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ROMA MONARCHICA E SOCIETA' ARCAICA - Coggle Diagram
ROMA MONARCHICA E SOCIETA' ARCAICA
MONARCHIA E PRIMI RE
per circa due secoli e mezzo Roma fu governata da re,
sette
secondo la leggenda (ma sicuramente ve ne furono di più)
i primi sono figure idealizzate
Numa Pompilio
il legislatore (715-672 a.C.)
a lui si attribuisce
la prima legislazione della città
l'istituzione del calendario e dei primi collegi religiosi
Tullio Ostilio
(672-640 a.C.) e
Anco Marcio
(640-616 a.C.) i conquistatori
rafforzarono il potere di Roma
vincendo villaggi lungo il basso Tevere
incorporando il territorio di Alba Longa
fecero costruire
il primo ponte sul Tevere (il ponte Sublicio)
un porto alla foce del fiume, luogo in cui successivamente sorgerà la città di Ostia
Romolo
il fondatore (753-715 a.C.)
diede una prima organizzativa alla società distribuendola in
tribù
ciascuna di esse si articolava in
dieci curie
che avevano il compito di:
fornire contingenti all'
esercito
creare un'assemblea delle curie (i
comizi curati
), utile per:
discutere di problemi importanti
acclamare il nuovo re al momento delle elezioni
istituì un
senato
formato dai capi famiglia aristocratici con il compito di:
coadiuvare il re
garantire la successione del governo scegliendo il successore
mentre i successivi di origine etrusca furono:
Servio Tullio
(578-534 a.C.)
attuò diverse
riforme
per riorganizzare la città oramai diventata complessa
suddivise la popolazione in
tribù su base territoriale
per favorire la fusione tra latini e etruschi
divise i cittadini in classi
secondo la ricchezza personale
introdusse falangi oplitiche nell'
esercito
ciò permise a Roma di diventare una delle città più potenti dell'Italia centrale (testimoniato nel
trattato Roma-Cartagine
)
Tarquinio il Superbo
(534-509 a.C.)
venne cacciato nel 509 a.C. mediante una
rivolta
per avere un comportamento oltraggioso verso il popolo
inoltre difese suo figlio nonostante l'
abuso di Lucrezia
moglie di un parente del re
la rivolta fu guidata dalle famiglie aristocratiche che volevano prendere il controllo della vita politica
esse riuscirono ad ottenere il potere e a
metter fine alla monarchia
Tarquinio Prisco
(616-578 a.C.)
MONARCHIA ETRUSCA
nel VI secolo a.C. Roma, sotto l'influenza etrusca assunse la struttura e le dimensioni di una
città-stato
l'
influenza economica e culturale
trasformò la città in un centro potente e dinamico
la fortificarono attraverso
la costruzione di mura fortificate
l'inserimento in una stretta alleanza con le città etrusche
un sostanzioso esercito
i re etruschi
la abbellirono con la costruzione di
templi
opere pubbliche
va ricordata la
cloaca maxima
: sistema di canalizzazione che permise il bonifico l'avvallamento tra Palatino e Campidoglio
successivamente questo spazio divenne il
Foro
, nonchè la piazza pubblica della città
cercarono di rafforzare il potere regio
indebolendo i clan aristocratici
favorendo la parte più attiva e dinamica della popolazione
resero il territorio irregolare il più vivibile possibile attraverso
disboscamenti
riempimento e spianamento di conche e vallate
prosciugamento di paludi
LA FAMIGLIA
nel periodo monarchico e nei primi secoli della repubblica, alla base della società c'erano le
famiglie
erano organizzate in
clan gentilizi
(
gentes
)
ne facevano parte tutti coloro che avevano antenati in comune
in casa svolgevano
culti familiari
riservati a divinità "private"
Lari
: spiriti benigni degli antenati
Penati
: protettori della famiglia e dello Stato
avevano un
ordinamento patriarcale
, infatti il potere del capo famiglia era assoluto nei riguardi
della gestione dei beni
ereditati esclusivamente in linea maschile
della moglie
la donna era vittima di un'
inferiorità sociale
. Non poteva:
avere un nome proprio ma quello della
gens
di appartenenza
prendere parte alla vita pubblica
amministrare i propri beni
testimoniare in tribunale
esercitare attività professionali
prendere decisioni da sola e doveva obbedire a
tutore (in caso di morte del padre)
marito
padre
dei figli
aveva persino il potere di:
venderlo
rifiutarlo ed esporlo in un luogo pubblico destinandolo alla morte
a meno che qualcuno lo raccogliesse per
allevarlo
renderlo schiavo
una volta aver compiuto sedici anni avveniva la registrazione del
nome
nel Foro
nonostante ciò era sottomesso al padre, che prendeva decisioni
sul suo futuro
sul suo matrimonio
ciò rendeva difficile i rapporti tra generazioni che comportò l'esaltazione dell'amore filiale
degli schiavi
esse erano insiemi sociali, economici e religiosi
IL MATRIMONIO
il matrimonio era
monogamico
si affermarono diversi tipi di
cerimonia nuziale
la
coemptio
prevedeva l'atto di cedere la donna al marito in cambio di una somma davanti a un magistrato (atto di compravendita)
l'
usus
secondo cui anche in assenza di un legame matrimoniale, dopo un anno di convivenza l'uomo acquisiva i diritti di marito
ciò avveniva anche con gli oggetti, infatti vi è l'equiparazione della donna ad esso
il più solenne era la
confarreatio
durante la cerimonia gli sposi dividevano una focaccia di farro come simbolo di vita comune
il
diritto di divorziare
per molto tempo fu concesso solo al marito
le cause che lo rendevano possibile erano
adulterio da parte della moglie
aborto praticato senza consenso
aver bevuto vino
in assenza di cause valide, il marito doveva pagare una multa
ORDINAMENTO SOCIALE
la fonte di prestigio a Roma erano terre e bestiame. Su ciò si basava la società formata da
plebe
(moltitudine)
costituita dal resto della popolazione è uno strato eterogeneo composto perlopiù da
commercianti
piccoli proprietari
artigiani
viveva in condizioni modeste, ma arrivava agli occhi dei patrizi come una classe minore
perciò fu tenuta lontana dalla vita politica
clienti
erano
sottomessi
alle famiglie patrizie in cambio di
dipendenza e fedeltà
solitamente erano
uomini liberi
poveri
nei riugardi del padrone avevano il compito di
votare alle assemblee al suo posto e sostenerlo nei tumulti
combattere al suo fianco
lavorare le sue terre in cambio di piccoli lotti per mantenersi
possedere molti clienti era
simbolo di prestigio
per le famiglie aristocratiche, obbligate a difenderli per legge
patrizi
(
patres
)
rappresentavano un'aristocrazia ad
ordine chiuso
, che comprendeva
ricchi proprietari terrieri
capi famiglia più eminenti della comunità
tra loro erano scelti
membri del senato
membri dei collegi sacerdotali
l'appartenenza era testimoniata da
anello d'oro
striscia di porpora sulla tunica (
clavus
)
mantello corto
calzari di cuoio
schiavi
erano oggetti di acquisto o vendita di
proprietà personale
del padrone
la provenienza era varia, potevano essere
bambini abbandonati
romani caduti in schiavitù per non aver onorato i propri debiti
stranieri sconfitti in guerra
ma potevano essere liberati o manomessi dallo stesso, diventando così
liberti
L'ECONOMIA DEGLI INIZI
in origine i Latini erano pastori seminomadi
solo successivamente insieme all'ampiamento della città, si instaurò un'
agricoltura di sussistenza
nonostante la
distribuzione delle terre
sia attribuita a Romolo, non sappiamo bene come sia avvenuta
in ogni caso l'esistenza di famiglie nobili sin da subito, mostra l'esistenza di notevoli proprietà terriere
nell'epoca arcaica l'artigianato era alle origini
era esercitato soprattutto da immigrati etruschi
vennero istituite da Servio Tullio le prime associazioni per artigiani
alla base dello sviluppo di Roma ci furono sicuramenti le
attività commerciali
in primo luogo i dazi imposti sul trasporto del sale
RELIGIONE
nella religione
pubblica e ufficiale
romana
gli dei titolari derivavano dagli antichi culti animisti e contadini
erano legati al ciclo naturale delle stagioni e dei campi
tra le principali divinità troviamo
Giano
: dio degli inizi e dei passaggi. Sovraintendeva all'inizio
dell'
anno solare
a gennaio
esso si concludeva a dicembre con le feste di Saturno (i
Saturnalia
)
Marte
: dio dei campi e della guerra, a lui è dedicato il mese di marzo, che dava inizio all'
anno agrario
(celebrato con feste)
Nettuno
: celebrato ad agosto alla fine dell'anno agrario
Cerere: dea delle messi
Vesta: protettrice del focolare e dell'ingresso della casa
Giove: divinità suprema del fulmine e del tuono
furono istituiti, ai tempi della monarchia, collegi religiosi molto prestigiosi. I principali erano:
il collegio dei
pontefici
, in cui
detenevano le conoscenze tecniche
tramandavano gli avvenimenti più importanti
custodivano le consuetudini religiose e le leggi della comunità
il collegio degli
àuguri
, in cui
avevano il compito di interpretare la volontà divina
inoltre alcuni sacerdoti (i feziali) conoscevano formule per
dichiarare l'inizio e la fine della guerra
sottoscrivere accordi e trattati internazionali
il sovrano era mediatore fra la comunità umana e gli dei. Egli
presiedeva i riti collettivi
uno dei principali avveniva prima di assaltare una città (
evocatio
) in cui si invitavano i cittadini ad entrare nei templi romani
comunicava il calendario con le feste dedicate alle divinità
vi fu un delineamento con l'intervento etrusco:
si instaurò una triade divina: Giove, Giunone e Minerva
il tempio dedicato a Giove Capitolino divenne il centro della
religione di Stato
della Roma repubblicana
si completò il pantheon (insieme di divinità riconosciute)
era codificata in formule e riti ed era governata dallo Stato
ogni cittadino era tenuto a svolgere i riti di culto per assumere un atteggiamento rispettoso (
pietas
)
quando i Romani vennero a contatto con altre religioni fu istituito un collegio di "ministri di culto" per decidere quali potessero essere accolti