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L'architettura religiosa etrusca, Dell'architettura religiosa…
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- Dell'architettura religiosa etrusca c'è rimasto poco, infatti i templi non si sono conservati perché erano costruiti con materiali deperibili. Le colonne e il tetto erano in legno, pareti in mattoni, decorazioni in terracotta.
- In analogia con quello greco, esso ha pianta rettangolare ma è collocato su un alto e massiccio basamento in muratura , accessibile non più tramite un crepidoma perimetrale, ma attraverso un’unica, ripida scalinata frontale , che ne individua immediatamente l’entrata rivolta a Oriente.
- L’area del tempio è divisa in due zone: una posteriore, coperta, solitamente composta da tre celle uguali (o da una cella centrale e due celle laterali minori) e una anteriore, porticata, avente funzione di pronao. Le celle, ognuna dedicata a una diversa divinità, sono accessibili dal pronao mediante un unico ingresso ciascuna e al loro interno vengono poste le statue degli dei.
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- Il tempio etrusco rimane uguale a se stesso, di modo che, si salva la maggiore o minore abilità delle maestranze che lo costruiscono.
- Nel tempio etrusco le colonne del pronao sono sempre otto e vengono disposte in due file parallele di quattro ciascuna.
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- Il tempio non è mai considerato dagli Etruschi come la dimora terrena di un dio, quanto piuttosto come un luogo a lui consacrato ove recarsi al fi ne di pregarlo e onorarlo.
- Il "quarto libro del De architectura" di Vitruvio in cui l'architetto e trattatista romano ne descrive la forma, le proporzioni e i particolari costruttivi, possiamo sapere come erano fatti è un documento storico.
- Il tetto, molto spiovente, è del tipo a due falde e ricalca, nella forma come nei materiali, quelli delle abitazioni etrusche, così come li abbiamo conosciuti attraverso le urne cinerarie e grazie ad alcune architetture funerarie.
- Il fusto , pur essendo rastremato verso l’alto (il diametro al sommoscapo , infatti, è ¾ di quello all’imoscapo), risulta privo di entasi. Il capitello, infine, è meno massiccio di quello dorico.
- Sono di legno, prive di scanalature e, spesso, anche vivacemente colorate. A differenza di quelle doriche, esse non poggiano sullo stilobate, ma su una base che è in genere formata da un semplice plinto a pianta circolare sormontato da un toro della medesima altezza
- Esse benché ispirate da quelle doriche vengono classificate
da Vitruvio come appartenenti a un ordine a parte: l’ordine tuscanico.
- L’abaco, che non sporge dal sottostante echino ed è largo quanto il diametro della colonna alla base, è a sua volta sormontato dalle travi lignee che costituiscono la trabeazione .
- I principali motivi decorativi sono gli acroteri e le antefisse in terracotta dipinta, realizzata con stampi, con funzione apotropaica, cioè di protezione dalle divinità infernali.
- A partire dal IVsecolo a.C. la decorazione con rilievi fittili può interessare anche il frontone.
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Frontone del Tempio di Talamone, metà del II secolo a.C., terracotta, ca 147x882 cm. Orbetello, Museo Archeologico Comunale.
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Antefissa con testa di menade, 510-500 a.C. Terracotta con tracce di colore nero, 46×42 cm. Dal Tempio di Portonaccio, presso Veio (Roma). Roma, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.
Antefissa con Sileno e menade danzanti, fine VI-inizi V secolo a.C. Terracotta con tracce di colori, 53×38 cm. Dal santuario della Mater Matuta di Satricum (Latina). Roma, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia
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- Antefissa=tegola di terracotta, scolpita e quasi sempre dipinta, posta sulla testata delle travi del tetto o poggiata su una cornice alla sommità dei templi etrusco-italici
Antefissa con testa di Gorgone, 510-500 a.C. Terracotta con tracce di colore nero, 42×45 cm. Dal Tempio di Portonaccio, presso Veio (Roma). Roma, Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia.
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