso un vagabondo; Bragana e gli autisti entrano nell’inquadratura con un movimento di macchina; l’inquadratura cambia in una sorta di controcampo; poi c’è un altro punto di vista ancora che ci fa vedere i personaggi attraverso le pompe della benzina; movimento di carrello e poco dopo di gru: la macchina si alza, facendoci vedere la trattoria di Bragana; sullo sfondo c’è la figura del vagabondo che cammina di spalle (ancora non sappiamo che si tratta di Gino); viene ripresa la scritta “trattoria”; si vede Gino in figura intera di spalle che cerca nelle tasche qualche soldo per poter bere; cambia inquadratura e si passa dall’esterno all’interno della trattoria, in un totale; si passa poi dal totale al dettaglio delle gambe di Gino ancora non sappiamo chi è; si→segue in panoramica il movimento di gambe, finché Gino compare in figura intera; poi cambia in quadratura e Gino è ripreso sempre di spalle a mezza figura; poi cambia inquadratura con un raccordo sul movimento (Gino prosegue il movimento dell’inquadratura precedente); c’è un altro canto, accompagnato dal movimento/dondolio delle gambe della donna che canta effetto →sensuale; si passa poi alla mezza figura di Giovanna, vista dal punto di vista di Gino; poi si vede finalmente Gino in faccia, come una soggettiva di Giovanna; il suo volto viene messo in evidenza attraverso un carrello in avanti
A partire da questa sequenza iniziale possiamo capire come Visconti caratterizza i personaggi. La prima caratterizzazione di Gino e Giovanna riguarda la loro presenza fisica e la carica pulsionale dei loro corpi. Giovanna è il personaggio centrale del film, una sorta di epicentro ideologico oltre che drammatico. La sensualità di Giovanna si contrappone per tutto il film al corpo grasso e vecchio di Bragana. Giovanna rappresenta il principio del piacere che si contrappone al principio della realtà; rappresenta il binomio passione-perdizione; Giovanna è colei che porta alla violazione delle norme sociali e che suscita l’amore di Gino, portandolo verso un esito fatale. Oltre a questa definizione carnale e mitica, Giovanna può avere anche una definizione sociale: essa rappresenta il simbolo dello sfruttamento della donna, che può scegliere solo tra una prostituzione legalizzata (cioè il matrimonio) e una libera. L’unico modo per uscire da questa situazione per Giovanna è infrangere le norme, uccidendo il marito. Bragana è presentato con una presenza fisica piuttosto ripugnante, che si collega a una ripugnanza anche ideologica: Bragana rappresenta la ripugnanza del denaro.
La figura di Bragana è opposta a quella di Gino: vagabondo povero e nullatenente, che vive fuori dai canoni. La figura del vagabondo era tipica del noir degli anni Trenta, una figura romantica. Nel film ogni personaggio ha un altro personaggio che lo nega:
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Lo spagnolo: figura molto ambigua su cui si sono avute interpretazioni diverse. La critica italiana ha evidenziato la valenza politica; il nome stesso rimanda alla guerra in Spagna di Franco. Al di là di questa valenza politica, lo spagnolo rappresenta anche l’allusione all’omosessualità; la critica italiana al tempo non poteva mettere in evidenza un tale aspetto, infatti questo aspetto fu evidenziato solo dalla critica straniera. Lo sguardo dello spagnolo sembra uno sguardo sedotto; è diventata famosissima la canottiera di Gino come simbolo dell’eros. Lo spagnolo quindi rappresenta per Gino un’alternativa a Giovanna non solo ideologica ma anche sessuale, come si intuisce anche nella sequenza in cui Gino e lo spagnolo dormono insieme nella stessa camera
La ballerina Anita: è un’alternativa molto più debole; essa rappresenta più l’amicizia che la passione
Il paesaggio è molto importante nel film e anch’esso ha una valenza non solo materiale ma anche simbolica. Il critico Sandro Bernardi dice che ci sono tre icone tipiche di paesaggio nel film:
strada: quella da cui Gino arriva e poi si allontana, per poi tornarci; la strada in cui si incammina lo spagnolo dopo il litigio con Gino; la strada su cui avviene l’omicidio; la strada su cui si conclude il film. La strada allude alla via di fuga e al cambiamento in cui sperano invano i personaggi
mare: lo vediamo solo nella sequenza di Ancona, quando Gino e lo spagnolo parlano sulmuretto, guardando al mare come un mondo possibile di liberazione in cui veramente cisiano delle alternative, un mondo che porta verso un destino sconosciuto
fiume: soprattutto l’argine della scarpata su cui si svolge il delitto e poi, come sorta di contrappasso, l’incidente e la morte di Giovanna. Il luogo del delitto della parte iniziale del film diventa il luogo della punizione nel finale.
si racconta che Vittorio Mussolini uscì dalla sala dicendo “questa non è l’Italia!”. Il film ebbeinnumerevoli problemi all’uscita, poiché aveva messo in scena valori anticattolici (adulterio,omicidio, omosessualità)