Mackinder inaugura la prima vera narrazione geopolitica fondata sulla spettacolarizzazione del rapporto tra spazio e strategie politiche. E' convinto che il sapere geografico possa contrastare il declino della potenza britannica permettendo a politici e sudditi di pensarsi ancora come impero. Nel 1904 pubblica la mappa "The Natural Seats of Power", una cartografia dalla grande efficacia comunicativa, in cui il mondo risulta ripartito in megaregioni (area piovt/hearland, inner or marginal crescent, outer or insular crecent), ciascuna delle quali ha un ruolo gerarchico e strategico nel disegnare i destini della politica mondiale. Un ulteriore aspetto della sua analisi è la rilevanza data ai condizionamenti geografici nello sviluppo dei processi storici: ora che all'alba del XX sec. l'epoca delle grandi esplorazioni marittime ("colombiane") può dirsi conclusa, si produrranno tensioni politiche e sociali lungo le frontiere delle grandi potenze del vecchio continente. Nella competizione saranno privilegiate le potenze continentali, che saranno favorite dall'espansione delle reti ferroviarie e dal generale potenziale strategico e industriale liberato dagli avanzamenti tecnologici nel settore dei trasporti. Prende in esame i fattori geografici che condizionano l'ineguale distribuzione di potenza e trova in Asia una terra suggestiva, un'area perno (area pivot/Heartland) imprendibile con il sea power/mai invasa con successo. La minaccia più grande consiste nell'alleanza tra Germania e Russia, le due grandi potenze del continente euroasiatico. Dopo la sistemazione di Versailles, pubblica "Democratic Ideals and Reality" attribuendo all'area euroasiatica l'appellativo di World Island, il governo della quale avrebbe aperto le porte al dominio del mondo. E' un modello che non avrà fortuna e che trascura l'emergere di altre potenze, come gli Usa, e il ruolo assunto dall'aviazione, ma che è rilevante per la visione strategica e la particolare geoscrittura del mondo che incorpora.