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VITTORIO ALFIERI - Coggle Diagram
VITTORIO ALFIERI
capisce che il modo per trovare la pace era proiettare i propri sentimenti ed emozioni nella poesia (=CONVERSIONE LETTERARIA)
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studia classici latini e italiani, oltre alla lingua italiana---> si trasferisce in Toscana per studiare l'italiano, dove conosce una contessa ("degno amore, rapporto sincero, completamento")
la libertà a cui aspira rimane astratta, come espressione di individualismo eroico, che non coincide con nessun ordinamento politico
nel suo pensiero si scontrano un BISOGNO DI AFFERMAZIONE DELL'IO e la PERCEZIONE DI FORZE ESTERNE oscure (il suo limite più grande è quello politico, risolvibile solo con la figura dell'eroe); il suo pessimismo però deriva dal fatto che l'eroe è sconfitto alla fine (senso di impotenza e sconfitta)
TITANISMO ALFIERIANO= ansia di infinita grandezza e libertà con tutto ciò che la limita ed ostacola (titani=esseri mitologici che si scontrarono con le divinità)---> scontro tra IO e realtà esterna, rifiuto del reale e rifugio in un mondo soggettivo anticipa il romanticismo
ha un carattere molto individuale= non accetta l'uguaglianza, si sente superiore a tutti (ha una forte consapevolezza in se stesso); inoltre ha un animo aristocratico, soprattutto a livello morale (ha un FORTE SENTIRE, forti sentimenti ---> disprezza la ragione perchè troppo poco sentimentale e semplice). Rifiuta lo spirito borghese e la diffusione dei "lumi" ed è ostile a molti temi centrali dell'illuminismo
la trasformazione avviene solo grazie alle passioni e all'entusiasmo, i lumi affreddano gli animi
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compie gli studi presso la Reale Accademia di Torino, ma più tardi giudicò fortemente la sua formazione, in quanto ispirata a modelli culturali antiquati (gli appare insufficiente)
compì numerosi viaggi per l'Italia e l'Europa, accumulando una concreta esperienza delle condizioni politiche e sociali dei diversi paesi europei--->contro assolutismo francese e russo; pro governo inglese, austriaco, olandese
il suo ideale principale è la LIBERTA', non solo politica ma anche morale --->l'individuo non deve essere oppresso (proprio per questo non si etichetta in nessuna categoria)
non si dedica ad attività politiche e militari , conducendo quindi la vita oziosa di un "giovin signore". lui per non sottostare al Re di Torino, taglia tutti i legami con la sua città ---> si spiemontizza
è accompagnato da un'irrequietezza inappagabile e da un senso di scontentezza e di noia, delineando così il profilo di un animo tormentato;
possedeva una grande volontà= se aveva un obbiettivo, lo perseguiva per raggiungerlo ("volli, sempre volli, fortissimamente volli")
in quanto antitirannico, è contento della rivoluzione francese (scrive l'ode "Parigi sbastigliato"). Poi si rende conto che il popolo sta perdendo il controllo, suscitando il lui disapprovazione per quella falsa libertà in realtà TIRANNIADE BORGHESE
ripugna il culto della scienza, il razionalismo soffoca i sentimenti: per lui la vera essenza dell'uomo è l'immaginazione, da cui nasce la poesia, esaltando la dismisura, la passionalità senza limiti (oscura tensione verso l'infinito)
è un pre-romantico, esaltando la solitudine perchè a volte non trova qualcuno che sia alla sua altezza
l'individualismo ed egocentrismo lo allontanano dai principi di eguaglianza e fratellanza dell'illuminismo
si trova in urto con ciò che esiste (assolutismo) e con ciò che lo sostituirà (la borghesia) divenendo sradicato= non si riconosce in niente, si sente senza radici in una condizione di superiorità spirituale