La buona fede, in materia di possesso, si presume. Peraltro, grava su chi contesta la buona fede del possessore l'onere di provare la sua mala fede (adducendo, ad es., indizi idonei a far concludere che l'uomo medio, in quelle circostanze, non avrebbe potuto non rendersi conto di acquistare il possesso con un titolo difettoso)
Per qualificare il possesso come "di buona fede", non occorre che la buona fede perduri per tutta la durata del possesso; è sufficiente che vi sia stata al momento del suo acquisto.